Radio International.
L’emittente è sì bolognese e questa è una grossa pecca, ma sabato ho scoperto il mio palliativo per questo fetente anno sportivo. The Voice II trasmette su quelle frequenze la diretta della S.P.A.L. e l’ho riscoperta. La voce di Sandro (Sovrani) mi riporta agli anni Novanta, a quelle poche volte in cui non ero in trasferta e la R.E.I. mi faceva seguire la mia squadra. Meglio, molto meglio di una qualunque diretta tv con commentatori, asettici, algidi, e astrusi al noi. Sandro no, tifa e commenta, cercando di moderare la gioia per un gol fatto e aspirando le madonne per un gol subito.
Ma torniamo un attimo indietro. Grigliata canonica del sabato: sogliole, orate, patate ai ferri, bietacosta fatta con la pentola a pressione e prosecchino sfuso, poco frizzante, freddo, ops ho sbavato sulla tastiera. In famiglia ci si custodisce. Il pranzo si prolunga, si scavallano le 14 e la fregola per questo assurdo campionato non mi attanaglia per niente. Controllo il telefono e bestemmio internamente. Uno a zero per il Pordenone che gioca a Lignano Sabbiadoro. Sbatto la tovaglia, porto via il pattume e controllo il telefono. I “porchi” mi intasano l’ugola ma non escono. Due a zero per loro, siamo giù spalmati sul prato verde, penso. Vado al computer per cercare lo streaming della radio bolognese e già questo mi sembra un piccolo passo per l’uomo, ma un grande passo per l’umanità. Trovo l’emittente e, udite, udite, riesco pure a sintonizzarmi. Sandro mi rincuora perché abbiamo dimezzato lo svantaggio. Faccio ginnastica coi pesetti per ben dieci minuti.
Secondo tempo e taaac, due a due, mi ritorna in mente la radio e il suo fascino vintage. La S.P.A.L. in trasferta, quando io non ci sono, è via etere da sempre, dai transistor anni Settanta passando per lo stereo a pile portatile del 1985 e fino alla Irving estraibile sulla mia Giulietta a gas, perennemente scarburata, degli anni Novanta. Fino allo schermo nero della tv del XXI secolo. Ma la voce dello speaker deve avere la elle, la esse e la zeta della città degli Este. Con queste caratteristiche è tutta un’altra storia. Tre a due finalmente urlo, mi pare di essere in un campionato normale in cui la domenica (anzi il sabato) sono allo stadio. Ma è solo un attimo e poi mi ritorna la carogna. Soffro sulla poltroncina, i piedi lunghi e distesi sulla seggiola girevole del computer, sono nella mia solita stanzina della sofferenza. Tengo gli occhi chiusi, tocco… ferro a ogni loro attacco, ma che cazzo di colori hanno i friulani? Boh.
Ci avviciniamo alla zona Cesarini, che povero lui, ci porta una sfiga terrificante. Ed ecco che Murgia la tocca. Di braccio. In area. La nostra. Sandro è allibito, io sgrano il rosario, le campane di Monestirolo suonano, come pure quelle di Marrara. Chi diga quel chi voia, ma Marara l’è sempàr in fàza a Munztiròl. Il rigorista pordenonese la spannocchia alle spalle di Etrit. La novena continua nella mia testa. Dovremmo chiedere un D.P.C.M. che obblighi a far terminare le partite all’80′. Così avremmo più punti di Lewis Hamilton.
Però devo dire che quest’anno diremo la nostra. I ragazzi lontani da noi, senza il soffio di vita dei suoi tifosi, senza la bolgia del Mazza, si faranno valere in questo sedicente campionato di serie B. La difesa rimane un punto di forza, giovani forti ne abbiamo, al netto degli errori personali da Terza Categoria. Riusciremo a trovare la nostra struttura di squadra, rientreranno gli infortunati e in quel momento ci faremo riconoscere. Io il bicchiere lo vedo mezzo pieno, a prescindere dalla grigliata. Ho pure trovato la mia dimensione con la diretta radio e quindi, forza S.P.A.L. E basta. Dimenticavo, grazie Sandro per la radiocronaca. Forza vecchio cuore biancazzurro.
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