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Può sembrare strano, ma Pasquale Marino è stato il secondo allenatore più longevo dal 2013 a oggi, ossia dall’insediamento dell’attuale proprietà. Il record stabilito da Leonardo Semplici rimarrà inavvicinabile per chissà quanto tempo, ma almeno il tecnico siciliano – ingaggiato il 12 agosto 2020 – è riuscito a piazzarsi sul podio, spodestando Massimo Gadda grazie ad un paio di settimane in più di permanenza.

1. Leonardo Semplici 1.891 giorni (219 partite)
2. Pasquale Marino 217 giorni (34 partite)
3. Massimo Gadda 203 giorni (26 partite)
4. Luigi Di Biagio 185 giorni * (15 partite)
5. Oscar Brevi 160 giorni (20 partite)
6. Leonardo Rossi 113 giorni ** (11 partite)

* = campionato fermo per 103 causa pandemia globale di Covid-19
* = ne aveva già fatti 209, con 20 partite, da tecnico della Giacomense prima del trasferimento a Ferrara

Insomma se dal 2014 al 2020 il club biancazzurro s’era distinto per una continuità del tutto rara, in tempi più recenti è tornato in linea con gli standard del nostro calcio, in cui i cambi di panchina si registrano con una discreta frequenza.

A voler essere del tutto pignoli, almeno sotto il profilo statistico, la SPAL è un po’ sopra la media nel momento in cui si decide di escludere l’esperienza con Leonardo Semplici. Secondo uno studio abbastanza recente (2015-2019) del CIES, il Centro Internazionale degli Studi Sportivi che ha sede in Svizzera, gli incarichi degli allenatori a livello globale hanno una durata media di circa 40 partite. Uno studio un po’ più datato (2016) sempre del CIES, inerente i maggiori campionati europei, aveva stabilito che nella serie A italiano il tempo medio di permanenza di un allenatore è attorno ai 9 mesi. Ovviamente si tratta di numeri che contano molto relativamente se lasciati privi di adeguato contesto e di un’analisi di merito. Nel caso della SPAL si può dire che i cambi, fino all’avvicendamento tra Semplici e Di Biagio, si siano quasi sempre rivelati azzeccati.

Massimo Gadda prese il posto di Leonardo Rossi a ottobre 2013, dopo un avvio stentato in un campionato di Seconda Divisione Lega Pro al quale la SPAL aveva preso parte con una rosa assemblata piuttosto in fretta. La media esatta di un punto a partita all’epoca era considerata insufficiente per conseguire un posizionamento nei primi otto posti della classifica, che sarebbero valsi la promozione nell’anno della riforma dei campionati. Gadda alzò il ritmo, grazie anche ad un mercato di riparazione decisivo, e chiuse con una media di 1,73 (6° posto, +4 sui playout). Non fu sufficiente, perché di lì a poco la società fece sapere di voler affidare la squadra ad un tecnico già abituato alla categoria.

Nell’estate 2014 la prima scelta era senza alcun dubbio Paolo Indiani, all’epoca allenatore del Pontedera, ma per varie ragioni non se ne fece nulla. Venne quindi scelto Oscar Brevi, preferito – per stessa ammissione del presidente Mattioli – ad Antonino Asta e Leonardo Semplici. Un rendimento mediocre (1,33 punti), un gioco a tratti inguardabile e una certa difficoltà nello stabilire una reale sintonia con dirigenza, stampa e pubblico finirono col costargli il posto a favore di Leonardo Semplici. Riassumere la storia ferrarese del mister di Tavarnuzze è praticamente inutile, la conoscono tutti da quanto è stata eccezionale. Va detto però che anche lui ha rischiato tantissimo, andando vicino all’esonero in almeno due occasioni. La prima a febbraio 2018 quando un suo avvicendamento con Andrea Mandorlini sembrava ormai imminente e la seconda a dicembre 2019, quando da Ferrara partì una telefonata a Gianni De Biasi. In entrambi i casi vinse la prudenza e in quello del 2018 fu premiata, come ammesso da giocatori e dirigenti a salvezza acquisita.

Il campionato in tempo di pandemia ha gravemente condizionato l’operato di Luigi Di Biagio, ingaggiato a febbraio 2020 per tentare una disperata rincorsa alla salvezza. La mossa venne definita “probabilmente tardiva dal presidente Mattioli, salvo poi essere riconsiderata come errata a svariati mesi di distanza. Fatto sta che la SPAL di Di Biagio verrà ricordata come una delle più imbarazzanti che si ricordino, tanto da aver fatto registrare almeno due record negativi: quello del primo campionato chiuso all’ultimo posto nell’intera storia del club e quello della più lunga striscia negativa di partite perse.

Ora tocca a Rastelli provare a migliorare l’operato di Marino. L’allenatore di Marsala lascia una SPAL da 1,45 punti di media, ma che nelle ultime dieci ha rallentato fino a scendere fino a 0,9. In ballo c’è la partecipazione ai playoff con relativo tentativo di risalita. Mica poco.