foto Filippo Rubin
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Una vittoria inseguita, sperata, ma soprattutto necessaria. Mancava da ottobre (5-0 al Cosenza) ed equivale a una boccata d’aria dopo un’apnea lunghissima. La SPAL batte il Cittadella 2-1 con le reti di Fetfatzidis e Prati, ma soprattutto è viva e può credere nella salvezza. In sala stampa è ovviamente soddisfatto e sorridente Massimo Oddo, che può esultare per i primi tre punti sulla panchina biancazzurra.

LA PARTITA – “Avevo anticipato che in questi momenti tattica e tecnica contano relativamente. Abbiamo vinto di cuore e di orgoglio, lottato su ogni pallone e finito con tre-quattro giocatori con i crampi che mi rispondevano di star bene ogni volta in cui gli chiedevo qualcosa. Questo è quello che ci vuole. In questi momenti è difficile anche giocare bene a calcio. Poi il Cittadella è una squadra ostica: se provi ad andarli a prendere alti ti allungano e ti buttano palla dietro. Sapevo che si sarebbe sbloccata per un episodio anche se tanti episodi non ci sono stati: l’avevamo preparata così e i ragazzi sono stati bravissimi mentalmente a lottare fino alla fine su ogni pallone e sono contento per loro, oltre che per i tifosi che sono stati anche oggi strepitosi. Noi siamo qui per risollevare le sorti di un annata non bellissima, ma come dico sempre ai ragazzi annate brutte possono anche diventare meravigliose, basta solo crederci. Ero convinto che servisse una partita così e che con un pizzico di fortuna un risultato positivo avrebbe potuto rimetterci in carreggiata: abbiamo sicuramente avuto un po’ di fortuna ma ce la siamo anche andata a cercare”.

CARATTERE – “Ho sempre detto che sto conoscendo i ragazzi pian piano e posso dire che questo è un gruppo eccezionale. Quando le cose vanno male i giocatori sono beccati, ma devono sapere essere più forti di queste cose: nessuno ti dà una mano e sono loro a dover trovare le motivazioni giuste per fare qualcosa di importante. Le motivazioni si trasformano in orgoglio in quello che hanno fatto oggi, con giocatori con i crampi che lottano fino alla fine. Ci vuole quello. Poi c’è la tattica. Così come c’è Fetfatzidis che fa un gol meraviglioso, c’è Maistro che fa una grande giocata e mette una grande palla. Ma se prima di tutto non c’è lo spirito, il resto conta poco”.

GIOCO DA SERIE B – “Non so dire se stiamo andando proprio in quella direzione ma sicuramente oggi in modo particolare abbiamo fatto un ‘gioco da serie B’. Il Cittadella è una squadra estremamente aggressiva che ti manda sugli esterni e spesso non ti dà il tempo di giocare. Abbiamo provato con giocate, cambi di campo veloci, movimenti in avanti: a volte ci siamo riusciti e a volte no, ma l’avevamo preparata con queste caratteristiche. L’esperienza mi porta a pensare che in questi momenti fai veramente fatica a far giocare bene la squadra. Magari ci sono sprazzi, momenti in cui riesci, come sul secondo gol con la palla a terra da una parte all’altra, ma non riesci ad avere la lucidità e la freddezza di portare la tua squadra a giocare un bel calcio per novanta minuti. Laddove non riesci a fare quello, devi per forza di cose mettere dentro altre caratteristiche come la palla lunga che ti permette di preparare la giocata, vincere contrasti o le seconde palle”.

SCELTE TATTICHE – “Siamo partiti a quattro dietro perché avevamo in testa l’idea di proporre calcio, provando a fare giocate interessanti. Nei primi minuti ci siamo riusciti, anche se mancava quel qualcosa alla fine. I ragazzi hanno fatto di tutto, poi conoscendoli sapevo che sull’1-0 ci saremmo ritratti indietro, e siccome loro fanno questi lanci lunghi per poi sfruttare le seconde palle ho preferito compattare dietro inserendo un uomo in più che potesse dare più solidità in quel momento della partita”. 

SOFFERENZA – “Io in campo devo in tutti i modi cercare di mantenere la lucidità il più possibile, altrimenti se perdo la testa è un problema. La sofferenza c’è: quando sono lì non soffro perché sono molto concentrato sul come aiutare la squadra a livello di modulo, cambi e altro, quindi non c’è tempo per soffrire. L’atmosfera di sofferenza è normale ed è giusto che ci sia, però alla fine tante volte sono le più belle le partite in cui soffri: troppo facile vincere le partite 3-0, il bello del calcio e le emozioni sono anche queste (ride, ndr)”.

