A tre anni di distanza dalla sua ultima edizione, la festa della Curva Ovest è tornata in grande stile al parco urbano “Giorgio Bassani”. La prima serata è stata occasione di presentazione ufficiale al pubblico del romanzo “Più di undici” attraverso una bella chiacchierata tra i 14 autori (riuniti nel Collettivo L.A.P.S.) ed un ospite d’eccezione: l’iconico Sergio Floccari, accolto da sorrisi nostalgici, strette di mano e cori.
“Sono molto contento di essere qui – ha esordito Sergio tra un coro e l’altro – soprattutto perché non avevo avuto occasione di salutare nessuno di voi. Ci tenevo molto ad esserci“. A moderare il dibattito c’erano Anna Elena Pepe, attrice debuttante e celebre agli appassionati di SPAL per essere la protagonista di una ironica sit-com ambientata a Londra ma a tema biancoazzurro, e Luca Mariotti. Rompere il ghiaccio non è mai semplice e così il dialogo tra i vari esponenti è entrato nel vivo velocemente, per lasciare ad ognuno dei membri del collettivo il giusto spazio per poter offrire il proprio contributo sul libro.
“‘Più di undici’ è la perfetta dimostrazione di come la curva sia popolata da elementi di diverso assortimento, ma agisca come una sola unità. Questo è il messaggio che vogliamo dare: ognuno può dare il suo contributo, non importa la ragione sociale. Ogni individuo è un valore aggiunto e quando si è in curva tutti siamo sullo stesso piano. Inoltre, iniziative come questa, speriamo possano fare cambiare progressivamente l’idea che gli ultras e le curve siano qualcosa di negativo, come troppo spesso vengono dipinte dai media e dai racconti. Siamo persone accomunate dalla stessa passione e questo ci rende uniti” è il messaggio che gli autori sostengono all’unanimità per spiegare al pubblico cosa li ha spinti a scrivere il libro.
Il dialogo si è sviluppato con vivacità e ognuno degli autori ha offerto spunti per nuove domande ad un Floccari che come di consueto ha esposto i propri pensieri senza frasi fatte e con grande chiarezza. Uno dei temi caldi e molto caro agli ultras è senza dubbio il rapporto tra il capitano e la curva stessa. “Prima di arrivare a Ferrara non conoscevo benissimo la piazza. Ricordo però che quando sono arrivato alla mia presentazione, in via Voltapaletto, c’era una quantità di gente impressionante e onestamente non mi aspettavo un attaccamento così forte della città alla squadra. In quegli anni il legame magico con città e tifosi è venuto a crearsi naturalmente. Noi riuscivamo veramente a caricare quelle sensazioni positive che la curva riusciva a darci ad ogni partita. Quando nel secondo tempo attaccavamo sotto la Ovest ci sentivamo davvero altri giocatori, avete sempre avuto il vostro peso specifico, soprattutto al Mazza. Da lì è nato un rapporto di fiducia reciproco, in cui ho sempre creduto. Poi è arrivato un anno complicato con la retrocessione, che ha fatto soffrire tutti: possono immaginare voi tifosi, ma posso assicurarvi che anche da noi giocatori è stata vissuta davvero male”.
“Il rapporto è sempre stato solido, anche in occasione dei confronti che abbiamo avuto con la curva in via Copparo: le cose che venivano dette non erano luoghi comuni. Io ho giocato tanti anni e devo riconoscervi che tutti i confronti sono stati autentici e su problemi reali. Un rapporto diretto, di stima, in un certo periodo anche meritato dal nostro gruppo per ciò che avevamo dato. Lo spirito di appartenenza che avete sempre dimostrato e che vi ha sempre distinto: spero possiate mantenerlo ed insegnarlo a quelli più giovani. Non è solo una questione di calcio, ma anche di aggregazione e la condivisione di tematiche sociali toccanti e importanti“.
Gli spunti offerti dagli autori di “Più di undici” hanno portato Floccari a ripercorrere un paio di episodi rimasti impressi nella memoria collettiva biancazzurra. Non solo Terni, per ovvie ragioni, ma anche la trasferta di Vicenza. “Il video dello studio di TVA Vicenza dopo il gol al 97′ sono obbligato a vederlo periodicamente a causa di mio figlio, perché guarda spesso i video dei gol che ho realizzato in carriera. Fino a poco tempo fa non conoscevo questa storia, ma poi è diventato uno di quei video che guardiamo periodicamente per la comicità della situazione. La nostra gioia è diventata la loro collera e disperazione. Si è trattato sicuramente di un gol importante in quel campionato. In una ipotetica classifica metterei Vicenza, Juventus e Milan, il mio ultimo gol in serie A“.
Al momento dei saluti Floccari ci ha tenuto a ribadire tutto il suo attaccamento per i colori biancoazzurri: “Sono arrivato in un momento della mia vita in un cui avevo un po’ perso l’entusiasmo per ciò che stavo facendo e non avevo chiaro se fosse giusto smettere o continuare. Sono arrivato qui e ho trovato un mondo che non mi sarei mai aspettato, fatto di gente genuina e questo per me è stato determinante. Ho ritrovato l’entusiasmo di cui avevo bisogno grazie all’atmosfera che si respirava in questa piazza. Da quel momento non ho più percepito il giocare a calcio come un ‘dover fare’, è diventato un qualcosa di più. Un’esperienza che è andata oltre il calcio, un qualcosa in più oltre tutto ciò che ho vissuto. Ringrazio di aver trovato una società come la SPAL dei Colombarini, che sono persone vere, di sostanza e lo hanno sempre dimostrato e fatto sentire. Per me la SPAL è stata qualcosa oltre il calcio: è stata vivere questa situazione quotidianamente e non a caso è la squadra in cui sono stato più a lungo“.
A margine dell’evento ufficiale, abbiamo avuto occasione di scambiare un paio di chiacchiere con lo stesso Floccari per conoscere meglio le sue ambizioni ed il suo punto di vista sulla SPAL post-Colombarini.
“Quella di stasera è stata un’occasione speciale per presentare un libro unico nel suo genere. Ci tenevo molto ad esserci per salutare tutti, dopo che la pandemia non mi aveva permesso di esserci come avrei voluto. Avevo paura del primo anno da ex-giocatore, ma in realtà mi sono tenuto davvero occupato. Ho seguito diversi corsi (tra cui quello da direttore sportivo), mi sono formato e ho avuto modo di vivere una bellissima esperienza, sia professionale che personale, come commentatore tecnico a DAZN. Nel futuro vorrei provare a dare un contributo al mondo del calcio che è la mia passione, mi sono formato per questo e spero di fare la mia parte. Se alla SPAL? Certamente è un ambiente in cui sono stato molto bene, penso di aver conosciuto molto bene il posto e le persone nei miei cinque anni e quindi… chissà“.
“Per ora è difficile dire ora cosa sarà la prossima stagione della SPAL: la serie B è sempre più competitiva, soprattutto ai piani alti. Non è facile emergere e lottare per i primissimi posti, ci sono tante squadre attrezzate per farlo ogni anno e con tante risorse. Ho seguito la SPAL anche se non sono mai riuscito ad esserci fisicamente per impegni di lavoro: è stato sicuramente un anno complesso per diverse situazioni e penso che il prossimo anno ci saranno le condizioni per fare bene“.