L’ingaggio di Fabio Lupo (1964) come nuovo direttore dell’area tecnica della SPAL conferma una tendenza già vista più volte nel primo anno di gestione americana, ossia la predilezione di Joe Tacopina per professionisti di sua diretta conoscenza.
Lupo è stato alle dipendenze di Tacopina a Venezia nella stagione 2019/2020, quella in cui i lagunari partirono da ripescati in serie B per poi chiudere all’11° posto. Al termine di quel campionato, contraddistinto dalla sospensione di oltre tre mesi a causa dell’insorgenza della pandemia, il ds abruzzese si separò dal club anche a causa delle divergenze col nuovo proprietario Duncan Niederauer, che aveva rilevato completamente il Venezia, sostituendo Tacopina come presidente, a febbraio 2020.
“Il presidente – spiegò Lupo in un’intervista concessa ad agosto 2020 – aveva urgenza di lavorare sul futuro e io invece ritenevo che fosse più opportuno pensare al presente visto che avevamo una salvezza da conquistare. Sono in questo mondo da quarant’anni, lui da quaranta giorni: penso di sapere qualcosa in più. […] Come fai a lavorare sul mercato senza sapere che categoria farai e chi sarà l’allenatore? Parlare con gli agenti senza sapere quale sarebbe stato il budget e la categoria non avrebbe avuto senso.“.
Questa l’opinione del collega Alessandro Ragazzo, del quotidiano La Nuova Venezia: “Lupo ha fatto complessivamente un buon lavoro in quella stagione. Fu sua l’intuizione di Dionisi in panchina e con un budget decisamente limitato portò in squadra calciatori validi: Ceccaroni, Cremonesi, Vacca, Felicioli, Fiordilino, Aramu. Diversi di loro sono stati grandi protagonisti nel campionato successivo con mister Zanetti e nel caso di Ceccaroni, Vacca e Aramu si è visto che possono stare anche in serie A, nonostante l’annata del Venezia abbia preso la piega che è ben nota“.
A Venezia, tra le altre cose, Lupo aveva al suo fianco Armando Ortoli, che dovrebbe seguirlo anche nell’esperienza ferrarese. Anche lui abruzzese (è nativo di Pescara, proprio come Lupo), è reduce da un’esperienza dai tratti un po’ indefiniti col Cittadella. Ufficialmente non ha mai figurato nell’organigramma del club granata, ma non più tardi dello scorso 20 aprile ha rilasciato delle dichiarazioni che gli sono state attribuite nella funzione di “direttore sportivo del Cittadella” da TuttoC.com. Fonti che hanno conoscenza diretta della vicenda riferiscono che Ortoli avrebbe collaborato col direttore generale Stefano Marchetti in qualità di consulente e osservatore.
L’esperienza più recente di Lupo è però quella di Ascoli, dove ha curato il mercato estivo 2021. Un contesto che presentava almeno un paio di elementi comuni con Venezia: la necessità di ripartire da un risultato sportivo deludente (16° posto nella stagione 2020/2021) e la richiesta di operare con fondi tutt’altro che cospicui.
“Quello di Lupo ad Ascoli era un ritorno – spiega il collega Marco Amabili di Picenotime.it – perché già aveva lavorato in bianconero nella stagione 2005/2006 in serie A. È un direttore sportivo al quale piace molto puntare sui giovani e andare alla ricerca di elementi che giocano in serie C. In questa stagione ha pescato Collocolo dal Cesena e Baschirotto dalla Viterbese e si sono rivelate scommesse vincenti. Altre come De Paoli dal Monopoli e Castorani dal Francavilla non hanno invece funzionato. Quello della terza serie è comunque un mercato che conosce molto bene. Non disdegna neppure di guardare spesso all’estero. Anche lì si sono alternate buone intuizioni, come quella dell’argentino Botteghin, ad altre che non hanno reso come il bulgaro Iliev. Tra gli ingaggi azzeccati metterei anche Salvi e Maistro. Non è andata bene invece con Felicioli, che ha giocato appena sette partite a causa degli infortuni. Si tratta di un direttore abile a operare con budget limitati e anche ad Ascoli ha spesso rimarcato come in assenza di grandi capitali sia necessario operare con intelligenza e lungimiranza“.
