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Nel postpartita di SPAL-Frosinone 0-1 Massimo Rastelli evitare di gettare la croce addosso ai giocatori, ma non riesce a nascondere l’evidente delusione per la piega presa dalla SPAL nelle ultime tre giornate.

Abbiamo perso una partita oltre i nostri demeriti, decisa da alcuni episodi che l’hanno incanalata verso la squadra che ha segnato per prima. Abbiamo fatto secondo me un discreto primo tempo, cercando di andarci a creare i presupposti per andare in vantaggio. Abbiamo avuto una grandissima occasione con Floccari e altre due o tre situazioni potenziali in cui potevamo fare meglio. A inizio ripresa non siamo partiti benissimo e ci siamo fatti male da soli, regalando il calcio di rigore al Frosinone. Abbiamo cercato in tutti i modi di riprenderla, c’è stata una grandissima occasione con Asencio e alcuni altri episodi che sicuramente potevano girarci meglio. Ai ragazzi sinceramente posso rimproverare poco sotto l’aspetto dell’impegno, hanno dato tutto quello che oggi potevano dare. Naturalmente non è bastato e non basta, soprattutto aver avuto poca lucidità in alcuni momenti della gara è bastato per deciderla“.

Il nervosismo è dovuto al fatto che nelle ultime settimane abbiamo perso, non ci sono stati risultati positivi, c’è frustrazione perché una cosa è quello che si produce in settimana durante gli allenamenti e gli esiti delle ultime tre partite sono di segno diverso. Di conseguenza c’è quella paura, quel timore di non farcela, di non riuscire a raggiungere quello che per noi per ora è l’obiettivo minimo. Così anche le giocate più semplici, anche da giocatori che hanno maggior qualità e potrebbero darci quel qualcosa in più negli ultimi venti metri, non riescono a tramutarsi in azioni pericolose. Su questo dobbiamo cambiare la tendenza e cercare di avere lo stesso la fiducia visto che le qualità non mancano, meglio sbagliare per presunzione che per paura“.

Oggi ci sono state situazioni in cui potevamo gestire meglio la palla. Però credo che l’interpretazione a inizio gara sia stata giusta: siamo andati a prenderli aggressivi, tosti nei contrasti, abbiamo conquistato le seconde palle. Poi nel finale sono subentrate l’ansia di riprendere la gara e la stanchezza. Qualcosa di meglio si doveva fare, ma non c’è stata superficialità né voglia di tirare indietro la gamba. I giocatori hanno dato tutto quello che in questo momento potevano dare. Lo so che non è abbastanza, ma dobbiamo recuperare velocemente energie fisiche e mentali e pensare alla prossima partita, non ci sono altre cose da fare“.

Le prossime due partite sono alla nostra portata. Sappiamo che la Reggiana venerdì si giocherà tutte le sue chance per salvarsi, ma d’altro canto anche noi ce le dobbiamo giocare tutte per rientrare nei playoff. Pensiamo alla prossima, poi vedremo l’ultima, ma tutto passa per Reggio Emilia: se torniamo a casa con una vittoria, nell’ultima in casa con la Cremonese potremmo staccare il pass per i playoff, altrimenti sarà molto difficile. Calcoli non ne abbiamo mai fatti, abbiamo sempre pensato a noi stessi, cercando di fare più punti possibili. Il paradosso è che nel momento più esaltante, dopo la vittoria di Lecce, con la sconfitta di Ascoli e la perdita di giocatori importanti la squadra ha perso qualità e ha dovuto fare a meno per tanto tempo degli attaccanti. Alcuni sono rientrati, ma in condizioni non ottimali, e così tanti giocatori assenti non puoi concederli a nessuno in questo momento“.

Il modulo di gioco è stato modificato perché volevo dare solidità alla squadra ed evitare di regalare troppi spazi agli avversari che si sarebbero schierati col 352. L’andamento del primo tempo era in linea con la strategia, infatti non abbiamo concesso occasioni, tranne un paio di palle inattive. Peccato che nel secondo tempo non siamo riusciti a tenere alta la concentrazione e ci siamo fatti male da soli. Da lì recuperare il gol di svantaggio è diventato come scalare una montagna“.

A fine gara preferisco non parlare alla squadra negli spogliatoi, perché a caldo, con l’adrenalina a mille, c’è nervosismo. Preferisco farlo con calma domani. Per Reggio Emilia forse c’è la possibilità di recuperare Viviani, ma con un grosso punto interrogativo, Valoti sicuramente no, mentre Vicari è da valutare, si allena col gruppo in modo discontinuo. La SPAL non è Valoti-dipendente, ma in questa fase cruciale della stagione non avendo al 100% giocatori come Asencio e Paloschi, dover chiedere uno sforzo eccessivo a un giocatore come Floccari, che deve reggere da solo tutto il peso dell’attacco, non è semplice. Valoti sa giocare tra le linee, dà fisicità, è bravo negli inserimenti senza palla, per noi è stata una grandissima perdita. Detto questo, nelle ultime due partite potevamo portare a casa un risultato positivo anche senza Valoti“.

Sono sempre il responsabile numero uno dei risultati e delle prestazioni della squadra. Da quando sono arrivato ho cercato di entrare nella testa dei ragazzi, cercando di dare loro tutti i supporti e gli strumenti perché rendessero al massimo delle loro capacità. In base ai giocatori che ho a disposizione e alla partita che andiamo a fare scelgo gli interpreti iniziali e le sostituzioni a partita in corso. Per quattro partite è andato tutto bene, poi nessuno si poteva aspettare che le successive tre gare portassero zero punti con prestazioni molto al di sotto delle nostre potenzialità. Anche in questi momenti così negativi dobbiamo cercare di pensare sempre positivo, perché il nostro lavoro è questo, in un attimo di una partita ti può cambiare le sorti della stagione“.

Dai dati che abbiamo escludo problemi di condizione fisica, salvo per quei giocatori che provengono dagli infortuni. Si allenano tutti ad alto ritmo, lo hanno fatto anche nella settimana della sosta. Il ritiro proseguirà fino alla fine della stagione regolare, per avere la possibilità di fare ancora più gruppo e cercare di rientrare tra le prime otto“.