SPAL-Alessandria (13^ giornata di serie B) è finita 2-3, ma oltre al risultato com’è andata? Vediamolo nel dettaglio con un’analisi approfondita.
L’AVVERSARIO
L’Alessandria di Moreno Longo si presenta al Mazza reduce da un punto nelle ultime tre partite. Rispetto alla sconfitta interna della 12^ giornata contro la Ternana (0-2) viene confermato il blocco centrale con la difesa e i mediani, mentre gli avvicendamenti riguardano gli esterni con Mustacchio sulla destra al posto di Pierozzi e Lunetta al posto di Beghetto (ex SPAL) sulla fascia opposta. Ad agire dietro la punta Corazza (5 gol in 12 presenze), assieme all’altra conferma di Chiarello come trequarti destro, parte dall’inizio Arrighini al posto del classe 1999 Kolaj.
Formazione
1-3-4-2-1
Pisseri;
Prestia, Di Gennaro, Parodi;
Mustacchio, Casarini, Milanese, Lunetta (65′ Pierozzi);
Chiarello, Arrighini (77′ Palombi);
Corazza (89′ Kolaj).
All. Moreno Longo.
LA SPAL
Nessuna sorpresa nella formazione scelta da Clotet, sempre nel segno della continuità rispetto al lavoro delle settimane precedenti. Dickmann torna a disposizione dopo l’infortunio alla caviglia e ritrova il posto da titolare a vantaggio di Peda.
Formazione
1-4-3-1-2
Seculin;
Dickmann (76′ Peda), Vicari, Capradossi, Tripaldelli (69′ Celia);
Esposito (69′ Rossi), Viviani, Mora (57′ Crociata);
Mancosu;
Melchiorri, Colombo (76′ Seck).
All. Josep Clotet
LA PARTITA
A differenza delle ipotesi della vigilia l’Alessandria gioca una partita tutt’altro che di difesa, affrontando costantemente gli avversari nella metà campo offensiva. Nonostante gli uomini di Clotet siano riusciti a gestire il possesso in costruzione per larghi tratti della partita, in fase di sviluppo e finalizzazione hanno faticato come raramente era accaduto in stagione: sono infatti solo 2 i tiri risultati nello specchio della porta a fine gara.
Succede praticamente tutto in un primo tempo in cui vengono segnati i cinque i gol della partita, con la SPAL che non riesce a sfruttare per due volte il vantaggio. Sia per l’una sia per l’altra squadra le situazioni favorevoli sono scaturite dalle rispettive corsie di destra, con delle circostanze ricorrenti che si possono chiaramente identificare.
La prima situazione è relativa al gol dell’1-0 di Mancosu realizzato al 20’. In seguito ad una rimessa laterale all’altezza del centrocampo, viene effettuato un cambio di gioco in orizzontale di Viviani su Dickmann a destra. Con la pressione portata dall’Alessandria con due trequartisti stretti, è un passaggio che spesso trova un uomo smarcato in ampiezza, specialmente perché gli ospiti portano l’esterno opposto dentro al campo (in questo caso Lunetta) per cercare la parità numerica.
Nel prosieguo dell’azione la difesa dell’Alessandria risponde all’uscita del proprio esterno ruotando tutti e tre i centrali di difesa in zona laterale, complice il posizionamento di Colombo (indicato con la freccia arancione) lungolinea. Questo adattamento che vede protagonisti anche Mustacchio e Milanese a comporre una linea a 5, crea difficoltà a leggere il taglio di Mancosu sulla palla aperta concessa a Dickmann. Una volta raggiunto il fondo è poi lo stesso trequartista spallino a finalizzare l’azione con un’iniziativa personale.
L’immediato pareggio arriva dopo nemmeno 4’. Su una punizione laterale a favore degli ospiti il pallone viene calciato indietro verso il centrale Di Gennaro, che sul pressing di Colombo lancia direttamente sopra la linea difensiva spallina, premiando l’inserimento di Chiarello che a tu per tu con Seculin non sbaglia. Utilizzando le immagini del VAR si può notare come la postura del corpo del terzetto Vicari – Capradossi – Dickmann indichi la preparazione “a scappare” a palla aperta dopo la risalita. Al contrario la postura di Tripaldelli suggerisce come sia ancora in corso proprio la risalita, quando il passaggio all’indietro avversario era già terminato.
In un’azione con molte analogie rispetto a quella del primo vantaggio, la SPAL realizza il gol del 2-1. Viene battuto velocemente un calcio di punizione sul lato sinistro, per un fallo commesso proprio dall’esterno opposto (Lunetta) ai danni di Mancosu. Anche questa volta il passaggio trova Dickmann solo sul lato destro, sul quale esce Parodi. Il terzino spallino sfrutta prima una triangolazione con Esposito, poi un’altra con Melchiorri (che a sua volta ha causato l’uscita di Di Gennaro), quindi riesce ad inserirsi nello stesso spazio sfruttato da Mancosu in precedenza, battendo il portiere avversario da posizione defilata.
A differenza della situazione che aveva causato il primo svantaggio, l’Alessandria ha reagito alla mancanza dell’esterno opposto uscendo dalla linea con i propri difensori nel tentativo di accorciare il più possibile sugli avversari. Così facendo la densità creata dalla SPAL in zona laterale ha attirato fuori dall’imbuto difensivo due centrali su tre, liberando ulteriore spazio, stavolta in profondità.
