Dicembre in alcuni casi può essere sinonimo di vacanze e relax, ma non per le squadre di serie B che nell’ultimo mese dell’anno dovranno giocare a ripetizione. Quella col Pisa sarà per la SPAL la prima di sette partite in un mese e per la truppa di mister Marino l’obiettivo è chiaro: allungare la serie positiva e consolidare una posizione d’alta classifica. I toscani invece devono cercare di allontanarsi dalle zone basse e per capire come se la passano abbiamo interpellato il collega Andrea Chiavacci de “Il Tirreno”.
L’inizio in campionato del Pisa è stato caratterizzato da diversi alti e bassi. Tutto ciò si deve principalmente alla scarsa tenuta difensiva (peggior difesa del torneo con venti gol subiti) o ci sono anche altri assetti da risolvere?
“La situazione è chiaramente complicata per quanto riguarda la fase difensiva, con i troppi gol subiti che hanno fatto scivolare il Pisa in una posizione non consona alle reali potenzialità di questa squadra. Ci sono però anche altri dati preoccupanti: dei venti gol subiti nove sono arrivati da palla inattiva, e la colpa è probabilmente dovuta ad un’errata disposizione in campo che lascia troppa libertà agli avversari. Poi c’è l’approccio alla partita: la squadra è fragile e più volte ha dimostrato di non sapere reagire al primo schiaffo subito. Un altro aspetto fondamentale è caratterizzato dal gioco che i nerazzurri cercano di esprime. L’arma vincente della scorsa stagione era senza dubbio la spinta sulle fasce abbinata alla praticità, mentre quest’anno si fa fatica a riproporla con una certa costanza. Il problema non è il modulo, ma l’interpretazione del modulo da parte dei singoli. Tra la difesa e l’attacco c’è troppa distanza e di conseguenza si sono create molte situazioni in cui gli avversari sono andati a nozze negli spazi lasciati liberi dai nerazzurri. Bisogna migliorare soprattutto su quest’ultimo aspetto per dare una scossa decisiva alla stagione”.
Per ora gli acquisti del mercato estivo hanno inciso solo in minima parte. Quali difficoltà stanno incontrando?
“Sostanzialmente sono arrivati quattro nuovi giocatori, dato che Vido e Varnier si trovavano già qui e per loro si è semplicemente rinnovato il prestito con l’Atalanata, proprietaria dei cartellini. Il difensore è rientrato nel finale della scorsa stagione facendo bene, salvo poi farsi di nuovo male in questa prima fase di stagione. Starà fuori per almeno un mese. Vido sta confermando l’ottima crescita vista nello scorso torneo, ma giocando da trequartista alle spalle di Marconi e Masucci la squadra appare troppo sbilanciata. Fino ad ora- tra gli acquisti veri e propri di settembre- l’unico ad aver strappato dei sorrisi è Sibilli, che in proporzione ai minuti giocati ha fatto bene. Per quanto riguarda gli altri c’è poco da dire: Palombi si è visto poco, Mazzitelli è stato l’acquisto più importate per le qualità che possiede, tuttavia ad oggi non s’è ancora integrato al meglio e forse la posizione che ricopre in campo lo sta leggermente penalizzando. Poi il portiere: andato via Gori è arrivato Loria, che è attualmente la riserva di Perilli. Quest’ultimo nonostante i venti gol subiti ha evitato un passivo ancora più pesante con il Cittadella e ha fatto una parata decisiva a Reggio Calabria. L’eredità del portiere di Gori resta comunque pesante”.
Rispetto all’ottimo piazzamento della scorsa stagione, con i play-off vanificati solo per la classifica avulsa, le ambizioni di questo Pisa si sono ridimensionate?
“La società aveva detto che l’obiettivo era cercare di fare meglio rispetto alla passata stagione. Di conseguenza le aspettative sono aumentate. Vista la situazione attuale meglio però rimanere coi piedi per terra: il Pisa prima di tutto deve pensare a salvarsi ritrovando equilibro ed imprevedibilità, qualità quest’ultima che manca tremendamente. Poi tutto passerà per il mercato di gennaio: se si deciderà di rinforzare la squadra con innesti mirati – soprattutto in difesa dove la coperta è corta- allora si potrà ambire a qualcosa di più nel girone di ritorno. Altrimenti bisognerà pensare a salvarsi il prima possibile”.
