foto Marco Vasini
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Non è un mese facile per Daniele De Rossi. Il tecnico della SPAL inizia il girone di ritorno su un campo difficile – quello di Reggio Calabria – con un Esposito in meno, nessun volto nuovo, tre squalificati e un gruppetto di giocatori già pronti a lasciare Ferrara.

DISPONIBILI/INDISPONIBILI – Non ci saranno Meccariello, Murgia e Tripaldelli, tutti e tre squalificati per una giornata. Per il resto De Rossi non ha voluto dare informazioni specifiche su eventuali assenze legate a problemi fisici e mercato: “Qualcuno non verrà con noi, però vediamo di capire come verranno sviluppate alcune faccende di mercato, perché non ci sono certezze, solo notizie in divenire. Non so come commentarle, vediamo nelle prossime ore“.

Verranno con noi Abati (portiere, 2004), Imputato (trequartista/attaccante, 2004), Deme (trequartista/attaccante, 2005), e ce ne potrebbe essere qualcun altro rispetto allo sviluppo di una particolare situazione. C’è un filo diretto sia con Grieco (allenatore della Primavera, ndr) e Catellani (responsabile del settore giovanile) e cerchiamo di avere grande collaborazione. La Primavera giocherà sabato una partita importante contro il Parma ed essendo figlio di un allenatore so che se si può dare una mano alla squadra che è sotto bisogna farlo. Ci sono anche situazioni nelle quali non possiamo rinunciare a ‘rubargli’ qualche giocatore, ma se possiamo evitare di distruggere la preparazione di una gara lo facciamo volentieri“.

PREMESSE – “Il clima è quello di un equilibrio che non dobbiamo rompere, ovvero essere né troppo su né troppo giù. Solo degli scemi sarebbero contenti di essere quindicesimi, ma nemmeno dobbiamo andare in depressione. C’è tutto il girone di ritorno da giocare e con la negatività non si lavora bene. I ragazzi hanno avuto le vacanze, sono tornati, hanno lavorato bene, anche in doppia seduta“.

REGGINA – “I nostri avversari di sabato hanno più punti rispetto al Parma e quindi hanno dimostrato di essere più forti. Le individualità che ha il Parma sono di prim’ordine, ma se la Reggina è lassù vuol dire che ha qualcosa in più di tutte le altre che la seguono. Dobbiamo rispettarla, sapendo che caratteristiche precise e qualità soprattutto tra attaccanti e mezzali, ma non dovremo schiacciarci e puntare esclusivamente sulla fase difensiva. Non era quello il piano nemmeno a Parma, almeno inizialmente. Volevamo essere accorti e gestire la situazione in maniera intelligente, ma senza schiacciarci“.

ESPOSITO – “Non dirò quello che penso, perché devo parlare dei giocatori che sono qui e di quello che possono fare domani. Quello che pensavo di Salvatore lo sapete e penso sia una partenza dolorosa, perché è un giocatore forte e importante per la categoria, uno dei talenti più ricercati tra i giovani italiani. Per noi è una perdita ma c’era anche il suo desiderio di andare in serie A, non c’è da recriminare contro nessuno ed è stato un percorso normale. Lo sapevamo già da un po’. La SPAL ha fatto una buona transazione e lui ha ottenuto la serie A, quindi sono tutti felici… o quasi. Per il resto non farò altri commenti perché non devo distogliere l’attenzione dal campo e dalla preparazione della partita e dai giocatori che ci sono qui. A Salvatore faccio un in bocca al lupo gigante come ho fatto anche in privato: con lui ho adottato bastone e carota, andando dritto per dritto perché è un modo che da sempre mi contraddistingue. Ha qualità importanti ed è giusto che le metta in mostra nel palcoscenico principale“.

MODIFICHE – “Qualcosina abbiamo pensato, ma c’è ancora qualche aspetto da analizzare a livello calcistico e anche extra, quindi dovremo fare delle valutazioni. Quando fai le formazioni a ottobre o ad aprile pensi solo alla componente calcistica, mentre in questo periodo intervengono altri fattori“.

CAPITANO – “Sarà Dickmann il nostro nuovo capitano. Quando ero in nazionale si andava per longevità di militanza. Se poi uno non è adatto perché è inaffidabile si scala nella lista, ma Lorenzo mi pare affidabile e quindi lo farà lui“.