SENSAZIONI PRE-PARTITA – “Non sono un cantastorie, ho sempre detto quello che penso e ho sempre detto le mie sensazioni, sia che fossero negative o positive. Questi sono ragazzi che si allenano sempre bene e sono consapevoli dei limiti del momento, che non sono limiti tecnici o tattici, ma dettati dal contesto in cui la testa comanda. Tornare alla vittoria ci può dare tanto: ora festeggiamo un attimo, ma poi dobbiamo ributtarci dentro perché c’è già un’altra partita determinante e vogliamo proseguire il nostro cammino in tutti i modi. Avevo detto prima della partita che vedevo una squadra in crescita: a volte può sembrare banale, ma la squadra era effettivamente in crescita. Oggi abbiamo sicuramente messo di più dal punto di vista mentale, di orgoglio e carattere, ma c’è stato anche una buona risposta a livello tattico. Rimangono dieci partite e dobbiamo fare più punti degli altri, senza guardare chi è l’avversario o quante partite mancano”.

TIFOSI – “Lo dicevo anche ieri. C’è stato un comunicato in cui c’è tanto significato e speravo potesse entrare nel cuore dei ragazzi perché c’è una curva che soffre, una città che soffre e un popolo intero dietro. Il minimo che possiamo fare è dare tutto quello che abbiamo in campo e oggi credo che siamo riusciti a farlo: almeno per una volta abbiamo reso orgogliosi i tifosi che ci hanno sostenuto e vi posso garantire che non è una frase banale, ma sentire i tifosi sostenere fino all’ultimo minuto ti da una grandissima mano”.

MAISTRO – “Non è una questione di ruolo, é un giocatore che ha le qualità per giocare in serie A. Però per giocare in serie A serve qualcos’altro, soprattutto continuità. Lui ha tutto: qualità, forza, strappo, fisico, non gli manca nulla. Se impara ad avere questa continuità è sicuramente un giocatore importante. Ce ne sono tanti come lui qui, poi ci sono le annate. Zanellato ad esempio è beccatissimo dalla gente, ma io lo conosco, è un giocatore importante, è intelligente e ha qualità: poi ci sono quelle stagioni in cui fai un po’ più fatica soprattutto a livello mentale. Io sono qui per tirare fuori dai ragazzi il meglio, e sto provando a fare questo perché questa non sarà una squadra che deve vincere il campionato, ma non è nemmeno una squadra che deve stare lì in fondo. Se è lì è perché bisogna tirare fuori qualcosa in più soprattutto a livello caratteriale”.

PRATI – “Sono contento per lui e ovviamente anche per noi (ride, ndr). È un ragazzo che parla poco e pedala tanto, sa fare tante cose: oggi ha fatto il play e la mezzala. In generale quello della SPAL è un gruppo che si mette a disposizione: oggi è entrato Franco Zuculini che ha dato l’anima, non ha mai toccato palla (ride, ndr), forse una. Tutti quelli che sono entrati sono ragazzi giovani: Rabbi corre dietro a palloni inimmaginabili, e questa deve essere la mentalità di chi gioca, perché solo così possiamo uscirne”.

DEDICA –“La vittoria la dedico ai ragazzi, perché se lo meritano, hanno vissuto un’annata particolare e avevano bisogno di questo: mi auguro possano continuare su questa scia. Devono scendere in campo con l’entusiasmo con cui è finita questa partita. Ho visto un gruppo che si abbracciava e per la prima volta li ho visti scherzare in spogliatoio. Sono un gruppo veramente bello, ne ho avuti davvero pochi così. Sono bravissimi ragazzi che danno tutto e si meritavano questa giornata. Ovviamente la dedico anche alla curva, a voi, e a chi segue con amore questa squadra, ma la prima dedica va ai ragazzi che se lo meritavano e spero che questa vittoria possa infondere loro più fiducia”.

JOE CONTENTO – “Ho parlato con il presidente ed era ovviamente contento. Lui più è contento e più dice ‘fuck e fucking’. Oggi era tutto un ‘fuck’ quindi presumo fosse molto contento (ride, ndr)”.