Da settembre 2021 LoSpallino.com ha una newsletter che arriva via mail una volta al mese e che di volta in volta contiene un contenuto esclusivo per i suoi iscritti. A febbraio abbiamo parlato di Thiam, a marzo di Viviani, ad aprile di Dickmann, mentre a maggio è toccato a Marco Mancosu fare due chiacchiere in libertà. Giugno l’abbiamo dedicato alla valutazione di mercato di Salvatore Esposito, mentre per il mese di luglio abbiamo avuto la possibilità di incontrare Luca Mora per ripercorrere il suo ultimo anno e mezzo a Ferrara.
Il centrocampista laureato in filosofia è senza squadra dopo la scadenza del suo contratto lo scorso 30 giugno. La sua mancata conferma ha destato un po’ di sorpresa e il diretto interessato non nasconde un po’ di amarezza per com’è finita la sua seconda esperienza alla SPAL.
Qui trovate qualche anticipazione, per il resto potete dare una sbirciata su Substack, la piattaforma che usiamo per distribuire la nostra newsletter. Ci si può ovviamente iscrivere gratuitamente con il proprio indirizzo mail per ricevere la prossima edizione (arriverà attorno al 10 agosto), ma anche consultare l’archivio fin da subito scegliendo l’opzione “Let me read it first“.
Alla fine chi ha deciso che per te non c’era più posto alla SPAL?
“Io posso dire come sono andate le cose, ma ricostruire il processo decisionale non credo sia possibile. Da gennaio in poi non ci sono mai stati discorsi, anche per via dei risultati della squadra. Avevo capito che si andava in una certa direzione, ma speravo ci fosse margine per parlare. A giugno Lupo è stato molto professionale: mi ha chiamato per dirmi che nonostante la stima nei miei confronti non c’era l’intenzione di discutere del contratto. Invece Venturato mi ha detto che se fosse stato per lui sarei potuto rimanere e che non ha mai parlato della mia situazione con Lupo. Poi se uno lo chiede a me c’erano decine di ragioni per le quali io sarei dovuto rimanere alla SPAL, perché non volevo certo un biennale, né un aumento. Anzi, sarei stato disponibile a guadagnare di meno“.
Tra le decine di ragioni se ne può elencare qualcuna?
“Beh, intanto penso di aver finito bene la stagione e nel complesso di aver dato una grossa mano a Venturato sia in campo sia fuori. Ad un certo punto la situazione si era fatta difficile, perché c’era una squadra tecnicamente forte che si è trovata in una situazione molto brutta. Non c’erano problemi di spogliatoio, anzi, il gruppo era buono, ma senza certe personalità non so se ne saremmo usciti come poi abbiamo fatto. Considerato che a fine stagione si è deciso di fare piazza pulita nei quadri tecnici penso si intuisca quanto si è stati a rischio di retrocedere. Invece io e un paio di altri anziani abbiamo deciso di contribuire a fare in modo che si andasse in un’unica direzione per salvare la SPAL“.
Tanti tifosi, al momento della notizia del tuo addio, hanno detto: “Mora poteva essere tenuto come presenza nella spogliatoio“. Ma conoscendoti un po’ dubito potesse essere un ruolo in cui ti saresti trovato a tuo agio. Tipo senatore non-giocatore.
“No, infatti, non sarei mai rimasto a simili condizioni. Però avrei potuto comunque accettare un ruolo meno importante. Quando ho sentito dire a Lupo che bisognava aprire le finestre e cambiare aria ho sperato da subito che non si riferisse a me. Invece a quanto pare il ricambio d’aria consiste nel mandare via me, Vicari ed Esposito. Con la differenza che Francesco e Salvatore sono i primi a voler andare. Per cui questa cosa mi fa un po’ ridere. Semmai ero una bombola d’ossigeno dentro lo spogliatoio. A livello tecnico posso anche comprendere e accettare la decisione. Ma se vuoi avere un ‘vecchio’ che ci tiene, che ha senso d’appartenenza e te lo dimostra rinunciando a dei soldi, allora quel tipo di giocatore non potevo che essere io. Anche perché non ne devi avere dieci in rosa. E penso di essere tutt’altro che finito: ho giocato 26 volte e fatto 5 assist. Non sarà stata una stagione eccezionale, ma ho dato un contributo. Poi magari come sesto centrocampista prenderanno uno migliore di me, però qualche dubbio al momento ce l’ho“.
I detrattori dicono: “Mora ormai non ce la fa più”.
“Ci sta, ma sono in disaccordo. Quando un giocatore di 26 anni fa un campionato così così non succede niente. Mentre se uno di 34 che ne ha sbagliato uno o due al massimo si trova senza squadra allora partono questi discorsi. Fa parte dei luoghi comuni del calcio e quanti giocatori dati per finiti hanno fatto altri tre o quattro anni ad alti livelli dopo essere arrivati nel contesto giusto?“.
Come detto, questa è solo una piccola parte della chiacchierata fatta con Luca Mora. Il resto lo trovate sul nostro profilo Substack, dopo aver scelto “Let me read it first“. E non dimenticavi di iscrivervi, così la prossima volta riceverete direttamente la newsletter via mail.