Appuntamento delicatissimo in via Copparo col presidente Joe Tacopina che ha convocato una conferenza stampa ad appena due giorni dall’ultimo intervento di fronte ai cronisti.
Di seguito il liveblog in tempo quasi reale. Gli aggiornamenti vanno dal meno recente al più recente, in ordine di orario.
14.55 – Tutto pronto nella sala stampa del centro sportivo G.B. Fabbri. Raramente si era vista un’affluenza come quella di oggi.
15.15 – Il presidente non è ancora arrivato.
15.20 – Joe Tacopina entra in sala stampa. Volto molto teso.
15.21 – Inizia la conferenza. “Sono qui per parlare di quello che è successo sabato. Ma prima ci sono cose da chiarire. Il ricordo è ancora fresco e fa male. Io e i miei partner abbiamo messo molto impegno in questo progetto. Lo ripeto a scanso di equivoci: la responsabilità principale del fallimento del progetto sportivo è mia, non voglio ambiguità su questo. Ho scelto direttore generale, direttore sportivo e tutte le altre figure. Tutte le decisioni prese erano di mia competenza. Non ho mai evitato di prendere le responsabilità. Sono qui per farlo. E in questi casi o ci si nasconde o si prova ad andare avanti“.
“Vale ancora quello che ho detto sabato sulla squadra. Sono molto deluso da loro perché non hanno mostrato coraggio e cuore per fare bene durante il campionato. Prima dell’inizio della stagione avevamo parlato del valore della squadra ed eravamo d’accordo sulla possibilità di lottare per la serie A. Avevamo preso giocatori molto importanti per la categoria e Nainggolan è il più grande nome mai passato dalla SPAL. Ma purtroppo c’è stato un problema di impegno. Si è creata la tempesta perfetta“.
“Detto questo, stiamo guardando avanti perché è quello che va fatto. Ho sempre detto che i tempi duri non durano, le persone forti sì, resistono alla avversità. Inoltre credo che toccare il fondo insegni di più rispetto all’arrivare in cima. Credo anche nel pensare positivo. Per questo considero la ripartenza dalla serie C un’opportunità di rinnovamento e riscatto. La possibilità di partire da una pagina bianca, ricostruire con le nostre mani, creare una cultura di un certo tipo nella prima squadra. Ci sono passato prima. Il mio gruppo può riportare la SPAL dove le compete, nonostante questo passo indietro. In quindici anni ho vinto ovunque sia andato e questo è stato il primo anno nel quale le cose sono andate storte. Ma sono certo che insieme potremo ritornare in alto“.
“Molto prima di sabato, settimane prima, ho avuto molte riunioni per parlare della prossima stagione. Per mettere in cantieri grandi cambiamenti all’interno della SPAL e portare qui altri professionisti validi. Nonostante la negatività che c’è attorno alla SPAL io avevo grandi motivazioni per la nuova stagione. Però qualcosa è cambiato in maniera drastica da sabato. Capisco la frustrazione della retrocessione e tutti credo la comprendano, a prescindere dal proprio ruolo. Quando si vince si è contenti e quando si perde si è arrabbiati. Ma la rabbia si è trasformata in un’aggressione verbale nei miei confronti e questo è completamente inaccettabile“.
“I tifosi (mima le virgolette con le dita) hanno lanciato i petardi e i fumogeni che hanno fermato la partita. Non ero contento di questo. Anche perché hanno interrotto la partita in un momento in cui dovevamo fare gol, e messo a repentaglio l’incolumità di Pomini. Quindi hanno diretto la loro rabbia in qualcosa che non avrei mai pensato di sentire alla luce di tutto quello che è stato fatto negli ultimi due anni. Mi hanno cantato ‘Tacopina pezzo di merda’ a gran voce e questo mi ha scioccato. Perché dopo tutto quello che ho dato non è accettabile. So che è stata una piccola minoranza, ma è anche la gente che ha maggior voce nello stadio. È stato molto doloroso e la mia risposta iniziale è stata quella di applaudirli e mandare baci e poi quella di mostrare il dito medio visto che stavano continuando. La reazione era una risposta a un attacco personale disgustoso, non qualcosa di rivolto alla curva in sé. Queste cose le ho viste alla Sampdoria per ragioni ovvie, ma qui non pensavo sarebbero accadute. In maniera naturale ho reagito male. Non avrei voluto farlo. Ma il coro è stato ripetuto più volte. Da dove vengo io se qualcuno ti insulta tu rispondi in qualunque modo, con altri insulti o un pugno. Non me l’aspettavo proprio. Chiudo dicendo che se io avessi detto le stesse cose a qualcun altro mi sarei aspettato una reazione altrettanto pesante. Sono un essere umano e ho reagito a qualcosa di ingiustificato e triste“.
