Durante la sosta per gli impegni internazionali la SPAL ha voluto comunque tenere aperto il canale di comunicazione tra la squadra e il pubblico, mettendo a disposizione della stampa Gabriele Moncini. L’attaccante, autore finora di 5 gol e 4 assist in 24 apparizioni, ha fatto un parziale bilancio della stagione e affrontato il tema della difficile rincorsa alla salvezza.
ANALISI PERSONALE – “Non posso essere soddisfatto né a livello personale né sul piano collettivo. Eravamo partiti con l’idea di fare un altro campionato, come un po’ si aspettavano tutti, poi le cose non sono andate bene e personalmente ho avuto anche l’infortunio. È una stagione un po’ particolare, ovviamente non sono contento ma credo comunque di aver sempre dato il 100%, quindi su questo non recrimino niente. C’era da fare meglio, ma stagioni come queste io non ricordo di averne vissute per coefficiente di difficoltà. Perlomeno so che mi farà crescere: non sono soddisfatto per gol e prestazioni ma per quanto riguarda l’atteggiamento credo di poter andare fiero”.
ASPETTATIVE NON RISPETTATE – “Sicuramente a inizio anno siamo stati messi tra le possibili vincitrici, ma in modo sbagliato, perché questo è un campionato tostissimo, con squadre come il Sudtirol che nessuno pensava potesse fare così bene ma che si è dimostrata forte. Abbiamo un organico che non merita questa posizione e lo ripeterò fino alla fine. Però se in un anno cambi tre allenatori vuol dire che c’è qualcosa che non va. I risultati non sono stati entusiasmanti quindi si è valutato di cambiare: è una stagione di bassi più che di alti”.
LA SOSTA – “Senza dubbio abbiamo più problemi psicologici che fisici: una squadra ultima in classifica ha giocatori che tendono ad avere paura a tentare la giocata. Vediamo a esempio anche il Brescia che è un’altra squadra come noi: ha un organico importante, ma non riesce a venirne fuori per la paura dei giocatori. In queste due settimane che abbiamo a disposizione vedo che il mister sta lavorando su concetti base. Se vogliamo uscire da questa situazione il gruppo deve seguire quelle due o tre indicazioni dell’allenatore, che sono semplici e basilari ma vanno fatte al 100%: questa è la soluzione giusta. Stiamo lavorando molto di più sul piano fisico, cerchiamo di mettere più benzina e spingiamo molto. Sull’aspetto mentale non è facile lavorare: si può fare in allenamento, ma alla fine il sabato in campo bisogna avere personalità, e se non ce l’hai è difficile. In situazioni come queste bisogna avere le palle, come si usa dire”.
CONFRONTO INTERNO – “Abbiamo avuto modo di confrontarci anche se io non sono un grande amante delle chiacchierate, perché alle volte si parla anche troppo e si esce dal binario. Però sì, abbiamo parlato noi più esperti perché serve dare qualcosa in più. Sembra una frase fatta, ma non possiamo rimanere in questa situazione. Per cui ci siamo guardati negli occhi e abbiamo tirato una linea: chi non ci crede stia pure a casa”.
COMPATIBILITÀ CON LA MANTIA – “È una domanda che mi hanno fatto spesso in carriera. Ho giocato con attaccanti simili a me come Coda e Lapadula e alla fine quando la squadra girava segnavamo entrambi. Penso che possiamo giocare insieme e anche Andrea è d’accordo. Non è colpa della squadra, ma è ovvio che se questa non gira vuol dire che ci sono meccanismi diversi: magari questa squadra ha bisogno di giocare ad una punta perché gli esterni, Fetfatzidis e Maistro, hanno bisogno di più spazio. Però a livello di caratteristiche e stile di giocatori possiamo giocare insieme, in questa squadra poi non lo so, sarà da vedere ancora da qui in avanti”.
INCAPACITÀ DI RIPRENDERE LE PARTITE – “Sì è vero, quando andiamo sotto difficilmente riprendiamo le partite, ma credo sia solo un problema mentale. C’è quell’ansia perché prepari la partita in settimana e poi prendi il primo gol e ti taglia le gambe, come nel caso del Sudtirol in cui dopo un gol beffardo preso in quel modo non era facile rialzarsi e infatti non ci siamo riusciti”.
TIFOSI – “Io sono un po’ in difficoltà verso i tifosi, perché piazze così ne ho viste poche. Vedere una curva piena come sabato scorso è stata una cosa bellissima e incredibile, sono fantastici. Siamo ultimi e vengono tutti i sabati, poi le critiche ci stanno e sono in un certo senso doverose. Quando torno a casa e abbiamo perso brontolano anche i miei genitori. Ai tifosi posso solo dire grazie, davvero. Quello che possiamo fare noi è non farci pesare le critiche, perché ci stanno e fanno parte del gioco: ovvio che avendo tanti giovani può succedere, ma quest’anno i tifosi ci hanno solo dato una mano”.
VOLATA FINALE – “Noi ci crediamo, io ci credo, so che possiamo uscirne da questo momentaccio. Se non lo pensassi eviterei di dirlo. Non stiamo facendo calcoli, però guardiamo al calendario e c’è l’opportunità concreta di potersi salvare visti gli scontri diretti che avremo in casa“.