Tuttavia Lupo non ha potuto cogliere appieno i risultati delle operazioni condotte per conto del club marchigiano. La sua esperienza si è conclusa prematuramente a ottobre 2021 con le dimissioni rassegnate al patron Massimo Pulcinelli. Per lasciare l’Ascoli ha rinunciato ad un anno di contratto. La separazione è stata tutt’altro che amichevole, come testimoniato da interviste rilasciate da entrambi nel corso delle settimane successive.
“È stato un gesto istintivo – ha spiegato Lupo in un’intervista a Tuttomercatoweb lo scorso 18 ottobre 2021 – ma fondato su ampie riflessioni su quanto avvenuto in precedenza. Per l’ennesima volta c’era stata una provocazione su alcune questioni. E così, siccome era l’ennesima quotidiana ho avvertito l’ulteriore segnale di sfiducia nei miei riguardi e ne ho tratto le debite conseguenze. Sapevo delle difficoltà che potevano esserci per via della corte dei miracoli che gravita attorno al presidente. E mi riferisco alle persone che fungono da consiglieri. Per come intendo io il rapporto presidente-dirigente, non c’erano i giusti presupposti per continuare“. Il riferimento alla “corte di miracoli” riguarda alcune figure, come l’allenatore Sandro Pochesci e l’ex arbitro Massimo De Santis, che consiglierebbero il patron Pulcinelli su varie materie, calciomercato compreso.
Da parte sua il proprietario dell’Ascoli non ha perso occasione per screditare pubblicamente Lupo: “Era circa un mese che il precedente direttore ci dava messaggi strani e anomali, tendenti alla maleducazione nel rapporto con me“, ha dichiarato Pulcinelli a Sky Calcio. “Avevo compreso, leggendo un po’ di psicologia e di storia, che era un po’ un modus operandi della persona in questione, ovvero fare qualche mese di lavoro e cercare di farsi mandare via mantenendo lo stipendio per due anni come gli è sempre successo“.
“Lupo – spiega ancora il collega Marco Amabili da Ascoli – non è particolarmente incline a certi tipi di compromesso e quindi i contrasti con i consiglieri di Pulcinelli sono stati inevitabili. Erano venute a mancare le condizioni per una collaborazione stabile, Lupo ha avvertito un eccesso di ingerenze esterne quando invece avrebbe preferito poter lavorare senza e sentire la fiducia del patron. Per questo ha lasciato, proprio come aveva fatto a Palermo con Zamparini“.
Col club rosanero Lupo ha lavorato per otto mesi nella stagione 2017/2018, gestendo una fase piuttosto delicata. A seguito della retrocessione dalla serie A e con una situazione di bilancio decisamente problematica, vennero operate cessioni per oltre 13 milioni di euro a fronte di molti innesti a basso costo. A febbraio 2018 il ds venne sollevato dall’incarico all’indomani di una larga vittoria sull’Ascoli (4-1) e con la squadra terza in classifica a -4 dalla capolista Empoli.
Zamparini all’epoca motivò così la decisione: “Non ero in sintonia con il lavoro fatto a gennaio sul mercato e con la poca vicinanza del direttore nei confronti della squadra. Ho preso Aladino Valoti come sostituto perché spero dia un contributo ai giocatori e all’allenatore con una grinta maggiore di quella dimostrata da Fabio Lupo“. In quella sessione di gennaio vennero ceduti Embalo (16 presenze, 1 gol) al Brescia e Cionek (16 presenze, 1 gol) alla SPAL, mentre arrivarno Moreo (15 presenze, 0 gol) dal Venezia e Fiore (2 presenze) dallo Standard Liegi.
L’annuncio ufficiale del suo ingaggio da parte della SPAL dovrebbe arrivare nel corso della settimana, a ruota del comunicato ufficiale che decreterà la mancata conferma di Tarantino, Zamuner e De Franceschi.