“Dopo sabato ho ragionato molto e parlato con tanta gente. Alan Fabbri mi ha chiamato ed è stato molto cordiale. Si è scusato a nome della città e mi ha incoraggiato ad andare avanti. Gli ho spiegato il mio punto di vista e che sono più che disponibile a mettere da parte l’episodio. Solo che domenica ho fatto qualcosa di così grave come andare in palestra. Alla mia uscita un componente della curva è venuto da me e ha iniziato a insultarmi di nuovo. Abbiamo avuto una discussione e poi sono arrivati altri sette o dieci ultras. Hanno continuato a insultarmi e minacciarmi di violenza fisica. Questo non è minimamente accettabile. Non li considero veri tifosi della SPAL, né persone che dovrebbero entrare allo stadio. Questa aggressione mi ha fatto seriamente riconsiderare il mio futuro alla SPAL“.
“Non mi aspettavo che un evento del genere potesse accadere a Ferrara. Capisco che si tratti di un gruppo piccolo di persone e in quel contesto altri che erano presenti in palestra hanno provato a mettere a tacere l’individuo che ha iniziato a insultarmi. Però mi pare evidente che qui non venga apprezzato ciò che è stato fatto da me e dai miei partner. Li ho sentiti e anche loro erano sconvolti e delusi dall’apprendere quanto è accaduto“.
“Dirò alcune cose che sono state fatte dal mio arrivo. Nel 2021 abbiamo rilevato un club che rischiava la bancarotta e avrebbe faticato a finire la stagione. Che aveva un debito enorme per una realtà di serie B. Che aveva contratti da serie A per gente che da serie A non era. In due anni abbiamo speso 25 milioni di liquidità. Nessuno l’ha mai fatto prima per la SPAL. Abbiamo aperto un nuovo convitto per le giovanili. Abbiamo comprato il campo sportivo di Malborghetto. Abbiamo iniziato progetti rivolti alle scuole, mandando giocatori e dirigenti perché volevo vicinanza alla comunità. Abbiamo fatto il calcio integrato per i bambini disabili. Abbiamo allestito una squadra femminile che ha vinto il proprio campionato e con la quale voglio complimentarmi. Se gli uomini avessero avuto il loro spirito sarebbe stata un’altra storia. Abbiamo visto il primo scudetto a livello giovanile con l’Under 18 battendo Roma e Bologna. Personalmente ho sempre partecipato a ogni tipo di evento dei tifosi ogni volta in cui un invito mi è arrivato. Non so esattamente cosa potevo fare di più. Ci ho messo anima e cuore in questo club“.
