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L’esonero di Pasquale Marino ha inevitabilmente alimentato degli interrogativi sulla solidità del progetto tecnico della SPAL e in circostanze simili tocca al direttore sportivo provare a fornire delle chiavi di lettura sensate.

Giorgio Zamuner non si è sottratto a questo compito nel giorno della presentazione di Massimo Rastelli: “Nessuno di noi si voleva trovare in questa situazione. L’andamento dell’ultimo periodo non soddisfaceva la società e ci siamo trovati costretti a dover correre ai ripari. Mister Marino ha lavorato con impegno, dedizione e competenza, ma quando non arrivano i risultati la scelta è quella cambiare il mister. Rastelli è stato scelto perché può avere le caratteristiche giuste per far rialzare la squadra. Oggi dobbiamo essere bravi a concentrarci sull’obiettivo minimo, centrandolo con grande determinazione e quindi giocarci il nostro sogno attraverso i playoff. Ho approcciato il nuovo mister dicendo che la mia idea è di portare fino in fondo un progetto. Quello che è accaduto con Marino non la considero una sconfitta personale, semplicemente non eravamo in linea con le aspettative e con quanto mostrato dalla squadra nella prima parte della stagione. L’andamento è diventato progressivamente lento, non ci siamo piantati tutti d’un colpo. Non trovo carenze particolari in questa squadra. Forse è stato perso un po’ d’entusiasmo e alcuni hanno pensato fosse faticoso stare in alto. Ma la serie B dimostra che se tieni il ritmo degli altri vinci, se invece provi ad addormentare le partire si fatica di più“.

Nel valutare il percorso bisogna tenere presente che questa è una stagione completamente atipica nella quale non c’è stato il ritiro estivo, le partite sono continue e di fatto in allenamento si fa molto poco. Per non parlare dell’assenza del pubblico, che qui a Ferrara può avere un peso determinante. Purtroppo ad un certo punto ci siamo incartati e non siamo più stati la squadra spumeggiante delle prime partite. Il gruppo ha dei valori e il presidente ha sottolineato che i giocatori devono fare di più in termini di atteggiamento e voglia di ottenere il risultato. Abbiamo tutto il tempo e le capacità per rimettere in carreggiata la stagione“.

La strategia di mercato della società era chiara fin dall’inizio, a me e a Marino. Probabilmente chiudendo l’andata in una certa posizione il primo pensiero era quello di rinforzare ulteriormente. In realtà sapevamo tutti quali erano le nostre possibilità. Nel mercato invernale sono andati via tre giocatori tra virgolette importanti, ma non è che avessero fatto tutte queste partite. Bene o male siamo rimasti gli stessi del girone d’andata, come minimo la squadra è stata riequilibrata ma non indebolita. Forse ci si aspettava chissà quale attaccante, ma ne abbiamo preso uno forte che ha solo bisogno di tempo (Tumminello) e un altro (Asencio) che ha dimostrato d’essere altrettanto, ma che ora è infortunato. Oltre a loro sono arrivati un giocatore carismatico come Mora e un altro giovane come Segre che era seguito da molte altre squadre. Se oggi andassimo dagli allenatori di serie B a chiedere un’opinione sui nostri giocatori non troveremmo nessuno pronto a dire che non sono tra i migliori della categoria“.

Non credo nemmeno che alcuni giocatori si siano intristiti perché convinti di poter andare via. Forse lo erano di più l’estate scorsa, ma a gennaio ci siamo trovati a poca distanza dalla promozione diretta. Dubito anche che la squadra possa aver pensato che la società avesse ad un certo punto abbandonato l’idea di andare in serie A. L’obiettivo è sempre stato preciso. Anzi, dopo gennaio io avrei preso ancora più carica nel vedere che la società credeva in loro e non ha ritenuto di dover prendere chissà chi per soddisfare le aspettative stagionali. Se hanno ragionato al contrario si sono creati un alibi“.