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SPAL e Cittadella si ritrovano in serie B dopo tre anni a distanza di categoria e rievocare l’ultimo precedente tra le due squadre equivale a pescare a piene mani tra le partite non-memorabili dell’ultimo periodo. A meno che non si voglia considerare memorabile, a suo modo, un autogol di Pa Konate.

Quella partita del quarto turno eliminatorio di Coppa Italia si giocò a fine novembre  al Paolo Mazza: vinse il Cittadella per 2-0 e in quell’occasione parlammo di una SPAL “povera di idee e distratta in fase difensiva”. Giudizio forse severo, ma ci andò giù un po’ più pesante il presidente Mattioli che nell’intervista post-gara, colto da un sentimento di delusione più da tifoso che da presidente, definì invece i suoi giocatori presuntuosi e senza palle”. Sconfitta che tuttavia a posteriori si sarebbe rivelata più utile che dannosa, visto che la SPAL reagì con una serie di risultati utili, decisivi per la prima permanenza in serie A dell’era-Colombarini.

IL TABELLINO
SPAL – Cittadella 0-2 (p.t. 0-1)
Marcatori: 14’ p.t. aut. Pa Konate (pro C), 42’ s.t. Schenetti (C).
SPAL (3-5-2): Gomis; Vaisanen (dal 31’ s.t. Rizzo), Oikonomou, Cremonesi; Schiavon, Schiattarella (dal 13’ s.t. Lazzari), Vitale, Mora, Konate (dal 23’ s.t. Mattiello); Floccari, Borriello. All. Semplici.
Cittadella (4-3-1-2): Paleari; Salvi, Adorni, Pelagatti, Caccin; Lora, Bartolomei, Settembrini; Chiaretti (dal 24’ s.t. Schenetti); Arrighini (dal 35’ s.t. Litteri), Fasolo (dal 35’ s.t. Kouame). All. Venturato.
Arbitro: sig. Marini di Roma.
L’articolo originale de LoSpallino.com

Il Cittadella arrivava alla sfida forte di due vittorie contro il Palermo capolista di serie B e la Salernitana, che avevano rilanciato la squadra al settimo posto, a sole quattro lunghezze di ritardo dai siciliani. Ecco perché la sfida che i granata avrebbero dovuto giocare quattro giorni dopo col Foggia (poi vinta) si sarebbe rivelata importante per dare continuità di risultati. Motivo per cui mister Roberto Venturato, rispetto all’ultima gara, aveva optato per cambiare ben nove interpreti, confermando dal primo minuto solo il terzino destro Salvi e l’attaccante Chiaretti.

La SPAL si trovava al terz’ultimo posto del suo primo campionato di serie A, con 10 punti raccolti in 14 giornate e quattro dirette concorrenti chiuse in due punti davanti a sé. La vittoria col Genoa (1-0) al Mazza, seguita dai pareggi con Atalanta e Fiorentina, entrambi 1-1, avevano ridato linfa e fiducia agli uomini di Semplici, prima che questa subisse un rallentamento dovuto alla sconfitta in rimonta 1-2 col Chievo, tre giorni prima. La SPAL, dopo la partita di Coppa Italia, avrebbe dovuto sfidare subito la Roma in trasferta, ma poi ci sarebbero stati due match decisivi per la salvezza con le neopromosse Verona e Benevento, seguiti da altre due sfide non proibitive con Torino e Sampdoria prima della pausa. Ecco perché interrompere questa striscia di sfide cruciali con un’ulteriore partita infrasettimanale di Coppa, per di più contro la Lazio all’Olimpico, avrebbe causato più problemi che altro.

Semplici come spesso accade in questi casi, preferì guardare in fondo alla panchina e lasciare riposare qualche titolare. Fu l’esordio in maglia biancazzurra per Mattia Vitale, schierato in cabina di regia, e il secondo gettone stagionale per Pa Konate, dopo la gara di Coppa Italia col Renate ad agosto. Schiavon, nonostante l’età e l’attitudine fisica, fu reinventato come centrocampista di destra per far rifiatare Lazzari, mentre in difesa riposò il terzetto titolare Salamon-Vicari-Felipe in favore dei meno utilizzati Vaisanen-Oikonomou-Cremonesi, tutti con la necessità di mettere in saccoccia minuti e fiducia. Anche in attacco il tandem Borriello-Floccari servì per lo più a far recuperare energie ad Antenucci e Paloschi, i due attaccanti più in forma del momento. Una menzione speciale se la merita Sergio Floccari, l’unico rimasto a vestire biancazzurro tra i quattordici spallini scesi in campo quel pomeriggio, che anche in quella partita fu l’ultimo ad arrendersi, sfiorando la traversa con un tiro a giro da fuori area a risultato ormai acquisito.

La scelta di Semplici non pagò, o forse sì: dipende solo dalla malizia con cui si legge tra le righe. Fatto sta che il Cittadella passò in vantaggio al primo affondo: cross di Salvi dalla sinistra, Chiaretti la prolunga sul secondo palo dove sbuca Pa Konate che fulmina involontariamente Gomis proprio sotto la Ovest. Da lì la SPAL faticò a rendersi pericolosa e non sembrò mai in condizione di cambiare le proprie sorti. Nel finale il colpo del KO arrivò con Andrea Schenetti che appoggiò in rete un facile 2-0. Gol nato da un errore Oikonomou, che perse completamente Kouame, rapido a involarsi sulla destra e mettere in mezzo un cross preciso per il compagno.

Per la cronaca, due settimane dopo il Cittadella incrociò come da programma la Lazio all’Olimpico, perdendo 4-1 una gara comunque storica per il club veneto, visto che ai granata non capita tutti gli anni di calpestare il prato dello stadio della capitale.