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Per essere stata una conferenza stampa di Salernitana-SPAL, della partita in sé si è parlato gran poco. Ma non poteva essere altrimenti, perché Pasquale Marino è sotto osservazione e le critiche che di recente sono piovute su di lui e sulla squadra hanno iniziato a creare un certo fastidio nel tecnico.

GIUDIZI – “È normale che tutto quello che facciamo, e che l’allenatore fa, visto che sono io il primo responsabile, sia esposto a critiche. I risultati in questo momento non vengono ed è giusto che queste ci siano. Spero sempre siano critiche per il bene della SPAL e non per simpatie o antipatie particolari. Ho qualche capello bianco, quindi sono abituato a tutto e riesco a capire quando c’è premeditazione: si percepisce chi giudica in maniera serena e chi cerca sempre qualcosa di negativo. Faccio un esempio. Nel mese di gennaio questa squadra ha vinto due partite di campionato, ha fatto due pareggi (Cremonese e Monza), due partite di Coppa Italia (Sassuolo e Juventus) e alla prima di febbraio ha vinto a Cosenza. Dico così perché il gol l’avevamo fatto e ci è stato tolto. In ogni caso non abbiamo perso. Quindi il 9 febbraio abbiamo perso in casa giocando malissimo col Pordenone. Poi abbiamo fermato l’Empoli, che è la squadra che merita la prima posizione, quindi siamo andati a Vicenza e c’è stata la partita con la Reggina. Eppure dal 9 gennaio in poi l’allenatore secondo tanti è da cambiare perché sbaglia i cambi, li ritarda o sbaglia la formazione. Sono abituato a queste critiche, ci passo sopra. Però in venti giorni ci si è dimenticati da dove siamo partiti, come siamo partiti, quante volte abbiamo dovuto cambiare assetto per fare fronte alle assenze. In venti giorni sembra sia stato cancellato tutto il lavoro precedente“.

FRONTE COMUNE – “Remare nella stessa direzione nei momenti di difficoltà aiuta tutti a livello psicologico. Detto questo non è che possiamo attaccarci a quello che viene detto da qualcuno. Come ho detto dopo la partita con la Reggina, i forti sono quelli che sanno rialzarsi, non quelli che non cadono mai. Noi siamo caduti e sappiamo che ci dobbiamo alzare da soli. Quando le cose vanno bene nessuno ha bisogno di niente: quando si vince non c’è bisogno di dare dieci in pagella a un giocatore, perché lo sappiamo cosa stiamo facendo. Personalmente ho letto delle cose che non mi hanno fatto piacere. Ad esempio che la mia posizione si sarebbe indebolita a causa della risoluzione del contratto di Semplici (il riferimento è ad un articolo apparso proprio su LoSpallino.com). Quella però è una critica alla società, perché sembra che tenga in panchina un allenatore scarso solo perché c’è un altro contratto in essere. Mi sembra riduttivo. Se la società fa delle scelte le fa in base a quello che uno rende. In questo momento è normale essere tutti in difficoltà e si scrivono cose che non rispondono alla verità. Ho sempre rispettato il lavoro degli altri, ma vorrei che venisse rispettato anche quello della squadra che alleno. In primis dei ragazzi, che io ho sempre inteso proteggere. Non mi sono mai lamentato delle situazioni di mercato e sapevo delle difficoltà che ci sarebbero state per una società appena retrocessa. A volte posso non essere stato contento di quello che si è fatto, ma sono dinamiche normali. Le mie energie le concentro sul campo perché voglio trasmettere ai ragazzi la consapevolezza di potercela fare“.

CARICA ULTRAS – “Devo dire che è stato un incontro molto positivo perché si capisce che chi è venuto a parlare ci tiene alla SPAL. I tifosi si sono posti con rispetto ed educazione, chiedendo impegno per la maglia. Chi ha orgoglio e dignità deve ascoltare le loro parole e ricavare uno stimolo in più. Io difendo sempre le squadre e mi affeziono a chi lavora. Sentire certe considerazioni mi ha dato una bella carica e penso anche ai ragazzi. I tifosi sono genuini e mi arrabbio a volte perché noi non possiamo aspettarci applausi. Dobbiamo essere necessariamente criticati. A volte leggo critiche nei miei confronti perché difendo la squadra. Quando invece vedo la gente che viene al campo a incitarci e vuole quello che vogliamo noi ci rendiamo conto che i primi a essere dispiaciuti siamo noi. Bisogna essere intelligenti da capire chi cerca di sostenere la SPAL e chi cerca invece di destabilizzarla. I primi a fischiarci siamo noi stessi. Perché sappiamo quello che possiamo dare e non siamo ancora tornati al livello di prima“.

