foto Filippo Rubin
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Sorrisi, abbracci, tante pacche sulle spalle. Il postpartita di Daniele De Rossi non poteva che essere all’insegna della felicità dopo la nettissima vittoria sul Cosenza, la sua prima da allenatore.

SODDISFAZIONE – “Abbiamo giocato una partita molto buona e l’atteggiamento dei ragazzi è stato in linea con le altre gare nelle quali purtroppo è mancata la lucidità. Oggi invece abbiamo fatto le cose che volevamo fare. Se ti vai a prendere un po’ di fortuna, poi ti arriva sempre. Se stai dentro l’area avversaria e se tiri in porta qualcosa di buono può succedere. Sono molto contento, i ragazzi sono stati bravissimi e in settimana si sono stati molto presenti sia con la testa sia con le gambe. Vederli felici è proprio bello”.

PROGRESSI – “Questa squadra ha grande qualità e personalità: il mio lavoro è quello di tirar fuori le doti di ognuno, farle funzionare tutte insieme e cercare di limitare il più possibile i difetti che ogni giocatore potrebbe avere. Da quando sono arrivato ho visto un continuo miglioramento. Probabilmente sto chiedendo ai ragazzi cose un po’ diverse rispetto a quelle che chiedeva il precedente allenatore e loro dal primo minuto mi stanno ascoltando per farle loro. Davanti a noi ci sono ancora tantissime partite e la SPAL ha enormi margini di miglioramento. Il risultato è bellissimo, stasera siamo tutti felici e il risultato forse è molto roboante ma non deve distrarci”.

AMBIENTE – “L’impatto col Mazza è stato emozionante e il risultato sicuramente un po’ mi ha aiutato. Mi sembra uno stadio molto presente e una curva veramente calda. Questo è quello che mi tiene in vita e mi ha fatto rimanere nello stesso posto per vent’anni. Ovviamente per la SPAL non provo le stesse cose che provo per la Roma, ma io inizio già a sentirmi uno di loro e questo è il mio lavoro: immergermi in ogni avventura che mi capita. Se loro sono così appassionati, sarà tutto più veloce”.

INDICAZIONI – “Ai ragazzi ho detto un sacco di cose e iniziavo ad annoiarmi a sentire la mia voce. Ci sono cose che si dicono nel calcio e altre cose che devono mettere i giocatori. Bisogna ricordarsi anche della passione che ci ha fatto fare questo sport. Quando giocavi con gli amici spostavi la palla e provavi a tirare in porta. Su un contrasto ci mettevi tutto perché eri un bambino e non volevi perdere. Vorrei riportarli alla sintesi, alle radici del calcio, ossia guardare avanti e cercare di fare gol. Poi ovviamente c’è un’organizzazione tattica che per forza di cose è importante. Oggi è stato importante vincere, farà sicuramente molto bene a tutti per l’entusiasmo. L’importante non è quanti gol vengono fatti, ma che la squadra risponda nella maniera giusta”.

ELOGI – “È venuta una carovana di parenti e amici da Roma per la prima partita in casa. Festeggerò con una cena in un ristorante segreto del centro, prenotato da Joe. Ci saranno i miei amici e le persone a cui voglio bene. Oggi sono i ragazzi che devono festeggiare. Non mi piace andare sotto la curva, ma questa volta era giusto che ringraziassi questa gente che mi accolto così bene. Ho chiesto ai ragazzi di non leggere i giornali per la prossima settimana. So quello che scriverete voi e loro non devono mai pensare che una persona da sola possa cambiare una squadra e fare i miracoli. La partita l’hanno vinta loro mettendoci quel qualcosa che forse ultimamente avevano perso”.

SINGOLI – “Non mi piace commentare le prestazioni dei singoli, soprattutto dopo partite come quelle di oggi. Non posso neanche dirvi di aver scoperto Dalle Mura e Peda perché avevo solo quelli (ride, ndr). Non avevo molte scelte, anzi ringrazio Biagio Meccariello perché ieri sembrava che non dovesse nemmeno giocare. Ci sono giocatori di vent’anni, tre più di mia figlia, che stanno facendo benissimo. Quando li guardo e ogni tanto mi incavolo poi realizzo che potrebbero essere miei figli. Sono tanto contento di vederli felici. Murgia? Quando arrivi in una squadra nuova e guardi i valori, mi sono chiesto chi ha giocato in serie A. Murgia è uno di questi, giocava nella Lazio e ha fatto un gol importante in Supercoppa. È un ragazzo a posto, si allena ai duemila tutti i giorni e io valuto quello che vedo. Di quello che è stato negli ultimi due anni sinceramente non mi interessa”.

DEDICA – “Negli ultimi vent’anni a Roma ho conosciuto tantissime persone. L’altro giorno è successa una tragedia, quindi la dedica è per Luca Valdisserri, Paola Di Caro e Andrea Di Caro che oltre ad essere lo zio del ragazzo che è morto è anche un mio amico. Non c’è nulla che possa lenire un dolore del genere, ma da padre questa cosa mi ha veramente sconvolto”.