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Brescia-SPAL (35^ giornata di serie B) è finita 3-1, ma oltre al risultato com’è andata? Vediamolo nel dettaglio con un’analisi approfondita.

L’AVVERSARIO
Il Brescia che accoglie la SPAL non è sicuramente nel suo momento migliore dopo aver raccolto 2 punti nelle ultime 3 partite contro Reggiana, Pescara ed Empoli. Reduce da ben quattro cambi di guida tecnica, con lo spagnolo Clotet il club del presidente Cellino ha trovato una continuità di risultati che consente di essere ancora in corsa per i playoff.

Di consueto si schiera con la linea di difesa a quattro e un centrocampo composto da tre elementi di alta qualità, di partita in partita infatti giocatori come Bjarnason, Ndoj e Jagiello agiscono indistintamente da mezzali o trequartisti. In attacco invece accanto all’imprescindibile Ayè (11 gol e 4 assist in 33 partite) agisce Ragusa, con l’islandese Bjarnason pronto a supportarli partendo qualche metro indietro.

Formazione
4-3-1-2
Joronen;
Mateju, Cistana, Mangraviti, Martella (77′ Pajac);
Bisoli, Van de Looi, Ndoj (69′ Jagiello);
Bjarnason;
Ayé (80′ Labojko), Ragusa (69′ Donnarumma).

LA SPAL
Terza partita consecutiva col 4-3-1-2, ma con tanti cambi rispetto alla sconfitta casalinga con l’Ascoli. Sernicola preferito a sinistra rispetto a Ranieri, davanti alla difesa ritroviamo Esposito e non Viviani, con Mora mezzala sinistra al posto di Missiroli. Tre cambi su tre anche in attacco dove Murgia viene schierato trequartista (Valoti fuori per infortunio), mentre davanti a lui Paloschi e Strefezza sostituiscono Di Francesco e Floccari.

Formazione
4-3-1-2
Berisha
Dickmann (46’ Sala), Tomovic, Okoli, Sernicola (83’ Spaltro);
Segre (82’ Asencio), Esposito, Mora;
Murgia (60’ Di Francesco);
Paloschi (60’ Floccari), Strefezza.

LA PARTITA
Partita è risultata statisticamente equilibrata. Il risultato finale denota da parte del Brescia una maggiore lucidità nei momenti chiave, con la SPAL che non è riuscita a sfruttare le occasioni più nitide che ha avuto per finalizzare. Dato leggermente in controtendenza con il gioco spallino è quello del possesso palla: di solito superiore a quello avversario a prescindere dal risultato. In questo caso la minor percentuale non è dovuta tanto all’iniziativa dei padroni di casa, quanto alla scelta di saltare la fase di costruzione bassa, verticalizzando direttamente per poi cercare di sviluppare nella metà campo avversaria.

La SPAL, specialmente nella prima mezz’ora (indicativamente fino al gol dell’1-0), ha faticato ad arginare le azioni avversarie sul proprio lato sinistro. Bjarnason in possesso palla ha sempre occupato il campo in ampiezza, sfruttando l’uscita di Sernicola sul terzino Mateju, trasformando di fatto quella del Brescia in una linea d’attacco a tre. Sulla stessa catena è stato difficile contenere Bisoli: ruotava sotto per permettere a Mateju di alzarsi, per poi attaccare la profondità a palla aperta, riuscendo così a ricevere diverse volte palla sul fondo. Esempio in foto al minuto 8’, quando Berisha ha respinto il suo tiro-cross effettuato da dentro l’area di rigore, concedendo un calcio d’angolo.

La strategia della SPAL è sembrata chiara e coerente per tutta la gara, evidenziando sin da subito da volontà di entrare in zona di rifinitura con i terzini per poi cercare il cross. Per riuscirci si è:

* limitata quanto più possibile la costruzione bassa, cercando di far entrare in possesso palla Sernicola e Dickmann oltre il centrocampo; * tenuti alti linea difensiva e baricentro;
* cercato di ridurre le distanze tra i reparti per controllare le seconde palle.

Sullo 0-0 anche la SPAL ha avuto le sue occasioni per sbloccare la partita: proprio su cross di Sernicola al 22’ Segre colpisce da solo in area di rigore, ma il portiere avversario riesce a parare.

Nonostante lo svantaggio sugli sviluppi di un calcio d’angolo, la squadra di Rastelli non ha modificato la propria strategia. Al contrario ha continuato a cercare di arrivare al cross dal lato sinistro, dove la catena composta da Sernicola, Mora e Strefezza ha lavorato per lasciare proprio il terzino spallino come uomo più avanzato in fase di possesso. Con Mora bloccato vicino alla difesa nel prosieguo della partita si è riusciti ad arginare meglio le iniziative bresciane, che da lì in avanti difficilmente hanno permesso di sfondare lateralmente.

Nel finale di primo tempo la SPAL ha un’altra nitida occasione da gol, con un’azione quasi fotocopia di quella al 22’. Questa volta al 40’ è Murgia a raccogliere la palla messa in mezzo da Sernicola, la sua conclusione viene però ribattuta dall’intervento di Mangraviti che salva il risultato. Al termine del primo tempo sono 10 i tentativi di cross tentati:
6 dalla sinistra, di cui 5 di Sernicola;
4 dalla destra, di cui 1 solo di Dickmann;
Forse è proprio per il mancato apporto alla fase offensiva che durante l’intervallo Rastelli sceglie di sostituire Dickmann con Sala, lasciando il neo entrato a sinistra e spostando Sernicola a destra.

