A poco meno di due anni di distanza dal suo arrivo, Marko Jankovic (1995) lascia la SPAL, entrando di diritto nella top-10 dei giocatori più deludenti acquistati nei sette anni di gestione-Colombarini/Mattioli.
Il contratto del trequartista montenegrino, originariamente in scadenza il 30 giugno 2022, è stato risolto in largo anticipo dopo una breve trattativa tra il club e i rappresentanti del giocatore. Già a ottobre, con la sessione di mercato estiva agli sgoccioli, il ds Zamuner aveva provato a scambiarlo (in prestito) con Ardemagni (ora alla Reggiana) del Frosinone, ma senza successo. Jankovic in tempi recenti era finito ai margini della squadra anche con Pasquale Marino, con appena 3 apparizioni per un totale di 164 minuti di gioco. L’ultima presenza risaliva addirittura a Empoli-SPAL del 20 ottobre 2020.
Allo stato attuale non sono noti i termini di questa risoluzione, ma dalle informazioni disponibili la SPAL ha dovuto fare uno sforzo economico per favorire la partenza di Jankovic e alleggerire così il bilancio in proiezione futura. Secondo i dati pubblicati da La Gazzetta dello Sport nell’estate 2019, il suo ingaggio ammontava a 500mila euro a stagione. Un importo decisamente pesante per le casse biancazzurre, considerato soprattutto lo scarso contributo offerto nel corso della sua esperienza a Ferrara. La storia di Jankovic alla SPAL si conclude con la miseria di 16 presenze in due anni: 4 nel 2018/2019, 9 nel 2019/2020 e appunto 3 nel 2020/2021. 471 minuti in campo da sommare ai 172 giocati, da comprimario, nel semestre di prestito a Crotone.Jankovic era stato prelevato dal Partizan Belgrado nelle battute finali del mercato di gennaio 2019, con una mossa all’epoca abbastanza sorprendente. All’epoca i media serbi riferirono di un trasferimento del valore di 1,8 milioni di euro. L’acquisto venne spiegato così dall’allora ds Davide Vagnati:
“Abbiamo fatto un investimento rilevante per questo ragazzo che ha delle caratteristiche compatibili con le richieste del nostro allenatore. Grazie a lui la SPAL potrà cambiare modulo durante la partita o anche in partenza. Ha senz’altro caratteristiche diverse da quelle che abbiamo attualmente in squadra. Si tratta di un giocatore dalle spiccate qualità offensive e di tecnica: è un 95, ma è già titolare nella nazionale montenegrina. Può giocare sia da punta esterna nel 433, sia da trequartista in tutte le zone d’attacco. Già l’anno scorso volevamo portarlo a Ferrara, ma poi non abbiamo accelerato perché sono intervenute altre valutazioni. In questa sessione abbiamo visto la voglia del ragazzo di venire in Italia e per farlo ha rifiutato altre offerte. Per quelle che erano le nostre esigenze tecnico-tattiche abbiamo deciso di investire, puntando su un prospetto anziché su un giocatore dall’età più avanzata” – Davide Vagnati, 1 febbraio 2019
L’inizio fu tutto in salita a causa delle conseguenze di un’operazione chirurgica per la cura di un’ernia inguinale e di una conseguente ricaduta in primavera, tanto che a lungo ci si interrogò sulle effettive condizioni fisiche del giocatore. Nel frattempo il montenegrino aveva incassato non solo parole di stima da parte dello stesso Vagnati (“Lo considero un giocatore dal grande potenziale“), ma anche da parte del patron Simone Colombarini:
“[…] confido che Marko faccia vedere sul campo quanto sa fare. Abbiamo puntato e investito su di lui, convinti che possa dare una grande mano alla nostra squadra, ora e nel futuro. Il mercato di gennaio è sempre difficile e per noi non è stato facile trovare i giocatori giusti per migliorare la nostra rosa. Faccio i miei complimenti a Vagnati per aver individuato Jankovic”. – Simone Colombarini, 14 febbraio 2019
Nella stessa occasione Jankovic si presentò con un profilo basso, ma non bassissimo:
“Sono mancino, ma uso anche il destro, non mi serve solo per camminare (ride; ndr). Se proprio devo dire a chi mi ispiro per stile di gioco dico Messi, ma per favore non paragonatemi a lui dicendo che dovrei essere il Messi di Montenegro. Come lui ce n’è uno solo, io dovrò fare del mio meglio per farmi un nome”. – Marko Jankovic, 14 febbraio 2019
Dopo lunghe settimane contrassegnate da problemi fisici assortiti, l’ex fantasista del Partizan fece vedere qualche giocata interessante in SPAL-Napoli 1-2, una partita di fine campionato in cui in palio c’era sostanzialmente nulla. Nell’estate 2019, quella che sarebbe stata l’ultima della gestione tecnica di Leonardo Semplici, si capì in fretta che Jankovic era considerato di troppo, tanto che finì col giocare alcune amichevoli nell’inusuale posizione di mezzala o di esterno sinistro in un centrocampo a cinque.
A gennaio 2020, dopo una manciata di presenze tutt’altro che indimenticabili, la SPAL decise di prestare Jankovic in serie B, al Crotone. Vagnati spiegò così la scelta di far cambiare aria al giocatore:
“Mi dispiace che da quando è arrivato non abbia espresso assolutamente le sue qualità. Sembra che abbia un po’ la paura di prendersi delle responsabilità. E’ un calciatore che deve provare a saltare l’uomo, tirare e fare la giocata. Invece in questo momento continua a fare le cose semplici, come il passaggino scontato e non sono quelle le sue caratteristiche. Per cui credo sia opportuno che vada a giocare per fare sì che questa sua autostima torni ai livelli adeguati e torni il giocatore che è, quello che ha dimostrato in passato”. – Davide Vagnati, 16 gennaio 2020
In Calabria Jankovic ha sì festeggiato la promozione in serie A, ma nella maggior parte delle occasioni ha osservato i compagni dalla panchina, esattamente come accadeva a Ferrara. Con Stroppa che lo ha sostanzialmente bocciato e nessuna squadra realmente intenzionata a prenderlo nel corso della finestra estiva 2020, il montenegrino è rimasto alla SPAL nella speranza che il sistema di gioco a trazione anteriore di Pasquale Marino potesse fargli bene.
Questo ovviamente non è accaduto, perché le uniche notizie rilevanti su di lui sono arrivate grazie ad una sciocca espulsione rimediata con la nazionale del Montenegro in una partita di Nations League. Dopo sei panchine consecutive senza mai un minuto, Jankovic è persino uscito dalla lista dei convocati (dal 15 dicembre), fino all’epilogo della risoluzione del contratto.