La vittoria col Pescara è stata l’inizio della svolta o ha rappresentato un caso isolato? Solo il campo e la continuità diranno se la SPAL ha cambiato marcia dopo il periodo nero di risultati tra febbraio e inizio marzo, a cominciare dal posticipo di venerdì sera (ore 21) contro la Virtus Entella. La squadra di mister Vivarini ha ancora qualche speranza risicata di poter salvare la stagione e avrà l’obbligo di fare punti in ogni partita da qui fino alla fine del campionato. Per capire come stanno i biancocelesti abbiamo chiesto informazioni a Danilo Sanguineti, corrispondente da Chiavari per il Corriere dello Sport.
La parte finale del girone d’andata aveva riservato parecchie soddisfazioni, tanto che la squadra era riuscita a portarsi a un solo punto di distanza dal 15° posto che varrebbe la salvezza senza playout. Poi cos’è successo?
“Per rispondere a questa domanda cito prima un dato statistico: la Virtus Entella, considerando i dieci maggiori campionati europei tra prima e seconda serie, è stata l’ultima squadra a raggiungere la vittoria dopo l’inizio di stagione. Poi sono arrivate quattro vittorie in cinque partite, ma è stata una rondine invernale che non ha portato la primavera. All’inizio del girone di ritorno è ricominciato un andazzo tragico, contraddistinto da cinque sconfitte e tre pareggi. Per raggiungere la salvezza la squadra dovrebbe ottenere almeno otto vittorie nelle ultime undici giornate. Un traguardo che ad oggi sembra pressoché infattibile“.
Al di là del momento positivo vissuto tra dicembre e gennaio, s’è vista una vera e propria discontinuità tra la gestione di Tedino e quella di Vivarini?
“Dispiace dirlo, ma tra Tedino e Vivarini c’è stata più continuità che discontinuità in senso negativo. A parte quel filotto di vittorie isolato, la media punti è passata solo da 0,70 a 0,80 a partita. Ribadisco: per arrivare ameno ai playout, perché la salvezza diretta sembra ormai un’utopia, la squadra deve cambiare completamente passo nelle prossime partite. Fino ad oggi questo scatto non c’è mai stato. Vivarini ha cambiato qualche elemento titolare, ma più o meno il modo di giocare è sempre quello. Quello che inoltre continua a mancare a questa formazione è soprattutto il carattere“.
Per una squadra che sembra soffrire molto in difesa era lecito aspettarsi qualche intervento sul mercato di riparazione, invece l’Entella ha combinato poco. Qual è stata la logica delle scelte della società?
“Tutti si aspettavano dal mercato di riparazione ben altre risposte rispetto a quelle che sono arrivate. Sono stati presi Capello per l’attacco e Dragomir per il centrocampo. Il primo è stato prelevato dal Venezia e i lagunari sembra se ne siano liberati ben volentieri vista la sua involuzione degli ultimi due anni e il suo scarso feeling con il gol. Il secondo era retrocesso in serie C col Perugia la scorsa stagione. All’Entella, più che in difesa, serviva qualcosa senza dubbio davanti, ma i rinforzi non si sono visti. È anche vero che la società ligure ha sempre posto come priorità l’ordine dei conti. Quest’anno, probabilmente, la società del presidente Gozzi è stata sorpresa da un livello del campionato superiore rispetto alle attese“.
Tra i giocatori dell’Entella c’è anche Mazzocco, che è di proprietà della SPAL. Durante la gestione Tedino era titolare, con Vivarini si è visto poco o nulla. Che genere di problemi ci sono stati?
“È un discorso che riguarda puramente gli infortuni subiti, ovvero una delle costanti sfortunate per la squadra biancoceleste. Mazzocco, e lui come tanti altri, da settembre ad oggi non ha potuto fare due partite nella giusta condizione. La gestione Tedino non ha considerato le circostanze straordinarie in cui si sta svolgendo questa stagione calcistica e invece delle solite preparazioni da due mesi e mezzo ha sostenuto una preparazione di un mese. E’ evidente che il lavoro non sia stato svolto nella maniera giusta. Fin dal precampionato la rosa è andata incontro a un vero e proprio turbine di infortuni costanti e di ricadute, che ne hanno penalizzato il rendimento partita dopo partita“.
Un’ex della sfida degno di nota è invece Filippo Costa, che a Ferrara è ancora ricordato con affetto. Com’è andata finora la sua stagione e che ruolo s’è ritagliato nella squadra di Vivarini?
“Costa è stata una delle poche novità positive di questa stagione. Ha giocato bene nel ruolo di terzino sinistro e infatti tutte le volte in cui anche lui era in condizioni fisiche decenti gli allenatori l’hanno mandato in campo. Si alterna con Pavic, più giovane ed inesperto, ma le qualità tecnico-tattiche dell’ex SPAL si sono viste eccome. Ha segnato due reti pesanti, tuttavia anche lui ha incontrato qualche difficoltà in un meccanismo di gioco poco efficace“.
Che formazione potremmo vedere in campo nella sfida del Paolo Mazza?
“Non dovrebbero esserci grandi cambiamenti rispetto alle ultime due partite. Si giocherà col 4-3-1-2 a rombo. Credo che mister Vivarini in difesa metterà Poli per lo squalificato Pellizzer, verrà chiesto a Chiosa di stringere i denti e andare a comporre a coppia centrale. Sugli esterni De Col a destra e a sinistra appunto Costa, con in porta il giovane e promettente Russo, in prestito dal Sassuolo. Per il centrocampo bisogna fare alcune valutazioni: potrebbe giocare Koutsoupias, la sorpresa più lieta dell’anno, insieme a Nizzetto e Brescianini, che pur giovane ha già accumulato diverse partite da titolare. Davanti non ci sono grandi alternative: trequartista sarà Schenetti, le due punte potrebbero essere Mancosu e Brunori, oppure Capello e Brunori. Difficile che De Luca possa partire fra i primi undici”.
PROBABILE FORMAZIONE (4-3-1-2): Russo; De Col, Poli, Chiosa, Costa; Koutsoupias, Nizzetto, Brescianini; Schenetti; Mancosu/Capello, Brunori.
IN PIU’ DOPO IL MERCATO INVERNALE: Marcucci (c, Reggina); Dragomir (c, Perugia); Capello (a, Venezia);
IN MENO DOPO IL MERCATO INVERNALE: De Santis (d, Modena); Crimi (c, Reggina); Currarino (c, Monopoli); Petrovic (a, Lucchese)