“Con l’elenco di prima non volevo auto-elogiarmi o farmi dare una pacca sulla spalla, ma solo far capire quanto è stato fatto. Quanto ci abbiamo provato a fare le cose fatte bene. Ma pare non essere apprezzato dal gruppo di persone che ha deciso di attaccarmi personalmente. Non mi sto lamentando della città di Ferrara o della tifoseria nel complesso. Negli ultimi due giorni ho parlato con tantissima gente che mi ha ringraziato e chiesto di continuare. L’ho detto anche ad Alan Fabbri che mi ha chiesto di fornire rassicurazioni. Anche Francesco Colombarini ha speso belle parole. Perché da ex proprietario capisce quanto sforzo ci sia dietro al lavoro che è stato fatto. Purtroppo un piccolo gruppo di persone ignoranti o che non ha la capacità di vedere oltre il proprio naso non ha colto la portata degli sforzi fatti. Quello che questo piccolo gruppo non capisce è che se io e i miei partner ce ne andiamo senza iscrivere la SPAL in serie C non ci sarà alcuna SPAL nella prossima stagione. Si dovrà ripartire dalla serie D nel 2024/2025. Quindi credo non capiscano le conseguenze delle loro azioni. Dicono di essere tifosi, ma io non credo lo siano perché quando vedo i fumogeni in campo mi viene da pensare che la loro immagine venga prima del benessere della squadra. Se io e i miei partner ce ne andiamo finisce tutto. A meno che qualcuno voglia davvero ripartire dalla serie D“.
“Ci sto pensando seriamente di lasciare. Non credo di poter rimanere in una città in cui una pur piccola minoranza si permette di insultare e minacciarmi. Ho saputo che qualcuno della curva in passato ha sputato in direzione di Vagnati e Mattioli quando la SPAL era in serie C. A meno che qualcuno non stia facendo qualcosa di gravissimo al club non riesco a capire una cosa del genere. Ripeto: so che sto parlando di una piccola minoranza di tifosi. Lo capisco dai messaggi e dalle chiamate delle persone. La larga maggioranza è con me e con la SPAL. Ringrazio tutti quelli che hanno espresso solidarietà e vicinanza. Penso si sia capito quanto tengo a questo progetto. Ci lavoro continuamente e con impegno, a ogni ora del giorno“.
“Concludo dicendo che spero che tutto questo possa essere risolto. Perché ho voglia di ricominciare e ho grandi progetti per il futuro. Ma devono arrivare delle scuse. Prima di tutto dalle persone che mi hanno offeso. Poi mi scuserò io per la reazione. Non mi aspettavo di essere attaccato in questo modo e ho replicato. Qualunque altro essere umano al mio posto l’avrebbe fatto. Ho a cuore la gente che lavora per la SPAL e non voglio che tutto questo venga meno. Perché so quanto significa questo club per la città. Però la situazione deve essere sistemata“.
16.05 – Tacopina replica alle domande dei cronisti presenti.
“Non so quali saranno i tempi per determinare quale sarà il futuro. In questi tre giorni è successo di tutto: sono qui fino alla fine della stagione e poi prenderò le decisioni coi miei partner il prima possibile. Sono d’accordo che non sia ideale. Non voglio scappare dalle mie responsabilità e al tempo stesso essere chiaro. Ma servirà tempo“.
“Per la prossima stagione ci saranno altri soldi da mettere: di per sé non è un problema, ma ci devono essere le condizioni giuste per farlo“.
“Tutto quello che chiedo è una scusa per un attacco personale davvero offensivo. Poi sarò pronto a scusarmi io per la risposta. Niente di più e niente di meno. Sono disposto a incontrare chiunque e parlare. Ma la SPAL è più grande di un piccolo gruppo di persone. Se gli interessa sistemare le cose io sono a completa disposizione“.
“Capisco di aver alzato le aspettative e che il mio ottimismo possa non piacere. Sono la persona che sono e non mi interessa. Tutto quello che ho è stato costruito col potere del pensiero positivo. Questo mi ha aiutato sia a livello professionale che personale. So che qui funziona diversamente. E ho provato a limitarmi e adattarmi perché c’è proprio una cultura differente. Rispetto la mentalità che c’è qui, ma io ho la mia. La gente non vuole sentire parlare di grandi piani perché teme che non si possano realizzare. Però non sono il tipo da parlare di salvezza dall’inizio. Perché è solo una scusa per fare il minimo indispensabile e significa dire alla squadra che fa schifo, darle un alibi fin dal principio. Alle mie squadre chiederò sempre di guardare al miglior risultato possibile, anche se mi rendo conto che a volte ci sia da stare attenti nel comunicare le aspettative alla squadra“.
