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Il cammino vincente della SPAL in Coppa Italia sta portando ricadute positive anche per il bilancio della società. La formula della competizione prevede infatti premi che iniziano a essere distribuiti a partire dagli ottavi di finale, in virtù di un montepremi complessivo  stimato complessivamente in 18 milioni di euro.

Come spiegava Calcio&Finanza in merito all’edizione 2020:

“I premi iniziano ad essere distribuiti alle squadre a partire dal passaggio del turno degli ottavi, con 280mila euro per ciascuna squadra: il passaggio ai quarti vale invece ulteriori 580mila euro circa. Le quattro semifinaliste incasseranno ciascuna altri 1,1 milioni. L’accesso in finale vale infine circa 1,3 milioni ulteriori per la squadra sconfitta e 3,2 milioni per chi alzerà il trofeo: complessivamente, quindi, la finalista sconfitta guadagnerà circa 3,2 milioni di euro, chi alzerà il trofeo invece circa 5,2 milioni di euro”.

Le vittorie contro Monza e Sassuolo quindi sarebbero valse alla SPAL un totale di 860mila euro, al netto delle decurtazioni varie (non irrilevanti) che vengono applicate per tributi vari. Un afflusso di risorse quanto mai prezioso in tempi di ricavi quasi azzerati, a maggior ragione se si considerano le spese extra sostenute dalla società per il rispetto del protocollo anti-contagio. Lo scorso 27 novembre il presidente Walter Mattioli aveva reso noto come la SPAL avesse speso già 320mila euro dal mese di giugno per tamponi di controllo e procedure mediche assortite.
Per questo è improbabile che i ricavi dei premi della Coppa Italia possano essere fatti confluire sul mercato, come potrebbe sembrare ovvio ad una prima occhiata. Probabilmente una piccola parte verrà utilizzata, ma la priorità sarà quella di mettere pezze su un bilancio ancora fortemente sbilanciato sul versante delle perdite, a causa soprattutto di un monte-ingaggi rimasto pesantissimo anche dopo le partenze di Salamon e Jankovic.
Sempre per citare le tutto sommato recenti considerazioni di Mattioli sui conti societari: “Sono rimasti costi importanti che portano a problematiche economico-finanziare su cui stiamo ragionando per cercare di risolverle. Se dovessimo tornare in serie A i problemi si risolveranno quasi in automatico, se rimarremo in serie B i problemi si aggraveranno. Questo è il tema all’ordine del giorno. Stiamo cercando di lavorare per mettere la famiglia Colombarini, che in questi anni ha sempre colmato le perdite di bilancio della società SPAL, nelle condizioni di fare interventi fattibili e non straordinari. Dobbiamo metterli nelle condizioni di lavorare al meglio”.