foto Mario Taddeo
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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sulla terza vittoria esterna stagionale della SPAL, utile a rimettere in corsa la squadra di Oddo.

Vorremmo fosse già sabato (però non è il caso di correre)

Ha ragione Massimo Oddo quando dice che il risultato di Benevento deve rappresentare un inizio, il primo di due passi nella giusta direzione. Tanto che si vorrebbe essere già a sabato mattina per vedere se la SPAL ha imparato la lezione, se saprà evitare il contraccolpo in stile-trasferta-di-Cosenza, se davvero riuscirà a darsi quello slancio necessario per contendere la salvezza (persino quella diretta!) alle altre concorrenti di questo gioco spietato in fondo alla classifica. Se, tra le altre cose, saprà essere più ordinata e cinica anche di fronte a un’avversaria che è finalmente riuscita a scrollarsi di dosso un po’ di depressione e arriverà a Ferrara con l’idea di rilanciarsi dopo un lunghissimo inverno. La SPAL, complici gli altri verdetti della 32^ giornata, ora ci ha ingolositi e non vediamo tutti l’ora di sapere che effetto fa trovarsi a 35 punti e intravedere qualche raggio di luce fuori dallo scantinato. Ma se c’è un cattiva consigliera, soprattutto in questi casi, è proprio la fretta. La classifica conterà per davvero solo alle 22.35 del 19 maggio. Prima qualunque calcolo sarà completamente inutile.

Ci sono ancora chiari segnali di convalescenza

Partiamo da un dato: l’ultima volta in cui la SPAL era riuscita a segnare tre gol aveva comunque perso (in casa col Bari, 3-4). Non che stavolta la prestazione sia stata di così eccezionale qualità, ma almeno si sono visti ordine, concentrazione senza totali blackout (es.: la mezz’ora finale di SPAL-Ternana) e quel po’ di fortuna che fa sempre comodo. Non poteva comunque uscire chissà quale spettacolo dal confronto tra due squadre tendenzialmente demoralizzate e in ansia, in cui il Benevento ha dimostrato di avere molti più problemi dei biancazzurri. Al punto tale da provocare l’abbandono dell’allenatore dopo il fischio finale. Considerato che una delle principali preoccupazioni espresse alla vigilia da Stellone era quella di non prendere gol per primi, è stato un po’ inquietante vedere la SPAL faticare a toccar palla dopo il gran bel destro di Prati che ha sbloccato il risultato. L’immediato pareggio di Foulon sembrava un’altra copia di un copione già visto e stravisto, con la differenza che stavolta i biancazzurri sono rientrati dall’intervallo con maggiore determinazione. Tanto è bastato per riaccendere la luce.

La storia del centrocampo spiega un po’ la storia della stagione

Composizione del centrocampo della SPAL alla prima di campionato: Mancosu, Viviani, Zanellato, Maistro. Evoluzione dello stesso centrocampo alla quinta giornata: Valzania, Esposito, Proia, Maistro. Versione post-calciomercato: Prati-Zanellato con l’aggiunta di Valzania e Maistro o Fetfatzidis sulla trequarti. A Benevento: Prati, Contiliano, Nainggolan, Maistro. Con significativa dose di perplessità e preoccupazione al momento dell’uscita dal campo di Nainggolan e Maistro per sopraggiunta fatica. Le alternative oggi si chiamano Zanellato, Tunjov, Murgia, Zuculini e Ayoub. Gol segnati da questo drappello di giocatori: neanche mezzo. Assist complessivamente forniti: due in tutta la stagione, entrambi nel girone d’andata. Vale allora la pena essere grati per l’intuizione estiva su Prati e per le capacità di reclutamento e sviluppo del settore giovanile che hanno portato alla crescita di Contiliano, diventato di fatto indispensabile in modo completamente inaspettato.

Ci restano altre sei occasioni per vedere Nainggolan

A proposito di centrocampisti: lunedì al Vigorito si è capito perché tra Radja Nainggolan e tutti gli altri ci sono un paio di categorie di differenza. Pur con una condizione fisica tutt’altro che scintillante il belga ha dominato il gioco, dimostrando grande intelligenza e maturità. Perché non solo si è messo a disposizione di compagni e allenatore (con fitti colloqui campo-panchina), ma ha anche adattato il suo ruolo alle esigenze di questa squadra. In mancanza di un regista classico Nainggolan ha deciso di recitare questo ruolo mettendoci la sua personale interpretazione, chiudendo una partita – per la prima volta dopo tanti anni – senza nemmeno un tentativo di conclusione verso la porta. Piuttosto il Ninja ha fatto girare il pallone con precisione e lucidità, di fatto mettendo la firma su tutte e tre le azioni decisive per la vittoria. Godiamoci le prossime sei esibizioni, perché trascorrerà un po’ di tempo prima di poter vedere ancora un giocatore del genere con la maglia biancazzurra.

Per una volta: niente figure di palta col Brescia

Chi frequenta LoSpallino da un po’ sa che la scaramanzia non è esattamente una stella polare, per cui vale la pena dirlo: dal 2017 a oggi la SPAL ha fatto pietà nelle sfide casalinghe col Brescia. Tre partite e tre sconfitte, spesso con prestazioni abbastanza imbarazzanti. Sabato al Paolo Mazza c’è una quadruplice occasione: aggiungere tre punti a una classifica che ne ha bisogno; stroncare il morale di una diretta concorrente; fare le agognate due vittorie di fila; sistemare questo record molto sgradevole. Alla squadra probabilmente importerà solo della prima, ma ci accontentiamo. Ora conta la destinazione, non come ci si arriva.