“Quello che potevo delegare ad altri l’ho delegato. Se delle persone sono qui è perché mi fido di loro. Come ho già detto: ci saranno cambiamenti, ammesso che si vada avanti. Non posso essere qui ogni giorno, ma come minimo dieci giorni al mese li trascorro in Italia. Più di qualunque altro proprietario straniero nel calcio italiano. Perché ci tengo. Quando non ci sono devo delegare e fidarmi delle persone alle quali delego le decisioni“.
“Gli errori commessi nella gestione sportiva iniziano da Fabio Lupo. Lo apprezzo come persona e ha fatto un grande lavoro a Venezia. Ma qui ha sbagliato. E ho sbagliato io a scegliere lui. La squadra è stata costruita male e io ho evitato di condizionare le scelte visto che non è il mio campo. Non c’erano veri leader, c’erano troppi giocatori con caratteristiche simili, una panchina con poche alternative. I soldi però sono stati spesi: La Mantia, Moncini, Fetfatzidis, Varnier, Valzania, Maistro, Proia, Nainggolan… nomi che dicono che le spese ci sono state. Solo che i soldi sono stati spesi male. Dobbiamo assolutamente imparare da questo tipo di errore. Se lo faremo allora andrà meglio. Io ho fatto tanti errori ma capisco dove posso fare meglio. Una situazione come quella in cui ci siamo ritrovati non accadrà più, statene certi“.
“Non dirò chi ho in mente come nuovo direttore sportivo. C’è ancora una partita. Poi parleremo. Ci sarà una figura dotata di completa autonomia. Per due anni abbiamo avuto questo problema. Questo è un aspetto che ho capito. In futuro ci sarà un’unica voce per la parte tecnica”.
“I giocatori staranno qui fino che i regolamenti lo consentiranno. Hanno deluso ed è giusto così. Sono arrabbiato nei loro confronti. Parlerò con Gazzoli e Sebastiani (segretario sportivo) e gli avvocati. So che hanno diritto a tre settimane di ferie. Ma li terrò qui tutto il tempo necessario. Oddo e il suo staff sono stati fantastici e non hanno alcuna colpa. Abbiamo avuto tre allenatori e nessuno ha fatto meglio dell’altro: quindi è evidente che il problema principale era la squadra. Per questo non incolperò nemmeno Venturato e De Rossi“.
“Se Sampdoria e Reggina avranno problemi con l’iscrizione in serie B il terzultimo posto in classifica potrebbe essere importante. Chissà. Onestamente non ci sto pensando. Però venerdì dobbiamo vincere a prescindere. Purtroppo non avremo i migliori, che sono Prati, Contiliano, Puletto e Parravicini. Questi ultimi tre perché hanno il playoff del campionato Primavera. Soprattutto a metà campo sarà un problema. Tutti dovranno guardarsi allo specchio e capire che si può chiudere a testa alta nonostante il risultato del campionato“.
“Non sono preoccupato per il settore giovanile perché è uno dei migliori in Italia. Ho parlato con tanti genitori che hanno portato qui i loro ragazzi e si rendono conto di quanto bene lavoriamo, a prescindere dalla categoria. I grandi club ci proveranno comunque a prendere i nostri talenti, ma vogliamo proteggere il nostro patrimonio. La retrocessione ha senz’altro un impatto, ma credo anche che abbiamo la forza economica e gestionale per provare a uscire il prima possibile dalla serie C. Ma a prescindere da chi ci sarà, il settore giovanile continuerà a fare bene perché è la parte migliore di questo club“.
“Voglio citare Winston Churchill, perché c’è una frase che mi torna in mente spesso. Una volta disse: ‘Il successo non è definitivo e l’insuccesso non è fatale. Conta il coraggio di rialzarsi e continuare’. Dobbiamo guardare agli eventi in prospettiva, rivolgere lo sguardo oltre e convertire l’amarezza in opportunità. La retrocessione non è una tragedia, solo un passo indietro. Se faremo quello che c’è da fare lo ricorderemo come un imprevisto. Che ci può far crescere e far diventare più forti“.
16.48 – Si chiude la conferenza stampa.