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Gli ultras della SPAL hanno perso la pazienza nei confronti di società e squadra e hanno voluto farlo sapere con chiarezza a tutti quanti dopo l’imbarazzante prestazione di Venezia che ha portato alla decima sconfitta stagionale.

All’incirca in 200, chiamati a raccolta dalla curva Ovest dopo il fischio finale della gara del “Penzo”, si sono radunati fuori dallo stadio Paolo Mazza per accogliere il pullman che ha riportato a Ferrara l’intero gruppo. Compatti dietro a uno striscione con la scritta “Presidente assente“, gli ultras hanno intonato cori decisamente eloquenti per un quarto d’ora, senza che ci fosse un vero e proprio scambio di opinioni. Daniele De Rossi si è collocato in prima fila a pochi passi dallo stendardo e ha ascoltato a testa alta, rispondendo con compostezza ai singoli che gli si paravano davanti per rimproverargli qualcosa o porgli degli interrogativi.

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Il mister si è anche offerto per un confronto diretto, ma gli è stato risposto che non vi era ragione di discutere. Solo di ascoltare e comprendere il messaggio che veniva recapitato a squadra, staff e dirigenti. Uno dei bersagli della contestazione è stato ovviamente il presidente Joe Tacopina, al momento negli Stati Uniti e percepito come distante dalle questioni societarie. Ma più in generale l’intera organizzazione è finita sotto accusa per un’apparente mancanza di interventi.

Sappiamo di dover riflettere e fare autocritica tutti quanti” hanno detto Andrea Gazzoli e Fabio Lupo mentre l’assembramento iniziava a diradarsi. Il direttore dell’area generale e quello dell’area tecnica hanno sottolineato di aver compreso la posizione del tifo organizzato e di essere profondamente dispiaciuti per la situazione che si è venuta a creare. “Dobbiamo fare meglio per riconquistare la vostra fiducia, noi per primi“, ha aggiunto Lupo.

Se il principale bersaglio della rabbia degli ultras era la società, non si può certo dire che i giocatori siano stati risparmiati. A loro sono stati riservati i classici “Noi vogliamo gente che lotta” e “Tirate fuori i coglioni“, ma anche un prosaico “Se torniamo in C vi facciamo un culo così“. In prima fila, a poca distanza da De Rossi, c’erano Zuculini e Nainggolan. Due tra i calciatori più esperti anche a livello internazionale.

Al termine della contestazione i biancazzurri hanno preso i propri mezzi e lasciato lo stadio in un sostanziale clima di indifferenza. De Rossi, il suo staff e i dirigenti presenti sono invece rimasti all’interno dei cancelli del Paolo Mazza. Verosimilmente per un primo confronto a caldo sul da farsi. La posizione dell’allenatore verrà valutata attentamente assieme al presidente Tacopina nel corso della giornata di domenica e non è da escludere che quella di Venezia possa essere stata l’ultima gara con DDR in panchina.