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Trentadue anni, 194 centimetri di statura, nazionale albanese, da ormai due anni difende egregiamente i pali biancazzurri: l’identikit è quello di Etrit Berisha, protagonista indiscusso in campo e beniamino dei tifosi (come dimostrato dalla nostra personalissima classifica stilata sulla base dei risultati delle pagelle fai-da-te). A tre giorni dalla ripresa del campionato, il numero uno spallino è stato messo a disposizione dei giornalisti per una conferenza stampa (via Skype).

NUMERO 1 – “Non è semplice sentirsi il numero uno, cerco di lavorare sempre duramente per mantenere la forma e fare la differenza in partita. Per questo mi impegno duramente anche con tutta la squadra per puntare più in alto possibile, soprattutto per tornare in serie A. Sono cosciente delle mie potenzialità, ma il calcio non è fatto di singoli. Cerco di fare sempre le cose bene e di aiutare la squadra come posso. Scendere di categoria non è stato facile per nessuno: dobbiamo dimostrare la nostra forza anche in questo che è un campionato difficilissimo, per riportare la squadra dove c’è più divertimento, dove incontri le squadre più forti negli stadi più belli e tutto ciò che ne consegue“.

OBIETTIVO PROMOZIONE – “Ci sono stati diversi fattori che hanno inciso sulla mancata promozione diretta. Più di altri abbiamo secondo me sofferto di diversi importanti infortuni e non siamo riusciti a mantenere lo stesso livello delle prestazioni in casa e fuori casa. Questo ci ha penalizzati abbastanza e dopo ciò abbiamo perso un po’ la fiducia, perché giocare bene in casa mentre fuori non siamo riusciti a mantenere lo stesso livello di prestazione è stata una cosa difficile da gestire. Non so ancora spiegarmi perché non siamo riusciti a fare le stesse cose sia in casa sia fuori casa: giocare fuori è sempre più complicato, ma con le qualità che abbiamo dobbiamo dimostrare il nostro valore. Abbiamo ancora tempo per recuperare e ora dobbiamo cercare di arrivare più in alto possibile per aumentare le possibilità ai playoff. Dobbiamo cercare di raggiungerli e di avere più punti possibili per essere messi meglio in classifica, poi tutte le partite saranno da dentro o fuori. Andiamo per un passo alla volta: prima guadagniamoci più punti possibile, poi pensiamo ai play-off. Secondo me abbiamo tutte le possibilità per fare bene, per essere protagonisti e tornare in serie A“.

DIFESA A 3 O A 4 – “Non direi che per un portiere cambi tantissimo. Il cambio di modulo è stata secondo me una decisione del mister per colpa di qualche infortunio, poi ci siamo adeguati bene anche a quattro e quindi non penso che per un portiere sia un fattore determinante. Quando cambi formazione e riesci comunque a giocare una bella partita è sempre una soddisfazione. Sulla costruzione dal basso penso di aver fatto un salto di qualità importante con Semplici, perché a lui piaceva molto iniziare l’azione dal fondo. Mi sono divertito anche perché penso che un portiere deve avere sempre il coraggio di giocare la palla, soprattutto per le situazioni difficili che possono crearsi nel pressing avversario. Mi piace molto giocare con i piedi, ma per come giochiamo ora lo faccio quando ne ho la possibilità: in questa categoria ci sono meno possibilità perché ci sono tanti giocatori nuovi e con meno esperienza, quindi molte squadre non si prendono il rischio di impostare da dietro e preferiscono andare con la palla lunga. Da inizio campionato abbiamo cercato di giocarla solo nelle situazioni in cui ce n’era la possibilità, non come gli anni precedenti“.

VOGLIA DI A – “La voglia di tornare nella massima serie c’è sempre stata, passare un anno in B non è stata una decisione facile, ma per come sono andate le cose ho preferito rimanere qui. Conosco la società e ci tengo tanto a tornare in A con lei. La mia decisione è stata sicuramente più comoda rispetto all’idea di andare in una qualunque squadra di serie A. Sono molto concentrato nell’aiutare la mia squadra e ogni partita è come una finale per me e per tutti i miei compagni. Non so ancora sinceramente cosa mi riserverà il futuro. Le prossime partite sono decisive per tutti. Non ho ancora parlato con la società del mio futuro (il suo contratto scadrà nel 2022, ndr). Penso sia ancora presto, dipende anche da come andranno le cose in questo finale. Penso che a fine mese se ne saprà di più”.

CAMBIO IN PANCHINA – “Con Marino abbiamo fatto abbastanza bene, direi che ci sono mancate delle buone prestazioni fuori casa. Però il mister ha preso in mano la squadra dopo la retrocessione, per tutti noi è stato un colpo duro da incassare e ritrovarsi a giocare la partite una categoria più sotto è stato davvero pesante. Dopodiché ci siamo ripresi e abbiamo avuto nuove difficoltà. C’è stato un momento molto difficile per noi e per il mister. Il cambio di allenatore forse è stato necessario perché la squadra non riusciva a reagire di fronte a ciò che voleva il mister. Rastelli ha cercato di rimetterci in sesto in termini di fiducia, forse non chiedendo tanto inizialmente e provando a tirare fuori tutto quello che avevamo dentro, introducendo il suo lavoro piano piano. Si è visto da subito che la squadra ha reagito e cercato di fare meglio, ma la strada da fare è ancora lunga: tutte le partite ora sono più difficili“.

LINEA VERDE – “Demba (Thiam) penso abbia fatto veramente un salto di qualità dallo scorso anno a questo. Ha avuto la possibilità di giocarsi le sue carte e ha fatto delle belle partite: è un ragazzo giovane che deve ancora crescere ma sono sicuro avrà un futuro perché è molto serio e lavora duro. Galeotti ho avuto possibilità di vederlo perché è aggregato spesso alla prima squadra: è sicuramente uno che può fare una grande carriera, lavora sodo ed è serio. Dall’anno scorso ha fatto un bel salto pure lui, quindi penso che per i prossimi anni la SPAL possa evitare di comprare dei portieri (ride, ndr)”.

COVID – “Veramente un momento difficile per tutti, anche per me che sono stato il primo giocatore professionista a finire in ospedale. Vedi le persone da tutte le parti nei corridoi che chiedono aiuto, quelli che faticano a respirare: un’esperienza davvero dura. Adesso finalmente vediamo una luce in fondo al tunnel, i vaccini danno la speranza di poter sconfiggere il virus e di questo non posso che essere contento: non vogliamo che questo periodo si ripeta e che si prolunghi”.

NAZIONALE – “Crediamo tantissimo nel miracolo della qualificazione ai mondiali e nel gruppo che abbiamo, perché ci sono tanti ragazzi che giocano in squadre importanti e abbiamo un allenatore esperto come Reja che cerca di dare un aiuto a tutti. Le squadre che dovremo affrontare sono tostissime, ma a mondiali ed europei sei dentro o fuori, quindi essere terzi o quarti non è un obiettivo. Per noi l’obiettivo è arrivare almeno secondi per poi giocarci le nostre carte. Se parlo con Reja della SPAL? Lui è veramente innamorato di Ferrara e della SPAL, se gli chiedo una qualunque cosa lui sa rispondere, tanto che ogni tanto scherziamo e gli dico ‘Ohi mister, Ferrara non è mica New York!’: ci tiene davvero tanto, sia alla squadra sia alla città“.