DISTRAZIONI DI MERCATO – “Si può e si deve lavorare bene, bisogna essere organizzati in funzione di un mese che distrae. Chi sta dentro al centro sportivo, e non parlo solo dei giocatori, deve essere nelle condizioni di diminuire il più possibile le distrazioni. Io non sono distratto né confuso: per me è un obbligo lavorativo e morale nei confronti dei giocatori, che sono la mia prima fonte di motivazione e ispirazione, oltre che una spinta a rimanere qui il più a lungo possibile. Se chiedo loro di fare un metro fanno un metro, se chiedo dieci o venti chilometri fanno anche quelli. E vi assicuro che nell’ultimo periodo ho spesso chiesto di farne dieci. I ragazzi sputano sangue e tra questi c’è gente con la valigia in mano. C’è qualcuno che potrebbe partire e oggi si fa il viaggio in stile Pechino Express pur di venire con noi e stare col gruppo. Questo conta tantissimo per me. Quindi non posso essere distratto se davanti a me ho gente che dà tutto a ogni singolo allenamento ed è completamente coinvolta nella situazione della SPAL“.

Mi alimento del rapporto che ho con questi uomini che sono incredibili, dal primo all’ultimo. Ne ho conosciuti tanti di calciatori nella mia vita e li ho visti quelli che appena leggono il loro nome accostato a un’altra squadra iniziano ad avere il dolorino, il mal di pancia e levano la gamba sui contrasti. Quando le trattative saranno concluse magari farò qualche nome, ma qui ci sono ragazzi che in questa settimana avrebbero potuto tranquillamente dirmi: ‘Senti, De Rossi, a Reggio Calabria con quattro scali ci vai tu, visto che ultimamente non mi hai fatto giocare’. Invece vengono in trasferta e ci daranno una mano. Ho un gruppo di uomini che mi impone di stare sul pezzo. Poi magari io sono scarso e loro sono scarsi, ma le dinamiche sono chiare perché nello spogliatoio dico la verità. E quindi ci possono essere i cambi e che si cerchino giocatori più forti in determinati ruoli. Possiamo fare scouting in tutto il modo ma uomini migliori di questi non ne troverò“.

L’applauso che abbiamo ricevuto dalla Ovest (dopo la partita col Pisa, ndr) è un’altra cosa che ci obbliga a stare al 100% perché per certi versi è stato un un applauso più fragoroso di quello che abbiamo ricevuto a Parma dopo una vittoria. Si dice sempre che non si è schiavi del risultato e qui è vero. Vedere che ci vengono riconosciuti impegno, sforzo e una prestazione di un certo tipo mi ha fatto fare le vacanze un po’ meno devastato per via della sconfitta. Si riparte dai giocatori e da quel riconoscimento lì“.

IL RICORDO DI VIALLI E I SOCIAL – “Non credo che le mie parole abbiano particolare risonanza, anche perché sono molto rare, soprattutto in circostanze simili. Vengo in conferenza stampa perché sono obbligato, ma non trovo mai particolarmente interessante di dover dire qualcosa o ricordare qualcuno attraverso un aneddoto legato a me. È passato un po’ di tempo e tante cose sono state dette, tutte giuste come era accaduto per Sinisa (Mihajlovic, ndr). È uscito il ritratto dell’uomo che è. Questo periodo di merda ci ha portato via due persone fantastiche, veramente giganti. Con Lua c’è stata una convivenza stretta, forte, intensa, in bolla perché eravamo chiusi dentro Coverciano anche quando non avevamo voglia di stare insieme. Tanti aggettivi sono stati usati: un uomo cortese, garbato, elegante, interessante, ironico a livelli clamorosi. Tengo con me l’autoironia che faceva anche sulla sua malattia. Quando giravamo per Roma col mio T-Max mi diceva: ‘Fa freddo, rischio di ammalarmi’ (sorride amaramente, ndr)”.

Mi ha scritto della gente su Instagram per chiedermi perché non ho fatto un post dedicato a Vialli o a Sinisa. Non capisco perché avrei dovuto farlo. Sembra quasi che scegliere il silenzio sia sintomo di scarsa vicinanza. Le foto dei momenti felici con Luca ce le ho anch’io, ma perché avrei dovuto pubblicarle? Mi rendo conto sia un discorso molto ampio da fare sul mondo dei social. A ogni modo è stato molto toccante partecipare alla messa che è stata fatta Roma ed è quasi incredibile che in un’occasione del genere fossimo tutti col sorriso per ricordare Luca, le sue parole e il tipo di persona che era. A volte uno non dice niente perché non reputa importante rendere pubblico il proprio pensiero. Non ho mai questa spinta di comunicare il mio dolore in questo modo, basti pensare che dopo quattro anni non ho mai detto niente su Davide Astori che per me era come un fratello. Alcune cose sono molto intime. Certo, se ne può parlare, ma personalmente non ho questa voglia di farlo“.

IPOTESI DI FORMAZIONE: la pubblicheremo quando avremo chiara la lista dei convocati