Con tre partite da giocare la SPAL Primavera ha già la certezza aritmetica di salutare il campionato Primavera 1 dopo due stagioni di permanenza. La sconfitta interna contro l’Atalanta (2-3) ha certificato la discesa diretta in compagnia del Pescara. La terza retrocessione sarà determinata dai playout che almeno fino a qualche settimana fa proprio i biancazzurri speravano di poter raggiungere. Rischiano di prendervi parte anche il Milan e l’Empoli campione d’Italia in carica, giusto per dare la misura del coefficiente di difficoltà della competizione.
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Contro l’Atalanta, in piena corsa per un posto ai playoff, poteva davvero finire con qualunque risultato. La SPAL, consapevole di non poter fare più niente per salvare il proprio campionato, se l’è giocata con la giusta dose di coraggio, ma è finita col pagare i problemi mostrati tutto l’anno: la mancanza di una vera e propria identità, scarsa coesione tra i giocatori, una fase difensiva lacunosa e una offensiva talvolta eccessivamente imprecisa. Tutti questi ingredienti si sono visti anche nel confronto giocato al “Mazza” davanti a un centinaio di spettatori, con l’aggiunta dell’ennesima beffa a tempo scaduto. Sul 2-2 la SPAL era anche arrivata a credere alla vittoria e ha avuto una possibilità con Noireau-Dauriat e Wilke Braams, ma quella buona l’ha poi trasformata Cissé – che ha già all’attivo un gol in serie A – sugli sviluppi di una mischia.
Ora rimangono tre partite contro Inter (in trasferta), Napoli (in casa) e Juventus (in trasferta) per chiudere definitivamente un’avventura iniziata nel 2020 con la promozione d’ufficio e contrassegnata nello scorso campionato da uno storico settimo posto, con i playoff sfuggiti solo all’ultima giornata nonostante l’obiettivo stagionale della salvezza.
Ma se c’è una cosa che nella categoria Primavera è difficile avere, come d’altra parte in tutte le categorie giovanili, è la continuità. A maggior ragione se cambiano quadri dirigenziali e tecnici. Nell’estate 2021 hanno lasciato Ferrara i due principali architetti della sorprendente formazione Primavera della stagione precedente: il responsabile del vivaio Ruggero Ludergnani (passato al Torino) e mister Giuseppe Scurto (ingaggiato dalla Roma per la U18). Al loro posto sono arrivati Andrea Catellani (dal Chievo) e Fabrizio Piccareta, anche se inizialmente sembrava che la panchina della Primavera dovesse essere occupata da Paolo Mandelli, che successivamente ha diretto (e bene) l’Under 18 biancazzurra.
Con Tacopina sul ponte di comando e il contemporaneo arrivo in via Copparo del direttore dell’area tecnica Massimo Tarantino (dalla Roma) c’è invece stato l’insediamento del già citato Piccareta (reduce dallo scudetto U17 proprio coi giallorossi) in testa ad un gruppo che poteva contare solo 7 reduci dell’annata precedente. Il solo Campagna (2002) aveva avuto un ruolo rilevante alle dipendenze di Scurto.
Mentre il gruppo formato dai classe 2002 poteva contare su individualità di rilievo (Galeotti, Peda, Iskra, Yabre, Zanchetta, Ellertsson) e fuori quota di grande impatto (Attys, Cuèllar, Seck, Moro), il gruppo dei nati nel 2003 non è mai sembrato – già dallo scorso anno – in grado di poter raggiungere il medesimo livello. I vari innesti arrivati grazie al fallimento del Chievo (Nador, Sperti, Pavlidis, Orfei) non sono riusciti a portare la qualità che mancava e le scommesse – come Wilke Braams (2002) e Biancheri (2002) – alla fine hanno deluso.
La stagione è prevedibilmente iniziata in salita e si è messa male al punto che a febbraio 2022 la società ha optato per il cambio in panchina. Fuori Piccareta, alle prese con una striscia di sei sconfitte consecutive, e dentro Mandelli che ha dovuto quindi separarsi da una Under 18 che stava conseguendo risultati davvero ottimi nel proprio campionato di competenza. La situazione, anche col nuovo allenatore, non è migliorata granché: dopo un inizio incoraggiante (tre pareggi in quattro partite) la SPAL è entrata in un’altra spirale negativa ed è stata in grado di vincere una sola partita, lo scorso 3 aprile contro il Lecce.
La confusione del progetto tecnico è stata tale che ha portato a schierare la bellezza di 40 giocatori (con almeno una presenza). Nella stagione precedente erano stati dieci in meno, sempre al netto dei “prestiti” dalla prima squadra, come quello di Mark Pabai (2000). Anche il mercato invernale non ha inciso minimamente sulle sorti della squadra: il ritorno (forzato) di Yabre da Cesena e gli ingaggi di Mihai (2003, Bologna), Breit (2003, SV Horn), Markhiyev (2002, Spartaks Jurmala), Noireau-Dauriat (2003, PSG) e Traoré (2002, Stade Lavallois) hanno solo contribuito a rendere più difficili le scelte di Mandelli, che nel frattempo aveva iniziato ad attingere a piene mani dal gruppo degli Under 18.
Nella prossima stagione la Primavera dovrebbe ripartire appunto dai classe 2004, che stanno lottando per un posto ai playoff nel campionato Under 18. Il gruppo comprende diversi elementi che si sono fatti notare già con la squadra Primavera, come Bugaj, Boccia e Puletto. Assieme a loro ci potrebbero essere anche alcuni nati nel 2005 già seguiti dalle grandi squadre come Saiani, Parravicini e Svoboda.