Nel secondo tempo, con la SPAL alla ricerca del pareggio, è stato più difficile mantenere la squadra corta. Nell’azione che porta al gol del 2-0 (Ayè) si può notare sia la distanza tra la linea difensiva e il centrocampo, sia la lettura sbagliata da parte del reparto. Con Okoli uscito su un precedente contrasto, anche Tomovic rompe la linea cercando di contendere la palla ad Ayè. Con entrambi i centrali fuori Sala mantiene l’unica linea di copertura disponibile verso l’esterno e non può intervenire quando i compagni vengono scavalcati.
Sugli sviluppi, dopo l’iniziale errore di Ragusa a tu per tu con Berisha, è Ayè a raccogliere un retropassaggio al limite dell’area, con la difesa totalmente schierata al suo interno e con il centrocampo lontano per poter intervenire.

L’immediata risposta biancazzurra con il gol del 2-1 di Strefezza nasce più dalle qualità individuali del singolo che dalle trame di gioco della squadra. Per tutto il corso della partita il giocatore brasiliano si è proposto cercando di staccarsi quanto più possibile dalla difesa avversaria, cercando di ricevere tra le linee. Questa tendenza è stata accentuata nel corso del secondo tempo, quando con l’ingresso di Floccari e Di Francesco è toccato a lui a passare nel ruolo di trequartista al posto di Murgia. Nonostante la sua vivacità lo abbia portato a catalizzare molti palloni in zona centrale, il gioco della SPAL ha continuato a svilupparsi sugli esterni.

Come nel primo tempo, anche nel secondo si registrano 10 tentativi di cross:
6 dalla sinistra, di cui 4 di Sala;
4 dalla destra, di cui tutti e 4 di Sernicola;

e a fine partita i giocatori che hanno tentato di più il cross sono:
Sernicola, 9 di cui 5 da sinistra e 4 da destra;
Sala, 4 di cui 4 da sinistra;
Mora, 2 di cui 2 da sinistra;
Esposito, 2 di cui 2 da destra.

Di seguito il gol di Strefezza, che attraverso un’iniziativa personale trasforma una palla chiusa al limite dell’area in una conclusione in porta, nonostante la difesa schierata all’interno dell’area e una buona densità in zona palla da parte del Brescia. Sugli esterni si possono notare Sala e Sernicola sempre propositivi ad occupare in ampiezza per andare eventualmente al cross.

Il gol del definitivo 3-1 bresciano ad opera del neo entrato Jagiello deriva da una lettura sbagliata in transizione difensiva. Il Brescia recupera una palla ribattuta da Okoli e successivamente sia Esposito sia Segre escono in avanti per cercare di recuperare il pallone, ma vengono aggirati da un cambio di gioco di Jagiello (che prosegue la corsa senza essere seguito) sul lato opposto per Mateju. A questo punto sia Esposito, ma ancora di più Segre, sono in ritardo sui diretti avversari e vengono tagliati fuori dal passaggio quasi orizzontale che si trasforma in assist. Lo stesso calciatore polacco che aveva iniziato l’azione riceve solo direttamente dentro l’area di rigore dopo il velo di Ayè, che aveva impegnato in marcatura Sernicola.

SPAL IN POSSESSO PALLA
2-3-2-1-2
Strategia molto diversa rispetto ad altre partite per quanto riguarda la gestione del possesso palla. Berisha stesso per 5 volte su 8 su rimessa dal fondo sceglie di calciare lungo per oltrepassare il centrocampo, mentre le altre volte è il centrale che – dopo aver attirato una blanda pressione avversaria – cerca il terzino (se chiaramente libero) o la punta che si stacca dalla difesa avversaria, in questo caso preferibilmente Paloschi. In posizione di sviluppo, dopo aver mantenuto il possesso o conquistato una seconda palla, si cerca di favorire l’attacco della profondità da parte dei terzini, con Strefezza che predilige abbassarsi sulla stessa linea di Murgia per attirare fuori la difesa. In fase di rifinitura con palla laterale e possibilità di cross si cerca di portare in area:
* una punta (Paloschi) e un trequarti (Murgia) o due punte (Floccari, Di Francesco);
* una o due mezzali;
Mentre Strefezza (168cm) dopo esser venuto incontro rimane al limite dell’area per raccogliere un passaggio all’indietro o una ribattuta.

SPAL IN NON POSSESSO PALLA
4-3-1-2
In fase difensiva si è aspettato il Brescia fino alla trequarti, con le due punte strette e il trequarti più basso sulla linea del centrocampo in caso di palla aperta sul portiere, pronto a risalire per schermare Van de Looi centrale in caso di passaggio corto. Sul giro palla avversario le mezzali escono sui terzini, mentre Bjarnason cerca di attirare fuori linea Sernicola sulla sinistra, Esposito rimane basso per entrare accanto a Okoli o Tomovic, o per seguire un taglio.

 

Sergio Restano ha trent’anni, è allenatore UEFA C e ha la qualifica di match analyst professionista.