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A due settimane esatte dall’epilogo del campionato 2020/2021 non ci sono ancora indicazioni precise sulla direzione che intraprenderà la SPAL nella prossima stagione. Proprietà e dirigenza hanno scelto di non esprimere pubblicamente – almeno per il momento – un giudizio sull’operato di Massimo Rastelli, malgrado il diretto interessato abbia immediatamente rinnovato la sua disponibilità a proseguire il percorso avviato nello scorso marzo. La sensazione è che le probabilità di una prosecuzione del rapporto siano basse, anche se tutto dipenderà dal budget e dal progetto tecnico in discussione nel corso di queste settimane. I due temi sono intrecciati e non possono essere separati.

PREMESSA: IL SILENZIO
Fin dal post-partita di SPAL-Cremonese la dirigenza ha fatto la scelta di non esporsi con dichiarazioni di alcun tipo e chi pensava che sarebbe stato organizzato un appuntamento di fine anno con la stampa è rimasto deluso, almeno finora. Niente fa pensare che qualcosa sia in programma all’interno di questa settimana, per cui è presumibile che qualunque considerazione verrà rinviata al momento di delineare i piani per la prossima stagione. In altre parole: pietra sopra al campionato 2020/2021 e spazio ai nuovi progetti appena saranno chiari.

La SPAL non è l’unica società ad aver scelto questa strategia (non) comunicativa nel contesto della serie B, ma fa parte di una minoranza. Nel corso delle ultime due settimane non si sono registrati particolari segni di vita nemmeno da parte di Brescia, Frosinone, Cremonese, Pisa e Pescara, mentre altrove sono state organizzate conferenze stampa di fine stagione o sono state rilasciate interviste di vario genere.

BUDGET
Nelle rare apparizioni mediatiche della stagione tanto Simone Colombarini quanto Walter Mattioli hanno sottolineato più volte come per il futuro più immediato sia prioritario, se non proprio vitale, ridimensionare e non poco le spese sostenute dal club. Il monte ingaggi della SPAL, anche a fronte delle cessioni di gennaio e le scadenze contrattuali di giugno 2021, resta a livelli insostenibili per gli standard della serie B. Solo il Monza ha chiuso l’annata con costi più alti di quelli della SPAL, producendo perdite per oltre 26 milioni di euro solo nel 2020. La differenza principale sta nella disponibilità economica delle rispettive proprietà. Fininvest – che controlla la società brianzola – ha un fatturato che è quasi 105 volte quello di Vetroresina.

La cautela dei Colombarini è quindi giustificata, a maggior ragione dopo un anno e mezzo di ricavi quasi azzerati e con prospettive ancora abbastanza incerte sui termini di riapertura degli stadi, almeno per quanto rimane del 2021. Se il prossimo campionato dovesse iniziare con le norme in vigore dal 1 giugno, la SPAL potrebbe garantire l’accesso al “Paolo Mazza” per poco più di 4.000 spettatori. Molti meno di quanti stanno ancora attendendo la compensazione per la parte di abbonamento (7 partite) non utilizzata nel 2019/2020.

Molti dei programmi a breve-medio termine dipenderanno quindi dalla capacità della SPAL di liberarsi di contratti pesanti, sia attraverso cessioni più o meno remunerative, sia mediante prestiti e scambi per alleviare il peso sui conti. A febbraio 2021 Simone Colombarini aveva indicato in “17-18 milioni di euro” il monte ingaggi con il quale la società avrebbe iniziato il campionato 2021/2022. All’interno di questa stima è compreso anche l’enorme contratto di Kevin Bonifazi (fino al 2025), che ha trascorso la stagione in prestito all’Udinese. Il difensore ha giocato 32 partite ed entro il 16 giugno il suo trasferimento può essere reso definitivo in cambio di una somma attorno ai 7 milioni di euro. L’eventuale riscatto dipenderà dalle scelte dell’Udinese circa il progetto tecnico, visto che Luca Gotti non dovrebbe essere confermato in panchina.

La media del monte-ingaggi delle società di serie B in questa stagione era di circa 10 milioni di euro ed è quella l’area nella quale la SPAL vorrebbe provare a collocarsi per evitare pericolosi scompensi di bilancio. Per ottenere un dimagrimento così significativo bisognerebbe non solo cedere Bonifazi, ma anche riuscire a trasferire altrove i giocatori con contratti da serie A come Berisha, Vicari, Murgia, Valoti, Viviani e Di Francesco. Impresa che si annuncia quasi proibitiva per il ds Zamuner, che senz’altro riceverà proposte per il portiere e per il centrocampista capocannoniere della squadra, mentre avrà vita difficile per il resto della truppa. La parola d’ordine è “sostenibilità” e ancora una volta saranno le strategie economiche a delineare con chiarezza il perimetro del progetto tecnico.

PROGETTO TECNICO
Si diceva di Rastelli: l’allenatore, a scadenza il prossimo 30 giugno, s’è detto disponibile a proseguire il suo incarico, ma resta da capire come la pensano negli uffici di via Copparo. All’indomani della conclusione del campionato i segnali lasciavano pensare a un raffreddamento dei rapporti tra società e tecnico e se in due settimane non è ancora arrivato un qualunque annuncio sembra ormai chiaro che entrambi si stiano guardando attorno. Rastelli, almeno secondo indiscrezioni di stampa, potrebbe addirittura far parte della (lunga) fila per la successione di Christian Brocchi al Monza. In chiave SPAL sono usciti diversi nomi, sia tra tecnici provenienti da serie C, sia tra vari habitué del campionato cadetto.

La scelta prescinde inevitabilmente dal budget. Non solo per l’ingaggio che potrebbe essere corrisposto all’allenatore, ma soprattutto per i tratti del progetto tecnico che si avrebbe intenzione di allestire. Il nome della SPAL è ancora molto ambito nel panorama calcistico italiano, ma ambizioni al ribasso potrebbero scoraggiare allenatori alla ricerca di gloria. Per questo non è da escludere che la scelta possa ricadere su un profilo che punta a fare un ulteriore salto di qualità nella propria carriera. A questo proposito i nomi – già circolati a vario titolo – di Viali (Cesena), Vecchi (Sudtirol) e Mignani (Modena) risponderebbero al requisito.

Il nuovo (o vecchio) allenatore dovrà senz’altro lavorare con un gruppo giovane, fatto soprattutto di giocatori in prestito, e che nella peggiore delle ipotesi includerà elementi scontenti (es.: Murgia) o a fine carriera (es.: Missiroli). In ogni caso il proposito generale è quello di rinnovare profondamente l’organico, inserendo anche alcuni degli elementi che si sono distinti nel campionato Primavera che si concluderà a metà giugno. In realtà il proposito di costruire una formazione vivace e affamata di successo c’era anche a luglio 2020, ma le buone intenzioni si sono infrante sulle enormi difficoltà presentate dal calciomercato.