Alla vigilia della partenza del ritiro fissato a Pescara la SPAL ha messo a disposizione della stampa Biagio Meccariello, uno degli elementi di maggior esperienza dell’organico a disposizione di Oddo. Il centrale, nativo proprio di Benevento, ha spiegato il suo punto di vista su diversi temi dell’attualità biancazzurra.
BILANCIO PERSONALE – “Non sono assolutamente soddisfatto della mia stagione perché i miei interessi vanno di pari passo con quelli della società, del mister e dell’ambiente in generale. Avrei voluto fare di più e penso di poter fare di più. La situazione è un po’ particolare e chi più chi meno sta pagando. Mi dispiace molto trovarmi a questo punto, non me lo sarei mai aspettato. Quando sono arrivato qui c’erano altre intenzioni da parte della società. Però nella vita ci sono le difficoltà e stiamo cercando di affrontarle di petto e di risolverle, anche se purtroppo non ci siamo riusciti finora“.
RESPONSABILITÀ – “Spero che il senso di responsabilità pesi nella misura giusta per tutti. A me pesa tantissimo perché non riesco a essere tranquillo, nemmeno quando giro in città con la mia bimba piccola e guardo negli occhi le persone perché sento d’essere responsabile. Non mi piace fare brutte figure in qualunque ambito ed è un grande dispiacere. Sui giovani un peso del genere può incidere abbastanza e non a caso l’età media è abbastanza bassa. Spero che in queste due partite, nonostante il dramma, riusciamo a tirare fuori il meglio. Ci sono due gare che direzionate nel modo giusto possono aprire uno spiraglio di luce“.
L’1-1 CON LA TERNANA – “Tutti eravamo abbattuti dopo la partita di sabato. A un certo pensavamo e speravamo di essere vicini a un vittoria che ci avrebbe potuto dare una buona boccata d’ossigeno. Non so dire con precisione cosa sia successo, probabilmente c’è stato un po’ di disordine nella nostra interpretazione e abbiamo pagato il fatto d’esserci abbassati. Questo ci ha impedito di essere aggressivi e accorciare coi tempi giusti. La Ternana ha inserito giocatori di livello e quando non riesci mai a ripartire e conquistare campo può capitare di concedere occasioni da gol. Purtroppo è capitato a me ed è un grande dispiacere. Avrei voluto vivere un giorno di festa e invece non è stato possibile“.
RITIRO PREPARTITA – “In passato ho fatto anche tre mesi di ritiro in cui facevamo cinque giorni con la partita e da ultimi in classifica siamo riusciti a salvarci senza fare i playout. Quindi a quella squadra (Ternana 2016/2017) servì eccome, anche se era più esperta e la società voleva adottare una atteggiamento un po’ più punitivo. Non credo comunque che questo possa essere un tema così importante: da parte nostra c’è da stare zitti perché la dirigenza ha le sue ragioni per adottare certe misure e se questo può aiutare a preparare meglio la partita di lunedì e vincerla in ritiro ci vado tutte le settimane fino alla fine della stagione“.
PRESSIONE – “Ci sono annate che possono nascere male. Mi è capitato di ritrovarmi in situazioni simili anche con organici sulla carta più forti di quello che abbiamo qui. A volte la forza della reazione del gruppo fa la differenza. Nel passato avevo trovato tanti vecchi ed esperti abituati a vivere uno stadio caldo e incazzato a cui non pesava particolarmente. Forse qui, con ragazzi più giovani, il peso della classifica è più rilevante. Ma comunque sia le colpe sono nostre e basta. I tifosi nei nostri confronti sono sempre stati affettuosi. Anche nell’ultima partita hanno fatto una coreografia e non gli si può proprio dire nulla“.
ERRORI – “Non ci sono segreti, la verità è quando ci si trova in circostanze del genere tutti hanno fatto errori, la squadra in primis. Se ci sono stati risultati più o meno simili con tre diversi allenatori qualche domanda il giocatore se la deve fare. Sono molto rammaricato di questo, spesso vado a casa e mi interrogo, talvolta penso anche che non vorrei svegliarmi al mattino pur di impedire al cervello di frullare di continuo. Sono abituato non dare colpe agli altri e cercare di capire cosa posso e devo fare di più a livello personale“.
DIFESA IN AFFANNO – “Quando i risultati sono altalenanti un allenatore prova spesso a cambiare e la mancanza di identità in difesa può incidere. Un po’ per gli infortuni e un po’ per altri problemi abbiamo cambiato spesso e non credo sia il massimo, perché le difese funzionanti sono quelle con meccanismi ben precisi. In questa stagione abbiamo giocato a tre e a quattro e io personalmente ho giocato in diverse posizioni. Così non è facilissimo trovare un’intesa consolidata“.
MOTIVAZIONI – “Saremmo degli incoscienti a sentirci spacciati. La SPAL è un bene di tutti e ci sono in ballo il nostro lavoro e le nostre famiglie. Retrocedere in C sarebbe un suicidio per tutti. Soprattutto per quello che ha fatto questa società. Ho giocato cinque anni a Terni e sabato scorso i loro dirigenti mi hanno detto d’essere innamorati del nostro stadio. Gli ho fatto presente che anche il centro sportivo non è da meno. Per conservare tutto questo dobbiamo vincere le prossime due partite e rimetterci in carreggiata. Incontriamo due squadre in difficoltà come noi e non c’è miglior occasione per rilanciarsi“.