Joe Tacopina non perde mai occasione per sottolineare l’importanza del settore giovanile della SPAL nel suo progetto e per questo non sembra casuale che il vivaio biancazzurro sia stato oggetto di un approfondimento all’interno di “La Giovane Italia“, il programma di Sky Sport che si occupa dei calciatori del futuro. Ecco un piccolo riassunto di quanto detto dalle parti di via Copparo in vista dell’uscita dell’edizione 2022 dell’ormai tradizionale almanacco dei talenti italiani.
Joe Tacopina: “Il nostro settore giovanile resta una degli asset principali della SPAL, perché va a rifornire la prima squadra, crea una mentalità e un senso di appartenenza. E dal punto di vista aziendale ci consentirà di arrivare a competere ad alti livelli. Questo deve essere il nostro obiettivo, con la costruzione di un nuovo convitto. Ne abbiamo già uno, ma ci espanderemo. Vogliamo proseguire il buon lavoro fatto negli ultimi dieci anni”.
Andrea Catellani: “È sempre difficile quantificare il lavoro di un settore giovanile e spesso si ragiona in termini di giocatori prodotti senza andare a riconoscere il lavoro di una struttura. La SPAL in questi anni ha prodotto dei giocatori, in serie B ci sono tanti ragazzi che si stanno affacciando alla prima squadra e credo che questa sia la linea da tenere per costruire un modello quanto più virtuoso possibile. In questo momento ognuno dice la sua (dopo l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali, ndr), mentre solo qualche mese si parlava di tutt’altro. Credo che ci voglia equilibrio: è stato intrapreso anni fa un percorso da parte della Federazione che cerca di portare sempre più qualità nei settori giovanili e credo che le nazionali under ne siano una dimostrazione, perché sono tornate competitive e tanti ragazzi stanno uscendo. Si può fare meglio, però non è tutto da buttare”
“Il dubbio è che quando si arriva a ridosso della prima squadra ci siano tante realtà dove non sia facile fare il grande salto, però fa parte dell’evoluzione che ha fatto il calcio, che è sempre di più un business. Non sono d’accordo quando sento dire che ‘in quella società giocano pochi giovani’, perché ogni club ha il proprio modello e le proprie esigenze. È importante trovare una formula e delle regole che siano uguali per tutti, che da un lato cerchino di premiare i nostri giovani e dall’altro siano sostenibili per le società, che non sempre sono in grado di investire nei settori giovanili”.
Luca Mora: “Fare il recensore per l’almanacco è stata un’esperienza formativa. Tanti giocatori giovani li conoscevo già perché qualcuno ha fatto il ritiro con noi la scorsa estate e qualcun altro lo sono andato a vedere. A Ferrara abbiamo un centro sportivo all’avanguardia coi campi d’allenamento delle giovanili di fianco a quelli della prima squadra, quindi spesso mi sono fermato a parlare con gli allenatori del settore giovanile. La base è sempre un direttore sportivo che sappia lavorare coi giovani e che accetti le sconfitte che poi formano i ragazzi: è meglio puntare su giocatori che i primi anni faticano per poi diventare forti piuttosto che prendere giocatori forti per vincere i campionati under 14. La competenza in tutti i settori è fondamentale, bisogna formare bene i giovani direttori sportivi e credo che in Italia si stia andando verso quella direzione. Per quanto riguarda la filosofia di gioco noi italiani siamo rimasti noi stessi, però abbiamo attinto un po’ dall’estero perché la nuova generazione punta di più sul gioco”
Nel corso del programma sono intervenuti anche Filippo Saiani (esterno classe 2005), Jacopo Simonetta (centrocampista classe 2006) e Fabio Parravicini (centrocampista, classe 2005), i giocatori del vivaio spallino inseriti da Luca Mora nell’almanacco della Giovane Italia 2022. Saiani e Parravicini tra l’altro fanno parte della selezione Under 17 che affronterà gli europei di categoria a partire da lunedì 16 maggio.