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Pensare solo al campo. E avere più coraggio. Questo chiede Massimo Oddo alla sua SPAL durante questi giorni un po’ surreali, che hanno portato alla separazione tra la società e il direttore tecnico Fabio Lupo (peraltro ancora da ufficializzare). Il mister ha aperto la conferenza stampa della vigilia con un avviso: nessuna considerazione da fare sulle questioni dirigenziali. Si parla solo di calcio: “Quelle relative alla società sono questioni che a me e alla squadra non interessano. Non sono la persona adatta a trattare questo argomento. Voglio pensare solo alla partita di mercoledì e non mi sembra il caso di spendere energie altrove“.

TESTACODA – “Difficile prevedere che gara potrà essere. Parlerà il campo, come al solito. Noi abbiamo lavorato come sempre e dobbiamo approcciarla con concentrazione e convinti di quello che facciamo. Possibilmente dovrà essere messo qualcosa in più oltre alla tattica e alla tecnica. Ci devono essere motivazioni interiori che devono partire da ognuno. Io dall’esterno cerco di mettere di più, poi c’è un prato verde dove i calciatori sono gli attori principali e devono dare qualcosa in più soprattutto a livello emotivo. Le capacità non vengono fuori se non hai quel fuoco dentro, quella convinzione di raggiungere a tutti i costi un risultato importante“.

TATTICA – “In questi due giorni c’è stato poco tempo per lavorare e sono davvero convinto che più della tattica e della tecnica vada considerato l’elemento psicologico, quel qualcosa in più. Puoi giocare in qualsiasi modo e con qualunque interprete ma bisogna mettere in campo un extra a livello emotivo. Non ci saranno stravolgimenti perché pur sconfitti a Genova siamo riusciti a dare una certa solidità a questa squadra. Abbiamo giocato su un campo difficile e per 77 minuti siamo riusciti a tenere il campo piuttosto bene. Il lato negativo non credo sia tattico, perché se non riesci a fare due passaggi di fila è tutta una questione mentale. Possiamo metterci a quattro, cinque, otto o ventuno, ma se non hai lucidità e coraggio per fare certe scelte in campo si finisce sempre col giocare male. Mi auguro che i ragazzi riescano a fare in partita quello che mi fanno vedere in settimana, perché in allenamento le cose vengono. Ovviamente c’è un aspetto mentale che va curato con personalità, convinzione… e attributi“.

PROGRESSI E MARGINI – “Penso che le cose positive fatte a Genova siano sotto gli occhi di tutti: siamo riusciti ad avere grande ordine nonostante una supremazia del Genoa che però non ha prodotto grandi occasioni. Fino al gol non ricordo parate decisive di Alfonso. Questo lo considero un aspetto incoraggiante. Ciò che vorrei vedere in più è la capacità di risolvere i problemi in campo in maniera autonoma, perché i ragazzi hanno a disposizione tutto per fare bene, ma le partite poi vanno interpretate. Durante i 90 minuti cambiano i moduli, ci sono le sostituzioni e si presentano varie situazioni. Possiamo preparare tutto nel minimo dettaglio, ma poi arrivano momenti nei quali i giocatori devono assumersi delle responsabilità. Se tutto andasse come viene previsto dagli allenatori vedremmo partite senza errori e sarebbero noiosissime. Ci sono letture personali e individuali e i ragazzi devono essere responsabili e fare scelte proprie, non quelle del tecnico“.

ATTEGGIAMENTO – “Non parlerei di tentato colpaccio: arriva la prima in classifica ma la storia della serie B insegna che puoi vincere con la prima e perdere con ultima. Non è Real Madrid-Recanatese e non c’è una nettamente superiore all’altra. Il Frosinone ha trenta punti in più e quindi significa che ha vinto dieci partite in più di noi, ma sulla singola partita la SPAL ha le qualità per venirne fuori e prevalere. Ci diamo l’obiettivo di essere solidi, ma anche cercare di attaccare adeguatamente“.

PORTIERE – “Devo fare delle valutazioni. La scelta non è solo in base a una questione prettamente tecnica. Sono in ballo tante cose: si può puntare sullo spirito di rivalsa di Brazao che è un ragazzo giovane oppure affidarsi a un giocatore esperto e può dare una mano anche a livello vocale ai compagni. È una valutazione che farò attentamente domani. Sono tutti e due pronti“.

GIUSEPPE ROSSI – “Sarò completamente onesto: non è pronto per giocare dall’inizio, principalmente perché non sappiamo quanto può durare. Pepito ha un valore assoluto e quand’è in campo fa sempre vedere cose che in B non si vedono. Si può mettere dentro qualche minuto: 15-20-25, bisognerà vedere. Andrà utilizzato nei momenti molto precisi. Se siamo in sofferenza e lontani dalla porta meglio mettere giocatore con caratteristiche diverse. Giuseppe può dare una grandissima mano quando sei lì per vincere una partita e sei nell’area avversaria. Perché ha qualità tecniche e giocate che possono tornare utili. Se però sei in sofferenza e devi difendere un risultato diventerebbe deleterio impiegarlo, soprattutto per lui, perché non è quel tipo di giocatore e non ha la condizione di rientrare e ripartire ai 2000 all’ora. Mi auguro di poterlo utilizzare meno possibile, altrimenti vuol dire che dobbiamo recuperare risultati a tutti i costi. Questo lo sa anche lui. Si sta allenando bene e magari tra uno o due settimane metterà qualcosa in più a livello di minutaggio“.

STANCHEZZA – “Penso che in questo momento la stanchezza fisica conti relativamente. Conta di più la testa. Bisogna andare in campo e dare tutto: ci sono cinque cambi e se qualcuno è stanco ci sono cinque cambi. Si alza la mano ed entra un altro. A Genova siamo stati nella nostra metà campo, quindi non abbiamo speso così tanto (ride, ndr). Magari a livello mentale c’è stato un dispendio, ma non a livello atletico perché è stata una prova difensiva. Abbiamo fatto più fatica col Como“.

PIANO-PARTITA – “A Genova abbiamo fatto la partita che avevamo preparato a livello difensivo, con grande ordine e compattezza. Mentre in fase di attacco ci eravamo dati altri obiettivi che non sono stati raggiunti. Principalmente perché sono mancate lucidità e personalità per poter giocare meglio a calcio, fare due passaggi (ride, ndr)”.

PAURA – “Le scelte dell’allenatore vanno anche verso l’aspetto caratteriale. Certe scelte possono essere compiute in base al fatto che c’è un giocatore più emotivo e un altro che se ne sbatte di più. Io dico sempre ai ragazzi: peggio che perdere c’è nulla, quindi proviamo a fare qualcosa in più. Se hai paura di andare in guerra la perdi di sicuro. Serve il coraggio per andarci, che poi magari la vinci“.

Sull’infermeria abbiamo fatto un approfondimento a parte. Valzania e Varnier hanno verosimilmente chiuso anticipatamente la loro stagione.

 

IPOTESI DI FORMAZIONE (3412): Pomini (Brazao); Peda (Arena), Meccariello, Dalle Mura; Dickmann, Prati, Zanellato (Murgia), Tripaldelli; Nainggolan; La Mantia, Moncini.