Un pareggio in trasferta, in senso assoluto, non è (quasi) mai un risultato da disdegnare, almeno per gli standard culturali del nostro calcio. A maggior ragione se si ha la salvezza come obiettivo dichiarato. Soprattutto se arriva nell’ottava giornata di campionato. Ancora di più se si considera che il Cittadella in casa ha perso appena 4 volte (su 20) nell’anno solare in corso.
La SPAL ha valide ragioni per essere cautamente soddisfatta, seppure la vittoria manchi ormai da un mese. Anche se la partita del “Tombolato” è stata complessivamente brutta sotto il profilo estetico e ha riservato picchi di notevole obbrobrio (soprattutto nel primo tempo), ha anche fornito qualche elemento incoraggiante.
Il primo: la solidità difensiva. L’aveva chiesta – seppure tra le righe – Clotet alla vigilia ed è stata ottenuta con una prestazione attenta, anche se qualche eccesso di prudenza ha avuto dei riflessi sull’efficacia delle trame d’attacco. Il Cittadella non è propriamente una macchina da gol, ma è una squadra sempre insidiosa che sa colpire in diversi modi. Okwonkwo, uno dei vice-capocannonieri della categoria con 5 gol, è stato messo nel taschino da Vicari e Capradossi e qualcosa vorrà pur dire. Clotet aveva chiesto esplicitamente di ridurre al minimo gli errori, almeno i più evidenti, come quelli che a Pisa, Reggio Calabria e Terni erano costati il risultato utile. Detto, fatto. Non era scontato per una squadra che è ancora nel bel mezzo del suo percorso d‘apprendimento.
Il secondo: la squadra è apparsa ricettiva. All’intervallo ha compreso di aver faticato enormemente a costruire qualcosa di buono e nella ripresa è riuscita a cambiare ritmo e registro, seppur senza trovare il colpo decisivo. Per gran parte dei secondi 45 minuti il Cittadella ha dovuto soffrire più di quanto si potesse aspettare.
A fronte di questi due punti incoraggianti rimane comunque una vaga sensazione di insoddisfazione che forse può spiegare lo scontento più o meno intenso che attraversa i pensieri di una parte dell’opinione pubblica. La spiegazione potrebbe essere riconducibile soprattutto ai record negativi, almeno quelli misurabili, stabiliti domenica sera. Vale la pena elencarne qualcuno:
- minimo stagionale di Expected Goals (xG): 0,46
precedente negativo: 0,79 in Pisa-SPAL / media stagionale: 1,44 - minimo stagionale di tiri totali: 9
precedente negativo: 11 in Reggina-SPAL / media stagionale 18 - minimo stagionale di precisione nei passaggi: 72,2%
precedente negativo: 80,2% in Pisa-SPAL / media stagionale 83,8% - minimo stagionale di passaggi in avanti tentati: 100
precedente negativo: 112 in SPAL-Monza / media stagionale 136 - minimo stagionale di passaggi in avanti riusciti: 61%
precedente negativo: 66,6% in Pisa-SPAL / media stagionale: 74% - massimo stagionale di palle perse: 123
precedente negativo: 115 in Ternana-SPAL / media stagionale: 100
La SPAL, è un dato di fatto, non è riuscita quasi mai a sviluppare il gioco offensivo in verticale che piace a Clotet e che vorrebbe essere il marchio di fabbrica della stagione. Le ragioni possono essere diverse. La prudenza inconscia già menzionata precedentemente, ma anche la combattività del Cittadella. Diamo qualche merito agli avversari, è il caso di farlo. Sempre per rimanere nel campo del misurabile: la squadra di Gorini non aveva mai recuperato così tanti palloni in una singola partita in questo campionato (95 – media di 81) e mai commesso così tanti falli (24). La SPAL ha accettato questo tipo di confronto, di muscoli e di nervi, e ha dimostrato di poterlo reggere anche se non fa necessariamente parte della sua natura. Se questo servirà a vincere qualche partita brutta più avanti sarà senz’altro da considerare una buona notizia.
[foto Rubin]