foto Marco Vasini
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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sul ritorno alla vittoria della SPAL grazie allo 0-1 sul campo del Parma.

La scimmia iniziava a pesare

Non era solo una vittoria necessaria per cambiare aspetto alla classifica, era una vittoria da fare soprattutto per liberarsi del peso di sette partite senza il risultato pieno. Che alla SPAL fosse venuta una certa scimmia – come si usa dire in gergo – si è capito da diversi dettagli, a partire dai messaggi fatti passare da De Rossi in sala stampa, col continuo riferimento a una ricompensa per l’impegno quotidiano che prima o poi sarebbe dovuta arrivare. Ma anche la stessa esultanza collettiva seguita al gol di Rabbi, senza volontà di gioco di parole davvero rabbiosa, orgogliosa, condivisa. Aggiungiamoci pure l’abbraccio a Esposito per il salvataggio in extremis su Vazquez e le ripetute uscite dalla panchina in occasioni di falli o decisioni arbitrali controverse. Aver scrollato la scimmia è una buona notizia, resta da capire se questo porterà a una sensazione di semplice sollievo oppure se diventerà slancio per l’ultima del girone d’andata contro un Pisa apparentemente imbattibile.

In serie B brutto è spesso bello

Parma-SPAL ha dimostrato ancora una volta che in serie B c’è poco spazio per l’estetica calcistica: spesso e volentieri si vince con una grandi dosi di senso pratico, solidità e organizzazione. La SPAL ha dimostrato di averne e ha beneficiato di un colpo di fortuna che probabilmente ha compensato certi rovesci recenti. Per citare Paola Coletta: era da un po’ che non si soffriva con divertimento. Dentro e fuori dal campo. In alcuni frangenti i giocatori hanno proprio dato l’impressione di essere completamente a loro agio nel soffrire di fronte agli attacchi del Parma e di provare soddisfazione al momento di ogni intervento difensivo. Fuori invece si è finalmente tornati ad apprezzare la voglia di non mollare un centimetro e di proteggere il gol, a prescindere da quanto fosse stato casuale.

De Rossi l’ha preparata bene

Come eravamo stati tutti quanti abbastanza rapidi a puntare l’indice su alcune scelte infelici di De Rossi nella partita casalinga col Modena, dobbiamo essere altrettanto celeri nel riconoscere al mister di aver preparato bene la sfida col Tardini. Per quanto DDR si dimostri ancora un filo permalosino di fronte a certe osservazioni dei giornalisti, ha anche valide ragioni per respingere le etichette che da più parti stanno cercando di appiccicargli addosso. Soprattutto quando si parla di principi di gioco (tradotto: possesso palla). La narrazione di una conversione a U rispetto a quanto fatto finora è sbrigativa: va piuttosto riconosciuto come l’allenatore della SPAL abbia capito come imbrigliare il Parma, pianificando un piano-partita improntato all’attesa. Poi il gentile omaggio di Osorio ha reso uno scenario già abbastanza buono (lo 0-0) il migliore possibile. L’ha riconosciuto anche Pecchia: “Sono stati più bravi loro“. Qualcosa vorrà pur dire.

Quella di Rabbi è una bella storia

Già in partenza quella di un ragazzo bolognese, cresciuto nel Bologna, che decide un derby col Parma è una storia significativa a livello personale. Certo, a noi frega il giusto delle questioni tra rossoblù e ducali, ma la commozione di fine partita del ragazzo di Castenaso testimonia un’emozione che vale la pena di essere evidenziata. Che un gol del genere sia arrivato alla fine della settimana che è coincisa con la morte di Sinisa Mihajlovic, l’allenatore che ha fatto debuttare Rabbi in serie A nel 2020, è un dettaglio tutt’altro che trascurabile. Il giovane attaccante è legato all’allenatore serbo da un rapporto sincero di ammirazione e gratitudine e per questo ricorderà a lungo questa partita, a prescindere da quanti altri derby avrà l’opportunità di giocare.

Sarebbe bello chiudere il 2022 con un bel clima

Premessa: la partita del giorno di Santo Stefano giocata in Italia merita più o meno la stessa considerazione che il ragionier Fantozzi aveva della Corazzata Kotiomkin, però lì l’hanno messa e ci si può fare poco. La tendenza recente dell’affluenza al Paolo Mazza è discendente e la temperatura media non invoglia a mettere il naso fuori da casa, ma sarebbe bello che il 26 ci fosse un clima di quelli speciali, quasi da SPAL-Frosinone, per spingere la squadra a fare una prestazione eccezionale contro uno degli avversari più in forma dell’intero campionato.