Il secondo pareggio dell’Alessandria arriva poco dopo la mezz’ora di gioco. Dopo aver recuperato il possesso con Capradossi, il centrale gioca all’indietro su Seculin per eludere la pressione di Corazza. Il portiere della SPAL di prima intenzione rinvia in zona centrale, dove gli avversari conquistano immediatamente palla. Sugli sviluppi è Arrighini a servire Mustacchio al limite dell’area, su cui Tripaldelli non accorcia immediatamente, ma copre bene lo specchio della porta all’avversario. È però al momento del tiro che il terzino si scompone con una rotazione del corpo errata, venendo punito dalla traiettoria che passa sotto le sue gambe prima di essere solamente respinta non proprio benissimo da Seculin. Proprio sulla respinta Corazza riesce ad avventarsi sul pallone prima di Capradossi e ribadire in rete.
Ancora una volta sugli immediati sviluppi di un rinvio di Seculin la SPAL subisce gol. Il portiere spallino, nonostante la mancanza di pressing avversario e soluzioni di passaggio più vicine a propria disposizione, opta per la costruzione diretta con un lancio lungo verso Melchiorri poco oltre la metà campo. Il duello aereo viene vinto da Di Gennaro e sulla transizione positiva esattamente come sul gol precedente è Arrighini a passare il pallone sull’esterno per l’accorrente Mustacchio. Qui il due contro uno viene gestito in maniera corretta da Mora e Tripaldelli, il quale indirizzando l’avversario lateralmente è sfortunato a vedersi passare anche questa volta sotto le gambe quello che poi risulta essere l’assist per lo stesso Arrighini che anticipa Vicari. In contemporanea l’atteggiamento all’interno dell’area di Esposito avrebbe potuto essere più rivolto a schermare il passaggio orizzontale, considerando l’inferiorità numerica creatasi a ridosso dell’area piccola.
Sempre in svantaggio nel secondo tempo, l’allenatore spallino al 69’ opta per l’ingresso di Rossi al posto di Esposito (oltre a quello di Celia per Tripaldelli). Come mezzala destra si abbassa Mancosu, con la posizione di trequartista occupata proprio da Rossi. Nel fotogramma relativo a pochi minuti dopo dal suo ingresso in campo, si nota una giocata proposta in maniera ricorrente: mentre una punta (più spesso Colombo) viene a ricevere incontro a ridosso del centrocampo, magari seguito in marcatura da un difensore come Di Gennaro in questo caso, Rossi attacca la profondità nello spazio liberatosi.
Proprio nello sviluppo dell’azione mostrata sopra, proseguita con il tentativo di servire Rossi con un cross dal lato sinistro, la SPAL guadagna il calcio d’angolo da cui scaturisce l’occasione più nitida per trovare il pareggio. Dopo la battuta in mezzo è infatti Celia ad avventarsi sul pallone in uscita della difesa avversaria. Il terzino, dopo essersi visto ribattuto il primo tiro, ha avuto la possibilità di effettuarne un secondo, questa volta infrantosi sul palo. Con il pallone ancora in gioco il più veloce a raccogliere la respinta è stato Capradossi, che già al momento del tiro aveva letto bene la situazione, ma anche il suo tentativo di ribadire il pallone in rete da breve distanza si conclude sul palo.
SPAL IN POSSESSO PALLA
1-4-2-4
Nonostante l’aggressività e il pressing spesso alto degli avversari, la SPAL è riuscita a gestire il possesso in fase di costruzione. L’uscita laterale è stata l’unica soluzione concessa, con l’Alessandria impegnato con la prima linea di pressione di tre giocatori concentrata al centro. Si è dovuto abbassare a ridosso dell’area di rigore un giocatore tra Viviani ed Esposito e far partire sia Dickmann che Tripaldelli molto più schiacciati del solito, per essere servibili lontano dai trequartisti avversari. Specialmente nel primo tempo (complice un progressivo calo del pressing nel secondo), la costruzione diretta è stata comunque utilizzata anche quando era possibile il mantenimento del possesso. In questo caso ovviamente gli uomini più ricercati sono stati Colombo e Melchiorri, con anche la partecipazione di Mora, primo ad essere sostituito al 57’ con Crociata, in una fase della partita in cui andava già scemando anche la necessità di verticalizzazioni.
Di seguito il fotogramma catturato nel momento di una costruzione diretta da parte di Seculin, con il lancio indirizzato a Melchiorri. La punta spallina riesce a controllare il pallone per l’accorrente Mancosu, che può successivamente attaccare la profondità in conduzione.
Le azioni sono state generalmente sviluppate nelle zone laterali (vedi i due gol), al contrario rispetto a quanto la SPAL è chiamata a fare in partite contro avversari più chiusi, ricercando il tiro da fuori. L’arretramento degli avversari nel secondo tempo e la progressiva difficoltà nella ricerca della profondità, oltre ad aver tolto l’efficacia dei cambi di gioco in orizzontale, ha portato a soluzioni come cross o traversoni che solitamente non vengono utilizzati dagli spallini.
SPAL IN NON POSSESSO PALLA
1-4-3-1-2
La prima linea di pressione è stata portata alta a ridosso dell’area di rigore, così come proposto dagli avversari. Con Colombo e Melchiorri in inferiorità contro la difesa a tre avversaria, a Mancosu più arretrato è toccato il compito di schermare le linee di passaggio in zona centrale. Nel momento in cui il pallone arrivava lateralmente agli esterni di centrocampo o ai trequarti, iniziava il pressing spallino con l’uscita rispettivamente della mezzala e del terzino di parte. In questo caso nell’immagine viene proposto il momento in cui sul passaggio verso il trequartista destro Chiarello, a Tripaldelli prima riesce l’anticipo per poi proseguire la transizione offensiva con un’iniziativa personale che costringe Milanese a concedere il calcio d’angolo.
Sergio Restano ha 31 anni, è allenatore UEFA B e ha la qualifica di match analyst professionista.