foto Filippo Rubin
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Il Palermo interrompe la striscia di cinque risultati utili per la SPAL di Massimo Oddo, ma soprattutto complica ulteriormente i piani salvezza dei biancazzurri. Anche le parole del mister a fine partita sembrano lasciar trasparire una resa ormai dietro l’angolo.

LA PARTITA – “Sicuramente il Palermo è partito meglio di noi avendo il predominio del possesso palla, pur non creando molto perché i gol sono stati abbastanza casuali. Siamo riusciti a essere compatti, sbagliando qualche uscita. Nel secondo tempo abbiamo fatto bene, restando per quarantacinque minuti nella metà campo avversaria con una grande reazione che ci ha permesso di segnare e di provarci fino alla fine, anche se non siamo riusciti a pareggiarla per merito del Palermo. Credo che guardando all’intera partita avremmo meritato il pareggio”.

SPERANZE – “Le possibilità ci sono ancora con sei punti in palio e visto che la matematica non ci condanna noi lotteremo fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto dell’ultima giornata, come del resto ho sempre detto”.

SCELTE INIZIALI – “Ho scelto i giocatori che ho visto con più gamba perché sapevo che il Palermo sarebbe partito forte e avevo bisogno di equilibrio in campo con giocatori che corressero in avanti e indietro. Mostri sacri, scusatemi, in questa squadra non ce ne sono. Credo che i ragazzi abbiano fatto una partita eccezionale, in particolare Rauti. La qualità è importante, ma va messa a disposizione del gruppo sennò andremmo a giocare a calcetto tutti quanti. Si gioca in centodieci metri di lunghezze e bisogna correre, poi c’è chi ha alcune caratteristiche chi altre. Con le squadre stanche e lunghe magari sarebbe servito aggiungere qualità, ma oggi nonostante i cambi ne abbiamo vista poca”.

SOSTITUZIONI – “Un allenatore si aspetta sempre che un giocatore possa spostare gli equilibri, il problema è che noi ci fissiamo a fare cose in momenti della partita in cui ne servirebbero altre. A un certo punto ci siamo messi con due punte alte in area e dovevamo fare una sola cosa: mettere la palla in area, mentre noi volevamo fare centottantamila dribbling prima di crossare e così diventa dura, anche perché poi ci partono diciottomila contropiede a sfavore. Io non è che voglio attaccare Fetfatzidis perché lui la qualità ce l’ha, ma mi servono giocate funzionali a quello che serve e oggi non è successo. Fatico davvero a capire perché non facciamo cose semplici”.

INFORTUNI – Varnier e Maistro mi hanno chiesto il cambio per problemi fisici, come sempre. Varnier secondo me ha fatto una partita eccezionale, come tutti però. Abbiamo fatto singolarmente quasi tutti una buona partita, ma purtroppo non è bastato”.

RIFLESSIONI – “Su quello che non ha funzionato quest’anno potremmo aprire un lungo dibattito. Se siamo penultimi un motivo c’è. Abbiamo dei limiti, tanti, come tutte quelle che sono in fondo alla classifica. Il problema più grande che ho avuto è stata quello dei cambi perché la squadra è stata costruita in un certo modo e in panchina abbiamo dei buoni giocatori, ma che non sono in grado di spostare gli equilibri per le caratteristiche che hanno. Oltre ai Maistro, Moncini, Fetfatzidis i giocatori di qualità che saltano l’uomo sono pochi e quando ti mancano queste cose si fa tanta fatica. Anche perché questa è una serie B con squadre forti e panchine forti. Non sto minimamente attaccando la mia panchina, ma abbiamo troppi giocatori simili. Ad esempio, se io cambio Prati con Murgia è uguale, hanno le stesse caratteristiche. Non poter incidere nel corso della partita pesa tanto per un allenatore”.