foto Luigi Canu
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La conferenza stampa di presentazione di SPAL-Bari ha riservato un (inaspettato) attacco frontale di Daniele De Rossi a Fabio Lupo e al resto dell’area tecnica della società. Oggetto del contendere: la campagna acquisti invernale che ha portato agli arrivi di Fetfatzidis, Nainggolan e Brazao a fronte di quattro cessioni. Interpellato specificatamente sull’argomento, il tecnico si è lasciato andare senza mezzi termini.

“Come ho già detto, ho a disposizione giocatori che mi danno la sensazione di potersi buttare nel fuoco per me e io farei altrettanto per loro, fino all’ultimo giorno. Ma la prima esperienza col mercato è stata abbastanza surreale, non saprei come altro descriverla. Ho letto il direttore (Lupo, ndr) che ha detto che sono soddisfatto: in genere io sono abituato a parlare per me e lui sa che quanto ha dichiarato non è vero. Sono soddisfatto dei giocatori che ho, ma secondo me in collaborazione bisognerebbe ascoltare le indicazioni dell’allenatore sulle caratteristiche. Purtroppo da due mesi a questa parte questo non è mai, mai, mai, mai successo. Anzi, mi sono trovato giocatori presi quando era già stato firmato tutto”.

“Questa è una situazione che mi è dispiaciuta tanto: lo sa Joe e lo sanno i dirigenti perché gliel’ho detto in faccia. Fortunatamente non si parlerà più di mercato, ma non è che siccome sono giovane e al primo anno mi devo far andare bene tutto. Sono nel calcio da tanto tempo e so come le cose vanno fatte. Penso che si possa non arrivare a un giocatore. Quindi si va a prendere un calciatore con quelle caratteristiche ma un po’ meno forte. Poi non si arriva a quel calciatore perché (le società) non si mettono d’accordo per i soldi, per il tempo, e tutto il resto. E allora si prendono quelle caratteristiche lì fino ad arrivare a uno dalla serie C che magari neanche gioca sempre. Le richieste dell’allenatore andrebbero seguite. Questo purtroppo non è mai successo e quindi mi dispiace che Lupo dica che sono soddisfatto. Lo sono dei giocatori che ho”.

“Quando ci siamo seduti al tavolo ho detto: ‘Prendetemi giocatori diversi da quelli che ho oppure molto più forti‘. Questa indicazione non è mai stata seguita. Poi non cambia che io venga al campo col sorriso e fischiettando e sia stracontento della rosa che ho a disposizione. E tocca a me fare molto meglio per farli rendere al massimo. Però era un pochino che parlavamo e mi è stato detto più volte ‘Tranquillo, vedrai che a gennaio, tranquillo vedrai che a gennaio…‘. Qui non funziona una cosa e mi viene detto ‘Eh ma l’ha chiesta Venturato‘. Non funziona una lampadina, ‘L’ha chiesta Venturato‘; piove o c’è la nebbia allora ‘è colpa di Venturato‘, ma io non credo sia così. Non credo che Venturato che abbia colpe su tutto. Detto questo c’è grande serenità: il mercato è finito, si va avanti e punto. Stare a piangere serve a niente. So che ho un grandissimo alleato che è Joe, a cui ho tolto il sonno alla notte nel tentativo di farmi accontentare. Si va avanti senza problemi”.

Comunque il mister ha parlato anche della partita col Bari. Trattiamo l’argomento a parte.

Il discorso poi è proseguito con la versione di De Rossi sulla trattativa che ha portato a Ferrara Radja Nainggolan: “Era lui a pensare che scherzassi quando gliel’ho buttata lì. Per il giocatore che è poteva essere tanto utile anche a squadre di serie A. Io e lui abbiamo un rapporto per il quale ci sentiamo spesso, soprattutto per delle cavolate e quasi mai per parlare di lavoro. Visto che Radja era senza squadra ho deciso di mettermi un pochino in proprio visto il rapporto così diretto e di amicizia. Ho pensato sarebbe stato più facile smuovere la cosa. Se mi avesse detto subito ‘No, ma tu sei matto, che vengo a fare alla SPAL‘ avrei lasciato perdere perché sarebbe stato un ‘no‘ come ne abbiamo ricevuti tanti. Non sarebbe stato un problema. Ho visto che da parte sua c’è stata apertura e quindi parlato anche con Alessandro Beltrami che è il suo procuratore, persona di cui mi fido tantissimo. Da lì ho iniziato a fare il martello pneumatico e corteggiarlo. Poi ci si sono messi i dirigenti e Joe che hanno fatto la differenza, perché poi alla fine i soldi li ha tirati fuori il presidente”.