In casa SPAL l’allarme non è rosso, ma tende all’arancione (rinforzato). Buona parte dell’opinione pubblica preme per un cambio in panchina e uno dei nomi ricorrenti è quello di Giuseppe Scurto, attuale tecnico della Primavera biancazzurra che tanto bene sta facendo nel suo campionato di competenza. Tuttavia si tratta di un nome non spendibile, per una lunga serie di ragioni, prima di tutto di carattere regolamentare.
Il giovane tecnico siciliano sta vivendo un’eccellente stagione alla guida della Primavera, grazie non solo ad un gioco d’attacco gradevole e redditizio, ma anche con un approccio energico al suo ruolo, paragonabile a quello di Gennaro Gattuso. Elementi che hanno fatto salire il suo indice di gradimento e portato il suo nome nella discussione (pubblica) di un eventuale post-Marino, alimentando l’idea di una SPAL in grado di acquisire la mentalità grintosa e sfrontata di Seck e compagni.
Tuttavia il suo salto in prima squadra non è un’opzione praticabile nell’immediato. Scurto infatti non dispone dell’abilitazione Uefa Pro richiesta per la conduzione di squadre di serie A e B. Allo stato attuale potrebbe fare al massimo il vice in queste due categorie. Le deroghe da parte della Figc in genere sono concesse solo agli allenatori iscritti all’apposito corso nell’annata corrente (e non è questo il caso) oppure per periodi limitati di tempo, ad esempio come nel caso di Roberto Occhiuzzi del Cosenza. L’attuale allenatore dei calabresi era stato promosso ad allenatore della prima squadra direttamente dalla Primavera, ma per farlo sedere in panchina il club del presidente Guarascio ha dovuto chiedere una deroga valida per 60 giorni. Occhiuzzi si è poi iscritto al corso Uefa Pro ed è attualmente tra i frequentanti.
Ma anche se venisse trovato il cavillo regolamentare, ci sono altre ragioni che deporrebbero a sfavore di una simile soluzione. Innanzitutto l’integrità del progetto tecnico di una Primavera che sta rendendo al di là di ogni aspettativa ed è in corsa per obiettivi importanti. Privare i giovani biancazzurri del loro principale punto di riferimento rischierebbe di compromettere una stagione avviata benissimo e condotta finora con profitto. Considerata l’importanza attribuita al settore giovanile dalla stessa proprietà della SPAL (ne ha parlato di recente Simone Colombarini), un simile ribaltone risulterebbe quasi autolesionista in una prospettiva di medio-lungo termine.
C’è infine un elemento da considerare soggettivo, ma che comunque pesa nell’economia di una situazione come quella della SPAL. Scurto finora ha fatto esperienza solo con squadre giovanili (Juve Stabia, Palermo, Trapani) e collocarlo in un contesto problematico come quello del gruppo attualmente alle dipendenze di Marino potrebbe rappresentare un azzardo eccessivo, che rischierebbe di far svoltare in negativo la sua giovane carriera. È invece più realistico pensare che all’interno della società da un lato si voglia far crescere Scurto con la giusta pazienza e dall’altro ci sia la convinzione di aver bisogno di un allenatore con credenziali molto più solide per raddrizzare la situazione soprattutto a livello caratteriale.