Perugia, Palermo, Parma e Pisa: una coincidenza del tutto ininfluente ha fatto sì che le ultime quattro avversarie della SPAL avranno tutte la lettera P come iniziale. Abbiamo deciso di giocare con la memoria dei tifosi e scegliere quattro P (spoiler: saranno in realtà cinque) necessarie per passare dall’attuale penultimo posto in classifica ai playout, o magari qualcosa in più.
PERUGIA: P di … Più di novanta
Il dato delle volte in cui la SPAL si è fatta rimontare da situazioni di svantaggio è impietoso, e non è il caso di ripeterlo un’altra volta. Ma non è sempre stato così. C’era un tempo, peraltro non troppo lontano, in cui i biancazzurri si sono resi protagonisti di rimonte leggendarie arrivate ben al di là del novantesimo minuto, anche contro avversari che sulla carta mostravano una superiorità evidente. Dal gol di Cremonesi sotto la pioggia di Cesena, al balzo felino di Floccari nella nebbiolina di Vicenza; dal gol di Rizzo contro l’Udinese alla prima in casa in serie A al volo d’angelo di Paloschi sotto la Ovest per fermare l’Inter; dal sinistro a giro di Colombo contro il Parma alla punizione chirurgica di Esposito contro il Cosenza la storia recente parla chiaro: quando la SPAL tira fuori il cuore non c’è novantesimo minuto che tenga, neppure quando in gioco c’è una salvezza o una promozione.
Ne sa qualcosa proprio il Perugia, che poco più di un anno fa stava già rientrando negli spogliatoi convinto di avere tre punti facili in tasca. Superiorità numerica, dieci secondi rimasti, cosa potrebbe andare storto? Forse che Latte Lath riesca a spaccare la porta su un assist di Mora. Sbagliò De Luca in avvio d’azione, ma importa poi qualcosa? La fortuna premia chi ci crede. Quest’anno la SPAL si è trovata spesso dalla parte sbagliata, ma ha già dimostrato di poter riprendere una partita dopo al 90’, come successo a settembre contro il Como. Le partite durano più di 90 minuti e, a cominciare dal Perugia, sarà necessario ricordare questa prima P.
Nota extra: l’ultima vittoria della SPAL contro il Grifo è arrivata nella stagione 2016/2017: i biancazzurri s’imposero per 2-0 in quella che a posteriori può essere considerata una delle partite più importanti di una trionfale stagione, teoria confermata da Floccari, autore del primo gol, in una recente diretta de LoSpallino. Il secondo gol portava la firma di Schiattarella ed arrivò al… 92’ minuto. Come direbbe Mazzo: “Forza vecchio cuore biancazzurro”.
PALERMO: P … di Punta
Ag vol la (P di) punta… la punta tanto sognata negli ultimi anni sembrava finalmente essere arrivata. Si è sicuramente persa, ma non è detto che non possa ritrovarsi. Il Palermo quest’anno la sua P l’ha trovata: si chiama Matteo Brunori e dopo una carriera passata tra Eccellenza, D, C e (poca) B quest’anno ha segnato 15 gol in campionato, di cui uno alla SPAL nel match d’andata. A testimonianza che, a volte, non bisogna per forza guardare in alto per trovare il cannoniere capace di svoltare la stagione. Il cannoniere rosanero si porta dietro una diffida addirittura dal 26 dicembre scorso: vuoi mai che l’arbitro di Como-Palermo non decida di essere un po’ severo, risparmiandogli la fatica di giocare la partita successiva…
Gli ultimi attaccanti capaci di superare quota 15 gol in campionato con la maglia della SPAL iniziano ad essere datati (Antenucci, 18 nella stagione 2016/2017 e Petagna, 16 nella stagione 2018/2019). A meno che non inizino ad avere medie in stile Haaland pare che Moncini e La Mantia non supereranno i 15 di Brunori ma forse, pensando alla P di Palermo, sarebbe bene ricordarsi di quanto, per le ultime quattro partite, il tanto agognato gol della punta sarebbe fondamentale.
Nota extra: l’ultima volta che la SPAL ha visitato Palermo era per un match di Coppa Italia ad agosto 2009, di cui abbiamo parlato in un recente articolo. Finì 4-2 per i padroni di casa, al tempo squadra di vertice di Serie A, e fu una giornata prolifica per le punte visto che segnarono Miccoli (doppietta), Cavani e Rachid Arma.
