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In origine questa rubrica era nata con l’intento di inquadrare sommariamente i cinque temi principali all’indomani delle partite della SPAL, ma col trascorrere delle giornate è parso sempre più evidente che gli argomenti rischiassero di essere abbastanza ridondanti di settimana in settimana, soprattutto a causa dell’impressionante coerenza della squadra nell’esprimere mediocrità e senso d’impotenza.

La lenta processione iniziata con SPAL-Brescia 2-2 ormai sta arrivando alle ultime stazioni ed è rimasto poco da analizzare di fronte a prestazioni, risultati e classifica che sono fin troppo eloquenti. Il pubblico probabilmente ha già iniziato da un po a metabolizzare la prospettiva della retrocessione in serie C con una dinamica che è comparabile a quella vista a Napoli per lo scudetto. I tifosi partenopei hanno assaggiato la dolce sensazione del trionfo un pezzettino alla volta nell’arco di due mesi. Un po’ come qui ci siamo dovuti rassegnare un punto alla volta (quando è andata bene) raccogliendo una delusione dietro l’altra. Solo che a Napoli il punto d’arrivo è stata una festa epica, qui invece sarà un’esplosione di rabbia che verrà solo parzialmente attenuata dalle colate laviche come quella vista all’aeroporto di Palermo prima del volo del rientro a casa, coi tifosi della SPAL intenti a contestare e insultare i giocatori diretti all’imbarco.

In un momento del genere non si può fare a meno di pensare a ciò che è successo lo scorso 23 aprile al Tottenham nella Premier League inglese. Quel giorno la squadra del nord di Londra venne umiliata dal Newcastle con un pesantissimo 6-1. Gli Spurs incassarono cinque gol nei primi venti minuti sul campo dei Magpies in quella che sarà ricordato a lungo come uno dei passaggi più umilianti del recente passato del club.

Un paio di giorni più tardi il Tottenham pubblicò un comunicato in cui veniva annunciato il rimborso del biglietto per tutti i tifosi che avevano dovuto assistere a quell’avvilente spettacolo: “Come squadra capiamo la vostra frustrazione e la vostra rabbia. Semplicemente non abbiamo fatto abbastanza. Ci rendiamo conto che le parole non fanno la differenza in situazioni del genere, ma credeteci che anche noi soffriamo per una sconfitta come questa. Apprezziamo il vostro sostegno, che sia in casa o in trasferta, e per questo vorremmo rimborsare i tifosi che erano presenti al St. James’ Park. Siamo consapevoli che questo non cambierà il risultato della partita e da parte nostra faremo di tutto per rimettere le cose a posto nella prossima partita contro il Manchester United. Perché anche in quell’occasione la vostra presenza farà la differenza per no. Insieme, e solo insieme, possiamo fare progressi“.

Ecco, non sarebbe male che dirigenti, staff e soprattutto giocatori della SPAL facessero una bella colletta per rimborsare il costo della trasferta a quei 213 coraggiosi che hanno attraversato l’Italia pur di garantire il proprio sostegno a chi andava in campo al “Barbera”. Sarebbe un esborso ampiamente alla portata, ma soprattutto un segno tangibile di rispetto per chi ha sempre fatto tutto ciò che era in suo potere per rappresentare al meglio un nome e una maglia che non meritano di finire di nuovo nel sottoscala del calcio italiano.