SPAL campione d’Italia. A dirlo non sembra nemmeno vero e invece è la realtà: l’Under 18 biancazzurra ha firmato un’impresa storica che addolcisce una stagione avara di soddisfazioni sul fronte della prima squadra e abbastanza mesta per la Primavera.
MASSIMO PEDRIALI
“Il sogno si è avverato perché pensare di vincere lo scudetto come unica squadra della serie B delle final four era impensabile e invece è successo. Il fatto che ci fosse un filo tra la mia esperienza del 1986 e questa ha reso la storia ancora più bella e sono felice di aver scritto un finale di questo genere. È una gioia immensa, perché ci speravo tanto dopo avere battuto la Roma. Eravamo molto concentrati e sapevamo che il Bologna è una grande squadra. I ragazzi meritano tutti i complimenti per la partita che hanno fatto. Alla fine del primo tempo, quando eravamo sotto 1-0, ero sereno e l’ho detto ai ragazzi: non avevamo fatto vedere quello che sappiamo fare, ma se avessimo cambiato registro il risultato sarebbe cambiato. Il gol all’inizio della ripresa ci ha sbloccato e da lì la SPAL ha acquisito tranquillità”
“Il sostegno dei tifosi mi ha dato un’emozione grandissima che ho condiviso coi ragazzi. Gli ho fatto presente che un’intera città non faceva che parlare di loro da quindici giorni. Non potevamo tornare a casa senza lo scudetto. Li ho visti compatti e determinati, anche nei momenti di difficoltà. Vedendoli ogni giorno ho capito che ce l’avremmo potuta fare“.
“Ci tengo a condividere questa vittoria con tutto lo staff perché ha fatto un lavoro eccezionale per tenere in forma i ragazzi fino a questo punto della stagione. Un pensiero importante va anche a Paolo Mandelli (il suo predecessore in panchina, ndr) perché abbiamo iniziato un percorso insieme e poi la scelta societaria di portarlo in Primavera mi ha dato l’opportunità di allenare l’Under 18. Mi sembra giusto rendergli merito. Voglio anche ringraziare il direttore Catellani per la fiducia che mi ha dimostrato e spero di essere riuscito a ripagarla. La dedica principale è invece rivolta a mia moglie e mio figlio, perché quando le cose non andavano come volevo mi sono sempre stati vicini e mi hanno aiutato“.
ANDREA CATELLANI (responsabile del settore giovanile)
“È stato tutto bellissimo, ancora nessuno sta realizzando che abbiamo vinto uno scudetto ed è qualcosa di fantastico. Ci portiamo a casa una prestazione straordinaria dei ragazzi che sono andati sotto su un episodio, hanno reagito e l’hanno vinta. Ci sono tanti fattori che hanno contribuito a questa impresa: in questi giorni ne parlavo anche coi ragazzi, di quanto si sentisse la presenza dei tifosi attorno a noi, perché per una squadra giovanile non è scontato. I ragazzi avvertivano l’attenzione, la passione e il sostegno e oggi hanno messo in campo più di quello che effettivamente avevano“.
“Da quando ho smesso di giocare mi sono sempre chiesto se avrei mai più provato certe emozioni e invece oggi sento l’abbraccio di tutti quelli che sono venuti ad Ascoli, solo dalla nostra sede c’erano trenta o quaranta persone“.
“Tutto il gruppo di lavoro ha un’identità e una storia e in questo caso abbiamo avuto a disposizione un organico di grandissima qualità. Ma penso che tutti i gruppi coi quali stiamo facendo un percorso abbiano dei valori. Sentono di avere delle persone vicino a loro, sanno di poter sbagliare. Non penso si tratti solo d’essere bravi a giocare a calcio, ma anche di sentire un’appartenenza e di avere la voglia di dare gioia alle persone“.
ANDREA GAZZOLI (direttore generale)
“Quella che proviamo è una sensazione bellissima perché vediamo i ragazzi felici dopo un percorso eccezionale. È un punto di arrivo per il lavoro degli anni passati e un punto di partenza perché ci dà ancora più forza per investire nel vivaio. Eravamo già contenti di essere arrivati alla fase finale e questa vittoria certifica un risultato e dà visibilità. Ora i ragazzi devono essere consapevoli che davanti a loro c’è dell’altra strada da fare e il difficile arriverà da domani perché l’obiettivo che abbiamo è di formarli come uomini e come calciatori“.