PARMA: P di … Portiere
Oltre alle punte, nelle ultime quattro giornate servirà una buona P di portiere e, senza nulla togliere ad Alfonso, pensando alla P di Parma non si può fare a meno di notare che a difendere quei pali ci sarà, a 45 anni suonati, il rappresentante del ruolo probabilmente più forte della storia. Nelle ultime quattro giornate servirà un Alfonso con la P maiuscola e, cosa più importante, servirà non prendere gol. La SPAL quest’anno ha quasi sempre faticato a mantenere la propria porta inviolata, ma lo 0-0 col Modena ha interrotto una striscia di tredici partite consecutive con almeno una rete al passivo. Non è un caso, e non serve andare a vedere le statistiche, che spesso chi sale dalla B è chi ne prende meno e chi scende in C chi ne prende di più. Alfonso è il miglior giocatore della SPAL per media voto e quest’anno, in cui ha superato le 200 presenze in B, ha salvato la squadra innumerevoli volte, forse più da quanto un numero uno sarebbe tenuto a fare normalmente. La leggera indecisione mostrata sul gol di Olzer è già acqua passata: contro il Modena il numero uno biancazzurro ha dimostrato di essere sul pezzo per il finale. Contro un Parma che i gol alla SPAL non se li è mai fatti mancare le sue parate serviranno come il pane.
Nota extra: Gigi Buffon ha affrontato la SPAL cinque volte in carriera, tre con la Juventus (2017/2018, SPAL-Juventus 0-0; 2019/2020 Juventus-SPAL 2-0 e Coppa Italia 2020/2021 Juventus-SPAL 4-0) e due col Parma, entrambe nella stagione 2021/2022 (SPAL-Parma 2-2 e Parma-SPAL 4-0).
PISA: P di … Passione (e Palle inattive)
La passione e il passato: il Pisa è uno dei pochi avversari che ha avuto l’onore negli ultimi anni di entrare nel libro della storia della SPAL, con sfide epiche e battaglie combattutissime, che hanno regalato ricordi positivi e negativi. Dalla vittoria in trasferta del 2015, che tenne vivo il sogno playoff e gettò le basi per la stagione successiva, alla doppia sconfitta l’anno della vittoria della Lega Pro, quando Mora correva sulla fascia sinistra e la gradinata era una lastra di marmo grigia. Dal gol di prepotenza di Mariano Arini che sancì la prima storica vittoria in serie B in un’Arena semivuota, alla doppietta di Paloschi nel poker a porte chiuse, fino alla serata che portò all’esonero di Pasquale Marino.
Ma torniamo a una data precisa: 23 novembre 2015. Castagnetti batte un angolo sotto la Ovest e dal nulla sbucano dei lunghi capelli neri che ricordano George Best. Ma invece si tratta Luca Mora, arrivato a Ferrara da tre mesi, e la sua zuccata totalmente senza stile batte Brunelli. La SPAL è in vantaggio contro la diretta concorrente per la promozione, in un momento storico in cui si è tornati al vertice dopo vent’anni di sofferenze e agonia. Poi il Pisa vincerà quella partita e la SPAL qualcosa di più importante, ma ciò che resta in quella partita è la passione che ci metteva quella squadra, l’amore per i colori biancazzurri e per lo scudo cucito sul petto. Eravamo felici e come spesso accade in casi del genere non lo sapevamo.
Salto temporale: 11 dicembre 2022. Altro calcio d’angolo battuto al Paolo Mazza, Meccariello (anche lui con il numero 6 di Mora sulla schiena) in mezza sforbiciata manda in porta il cross dalla bandierina di Esposito (anche lui con il numero 5, lo stesso di Castagnetti). Quello segnato al Palermo è l’ultimo gol su corner della SPAL e il penultimo su palla inattiva del campionato in corso (l’ultimo è stato il rigore di Moncini contro la Ternana). Da maestri della mattonella come Viviani ed Esposito, a colpitori di testa infallibili come Kurtic e Floccari: le palle inattive l’anno scorso hanno salvato la SPAL, citofonare Cosenza per informazioni. Non c’entra solo la tecnica, saltare in area è anche e soprattutto questione di coraggio e scaltrezza, come per Mora quella volta. Se la SPAL le ritroverà, come ritroverà i gol su palla inattiva, allora potremmo davvero passare da una P all’altra, perché nel Pantano della C nessuno vuole tornarci.