CONFRONTO INTERNO – “Ieri è stata una giornata in cui abbiamo cercato di analizzare tutto e i ragazzi hanno parlato tra di loro. C’è un po’ di amarezza perché il primo episodio che capita cambia le partite. In un momento del genere si tende a pensare un po’ di più rispetto a quando il rendimento è buono e superare le avversità diventa più facile. Abbiamo discusso e cercato di badare al sodo, per metterci più agonismo e cattiveria. Se una squadra come la SPAL sta per tutto il girone d’andata nelle prime posizioni è chiaro che non può essere quella che si sta vedendo ora. L’organico è più meno lo stesso. Non è che per cinque o sei partite siamo andati bene e poi abbiamo fatto ridere. Non è così. Quindi ora abbiamo tutta la voglia di tornare a essere quelli di qualche settimana fa“.

PESO DELLE ASPETTATIVE – “Qualche lacuna caratteriale l’abbiamo avuta. Dopo la partita di Cremona abbiamo giocato in casa col Monza e abbiamo fatto una gran partita, nonostante l’organico ristretto in quel periodo. Dopo quella partita c’è sempre stata una reazione importante da squadra forte. Quindi non so se ci sia un problema di aspettative, non credo. Il momento di difficoltà è nato con la sconfitta col Pordenone. Da cancellare veramente c’è quella e una parte di partita col Vicenza. Dalle altre parti non vedo neanche partite di grande spettacolo, l’unica che ha avuto continuità è stata l’Empoli. Le altre hanno sempre giocato a sprazzi“.

PIANO PARTITA – “La priorità è di fare la prestazione e aumentare l’attenzione, perché purtroppo paghiamo spesso quei dieci minuti di blackout totale che anche tante altre squadre hanno. In questa fase paghiamo quel genere di momenti. Dobbiamo alzare il livello di attenzione e la cattiveria nella fase di non possesso, è quello che ci sta rendendo la vita più difficile. Da un po’ di tempo paghiamo episodi sicuramente evitabili. In fase di possesso dovremo essere sempre più concreti e meno leziosi. Dobbiamo aumentare la ferocia agonistica e diventare quelli di prima. Restare solidi e per esserlo dovremo avere aggressività in ogni zona del campo. La Salernitana va molto in verticale e gioca sulla fisicità di Djuric e gli inserimenti di Tutino e Coulibaly. Fanno grande affidamento sulle seconde palle, con poco palleggio, però sono efficaci nel ribaltare l’azione e con quello hanno costruito il loro campionato“.

MODULO – “Il modulo l’abbiamo cambiato nelle ultime due partite. A Vicenza abbiamo fatto probabilmente il miglior primo tempo della stagione. Poi gli avversari hanno avuto una reazione di 10-12 minuti, da lì non hanno più tirato in porta. Indipendentemente dal modulo certe cose succedono perché col Pordenone abbiamo giocato con la difesa a tre e anche lì ci sono stati dei blackout. Nel complesso la prestazione di Vicenza è stata buona. Peraltro lo stesso Vicenza ha perso solo una volta in casa, non era una passeggiata. Nell’ultima partita non possiamo giudicare il sistema di gioco“.

DISPONIBILI/INDISPONIBILI – Marino non avrà a disposizione Floccari (problemi muscolari), Missiroli (contusione), Viviani (tonsillite), Strefezza (contusione) e ovviamente Mora (squalifica di una giornata). “Missiroli – ha spiegato Marino – s’era reso disponibile alla convocazione, ma non abbiamo voluto rischiarlo. Sabato ci sarà, a differenza di Floccari che probabilmente non è recuperabile. Strefezza è andato forte su un contrasto nella partita di sabato e ha avuto una botta al ginocchio. Oggi ha iniziato a corricchiare, per cui speriamo di averlo sabato“.

 

IPOTESI DI FORMAZIONE (352): Berisha; Tomovic, Vicari, Ranieri; Sernicola, Valoti, Esposito, Segre, Sala; Asencio, Paloschi (Di Francesco).