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Un gol spettacolare di Mirco Antenucci non fu sufficiente per avere ragione del Pisa nell’ultimo precedente tra emiliani e toscani, datato sabato 4 marzo 2017. Circa una ventina di minuti dopo quel cross di Lazzari arpionato in sforbiciata sotto lo Ovest fu infatti vanificato da un maldestro fallo di mano di Cremonesi in area. Rigore per i toscani e palla spedita da Mannini alle spalle di Meret per un 1-1 che non sarebbe più cambiato nei restanti cinquanta minuti.

Fu un pareggio viziato dalla stanchezza, in un momento della stagione in cui tutte le squadre iniziavano ad accusare i primi sintomi di affaticamento, che per motivi diversi fu accolto tutto sommato bene sia dai due allenatori – Semplici e Gattuso – che dai giocatori (a parlare a nome della squadra furono il capitano di giornata Luca Mora e Francesco Vicari). A storcere il naso fu solo il presidente Mattioli, rimasto indispettito per un arbitraggio da lui ritenuto troppo permissivo.

IL TABELLINO
SPAL – Pisa 1-1 (p.t. 1-1)
Marcatori: 21’ p.t. Antenucci (S), 41’ p.t. rig. Mannini (P).
SPAL (3-5-2): Meret; Cremonesi, Vicari, Bonifazi; Lazzari (dal 47’ s.t. Ghiglione), Schiattarella, Castagnetti (dal 27’ s.t. Zigoni), Mora, Costa; Antenucci (dal 41’ s.t. Finotto), Floccari. All. Semplici.
Pisa (4-3-3): Ujkani; Golubovic, Del Fabro, Milanovic, Longhi; Tabanelli (dal 25’ s.t. Verna), Di Tacchio, Angiulli; Mannini (dal 33’ s.t. Gatto), Manaj (dal 10’ s.t Cani), Masucci. All. Gattuso.
Arbitro: sig. Marini di Roma.
L’articolo originale de LoSpallino.com 

Le squadre arrivavano all’appuntamento con posizioni di classifica e aspirazioni differenti. La SPAL stanziava al secondo posto, a -1 dal Frosinone di Marino e a +2 sull’Hellas e iniziava a credere sempre un po’ di più alla promozione. Il Pisa invece stava risalendo rabbiosamente dalla zona retrocessione, nel mezzo di una stagione alquanto complicata per i toscani, con il passaggio di proprietà non proprio armonioso, gli stipendi non pagati e i quattro punti di penalizzazione che resero ancora più amaro l’ultimo posto finale. Ciò che invece accomunava le due squadre era il periodo di forma e l’ottima serie di risultati iniziata con l’anno nuovo. La SPAL, che al Mazza non perdeva da settembre, arrivava alla vigilia della sfida da una striscia di nove partite senza sconfitta. Le ultime due giornate avevano portato in cassa sei punti contro le non comodissime Perugia e Salernitana. Il Pisa invece da gennaio aveva incanalato una striscia di sette risultati utili consecutivi (2 vittorie e 5 pareggi), che avevano riacceso una luce in chiave salvezza, seppur molto fiacca visto il contorno.

Da quel sabato pomeriggio invece il Pisa non trovò più la forza di vincere altre partite e chiuse il campionato con sette sconfitte e sei pareggi. A salvare l’onore dei nerazzurri fu soprattutto Rino Gattuso, che continuò ad allenare la squadra pretendendo dai propri giocatori grande dignità fino alla fine dei giochi. Le cose andarono meglio alla SPAL. Quel sabato anche il Frosinone impattò 1-1 contro il Cittadella e rimase lì. Agli uomini di Semplici bastò tornare in campo una volta per ritrovare la vittoria a spese del Cesena, archiviando l’X come un breve flessione nella scalata alla A.

La partita non è una di quelle rimaste granché nella memoria, ma fu l’ultimo atto di una rivalità che aveva raggiunto il suo picco nei due anni precedenti e che spesso aveva visto i nerazzurri uscire dal terreno di gioco con tutti gli onori. Nella storica stagione 2015-2016, chiusa con la vittoria del campionato di Lega Pro, la banda-Gattuso aveva per due volte beffardamente battuto quella di Semplici, per poi raggiungerla in serie B vincendo da outsider i playoff. La seconda sconfitta in particolare arrivò di fronte ad uno degli esodi più memorabili del passato recente, con oltre 1.600 tifosi spallini che raggiunsero la città della Torre Pendente. Ecco perché lo 0-1 firmato Mariano Arini a ottobre 2016 nel match d’andata, in un’Arena Garibaldi ben diversa dall’ultima volta (con soli cinquecento spettatori ammessi a causa dello stadio non ancora a norma) era stato visto come come una sorta di liberazione.

Dei ventidue uomini scesi in campo quel giorno, solo Francesco Vicari, Sergio Floccari e Gaetano Masucci oggi continuano a vestire la stessa casacca. Gattuso, che poi ha affrontato la SPAL altre quattro volte in serie A sulle panchine di Milan e Napoli, vincendole tutte, è oggi l’allenatore di Alex Meret. Quel giorno il portiere friulano pur indovinando l’angolo non andò neppure vicino a toccare il rigore di Mannini. Tuttavia tre anni dopo, respingendo il penalty a Dybala, ha regalato all’allenatore calabrese la sua prima Coppa Italia.