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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sulla prima vittoria stagionale dei biancazzurri.

Valori e meriti

La SPAL ha giocato per circa 50 minuti con l’uomo in più, eppure ha chiuso col 39% di possesso palla. Questo aspetto ha attirato qualche critica, soprattutto perché sul punteggio di 1-0 era lecito aspettarsi una gestione più accorta, in grado di smorzare il ritmo del Cagliari. Lo ha fatto capire – seppure in maniera abbastanza vaga – anche Roberto Venturato: questa squadra deve ancora imparare a gestire certe situazioni. Ma di fronte ad avversari come quelli di sabato non è la cosa più agevole da fare, soprattutto se c’è una consistente differenza di qualità. Basti un dato: sommando tutte le partite giocate in serie A e in altri campionati di primo livello dai giocatori schierati da Liverani si arriva a 1.362. Il conto della SPAL si ferma a 188. Un indicatore abbastanza eloquente dei valori in campo. I biancazzurri però sono stati bravi a colmare il divario con altre doti: spirito di squadra, aggressività, voglia di sacrificarsi. Tutti gli ingredienti che a detta di Joe Tacopina rientrano nella sfera del controllabile e possono portare a risultati di vertice.

Forse potrebbe far comodo un centrale in più

Arena infortunato, Peda squalificato. A Bari la SPAL andrà a giocarsela con Meccariello, Dalle Mura e Nador. Gli ultimi due sono nati nel 2002 e solo il primo ha un minimo di trascorsi in serie B. A meno che Varnier non torni disponibile: Venturato ha detto che il fragile centrale padovano si avvicina al rientro, ma non ha fornito dati precisi sui tempi. Più in generale il reparto potrebbe beneficiare di maggiore esperienza, perché l’intero stadio suda freddo ogni volta in cui Meccariello rimane a terra dolorante dopo una chiusura in extremis. La SPAL crede molto nello sviluppo del potenziale di Arena e Peda e certi errori sono considerati il prezzo ad pagare per la crescita dei due giocatori. In più c’è il solito problema: prima di acquistare bisognerebbe cedere, perché la rosa è fin troppo abbondante. Sarà interessante vedere come si muoverà il dt Lupo negli ultimi quattro giorni di calciomercato. E potrebbe non essere casuale che siano già spuntate voci su un interessamento per Adorni del Brescia. Casualmente un altro dei fedelissimi di Venturato a Cittadella.

Proia subito titolare

L’esordio di Proia è stato ok, da 6 in pagella. Il suo inserimento tra i titolari ha confermato quanto Venturato non vedesse l’ora di poter utilizzare un elemento con le sue caratteristiche e questo ha fatto scendere di nuovo le quotazioni di Murgia. L’ex Cittadella non ha fatto vedere cose eccezionali, ma ha già fatto intuire di poter garantire quell’apporto di dinamismo, energia e attitudine d’attacco che può riservare soddisfazioni e risultati. Con Zanellato ed Esposito a completare la linea e Maistro sulla trequarti (ma occhio a Rabbi), la SPAL sembra aver trovato il suo assetto standard al centro del campo. L’eventuale aggiunta di Valzania (ne parla domenica Gianluca Di Marzio) potrebbe suggerire l’imminenza di un’altra cessione. Murgia o Tunjov?

Alfonso consacrato

Non solo le parate (decisive). Enrico Alfonso sembra aver legittimato con forza il proprio ruolo da titolare anche con l’esibizione della sua forte personalità e non si vede perché Venturato debba sovvertire le gerarchie in porta in questo momento. Demba Thiam, ovviamente, non sarà d’accordo: il gigante senegalese era stato messo – almeno a parole – al centro del progetto agli albori della stagione e ora la sua posizione potrebbe farsi scomoda, complice il contratto in scadenza a giugno 2023. Gli spifferi su un eventuale trasferimento entro il 1 settembre sono stati prontamente smentiti, ma c’è da credere che il ruolo di alternativa gli possa andare stretto. Diversamente si dovrà armare di molta pazienza, come fece durante la scorsa stagione, dimostrando di saper uscire da un momento di difficoltà.

Capitan Esposito

Se ce l’avessero raccontato due mesi fa non ci avremmo creduto e forse non l’avrebbe fatto nemmeno lui. Salvatore Esposito è diventato il 42° capitano della SPAL nel corso di un’estate che avrebbe potuto portarlo lontano da Ferrara, soprattutto grazie all’esposizione mediatica derivata dalla convocazione in Nazionale maggiore. Lasciando partire Viviani e investendo Esposito dei gradi di capitano, l’area tecnica ha mandato almeno un paio di messaggi. Per prima cosa ha rimarcato coi fatti di voler valorizzare un talento coltivato a costo zero. In secondo luogo ha tolto ogni possibile alibi al diretto interessato, che nella scorsa stagione aveva fatto trasparire una certa frustrazione per la subalternità a Viviani. Da parte sua Esposito sembra aver preso decisamente sul serio il suo nuovo ruolo: nelle prime uscite stagionali non solo ha dimostrato maggior concretezza nel suo gioco, ma anche migliori capacità di autocontrollo. Una caratteristica indispensabile per chi deve essere un riferimento per l’intero gruppo.