Luca D’Angelo è il tecnico giusto per provare a ridare al Pisa quello spessore che storicamente lo ha sempre contraddistinto?
“Prima di tutto D’Angelo è molto amato dai tifosi, sia per un discorso di personalità sia perché è stato una delle colonne portanti della rinascita. Dopo la retrocessione con Gattuso il Pisa ha cambiato tre allenatori. D’Angelo è arrivata nella seconda stagione e dopo un girone d’andata difficile è riuscito a far volare la squadra nel finale e ha trionfato ai playoff. . È un allenatore molto bravo a leggere le partite e cambiare in corsa a seconda della situazione. Calcisticamente è molto preparato e non c’è da meravigliarsi che la scorsa estate lo abbiano cercato anche il Lecce e Lo Spezia, anche se poi non se n’è fatto nulla. È rimasto perché crede nel progetto, la società si fida ciecamente di lui e sa quello che questo tecnico può dare. Lo scorso anno dopo il lockdown di primavera il Pisa era a solo 4 punti dalla zona play-out, e alla fine ha concluso in piena zona play-off, rimanendo estromessa solo per questa storia assurda della classifica avulsa”.
In vista della gara di sabato come stanno i nerazzurri? Con quale formazione scenderanno in campo?
“Il morale non è altissimo e bisogna dimenticare in fretta la brutta sconfitta sul campo del Cittadella. Sabato a Ferrara i toscani saranno senza Benedetti squalificato, Varnier e Meroni infortunati con Caracciolo come unico centrale di ruolo. Oltre a lui c’è Masetti, ragazzo della primavera che fino a poco tempo fa era positivo al Covid-19 e non verrà rischiato da D’angelo. Bisognerà vedere prima di tutto quale modulo sceglierà il tecnico tra il 4312 delle ultime uscite o il 352 utilizzato diverse volte anche l‘anno scorso. Con la scelta del centrocampo a cinque verrebbe dato più spazio alla spinta di Lisi, che sempre nella stagione scorsa ha rappresentato un grande punto di forza per i toscani. In teoria nei tre dietro giocherebbero Caracciolo, De Vitis adattato centrale e l’esperto Pisano. Sulla linea di centrocampo gli esterni saranno Lisi a sinistra e Birindelli a destra, mentre nel mezzo spazio a Gucher, Mazzitelli e Marin (in ballottaggio con Siega). Davanti Vido e Marconi. A centrocampo attenzione però a Soddimo, giocatore che a Pisa deve ancora dimostrare il suo vero valore e in questo mese è chiamato a battere un colpo”.
Il Pisa che deve ritrovarsi e la SPAL che punta esplicitamente a tornare in serie A: che partita ti aspetti?
“Il Pisa è una squadra dalla spiccata mentalità offensiva che ha sempre subito qualche gol, ma mai così tanti come quest’anno. Tolte le difficoltà difensive di cui abbiamo parlato, nel mezzo e davanti la squadra ha le carte in regola per dare fastidio ad una formazione attrezzata come la SPAL. Se i nerazzurri ritrovano un po’ dello spirito che s’è visto nell’unica vittoria fin qui ottenuta contro la Reggina allora può venir fuori una buona partita, con la speranza quantomeno di fare punti. Nel confronto però la formazione toscana parte in svantaggio. La SPAL è una candidata forte per la promozione e viene da un filotto di vittorie che ne hanno innalzato l’autostima in maniera consistente”.
PROBABILE FORMAZIONE (352): Perilli; Caracciolo, De Vitis, Pisano; Birindelli , Gucher, Mazzitelli, Marin/Siega, Lisi; Marconi, Vido/Masucci.
IN PIU’ RISPETTO ALLA SCORSA STAGIONE: Loria (p, Juventus Under 23), Mazzitelli (c, sassuolo), Sibilli (a, Albinoleffe ) Palombi (a, lazio)
IN MENO RISPETTO ALLA SCORSA STAGIONE: Gori (p, Juventus), Eusepi (a, Alessandria), Moscardelli (a, ritirato) Verna (c, Catanzaro), Minesso (c, Perugia), Ingrosso (d, Cosenza), Pompetti (c, Cavese), Cuppone (a, Casertana), izzillo (d, Casertana), Dekic (p, Casertana)