Amarezza per la conclusione e dubbi sul futuro, questo è ciò su cui Massimo Oddo si è concentrato nel post-partita di Pisa-SPAL 1-2, in quella che si prospetta come la sua ultima partita alla guida dei biancazzurri.
VITTORIA – “Non c’è da ringraziare nessuno perché penso che sia la normalità comportarsi da professionisti. Abbiamo fatto una pessima annata, quindi era nostro obbligo mettere in campo tutto l’impegno possibile, al di là del risultato. In settimana ho chiesto svariate volte ai ragazzi di alzare la mano nel caso non avessero le giuste motivazioni per il rispetto dei tifosi, della società, della maglia, di loro stessi e dello staff. Nessuno ha alzato la mano, quindi ho fatto delle scelte senza condizionamenti e abbiamo fatto quello che dovevamo fare sul campo. Abbiamo fatto il possibile per vincere una gara e l’abbiamo vinta, ma ripeto, è la normalità”.
SENZA PRESSIONI – “Io ho sempre detto che la testa comanda tutto. Avevo un dubbio prima della partita: potevamo avere un crollo clamoroso durante oppure una reazione d’orgoglio che porta a fare cose che non faresti in condizioni diverse. Fortunatamente la reazione è stata positiva, ma è normale che la testa comandi tutto. Quando sei libero sei meno condizionato e la forza, la tecnica, la tattica ma soprattutto la testa e la personalità dei giocatori si sono visti questa sera. La squadra ha fatto una buona partita, forse una delle migliori, perché la testa era più libera e non c’erano pressioni”.
FUTURO – “In questo momento non lo so. Come tutti gli allenatori vorrei allenare e possibilmente avere un’opportunità dall’inizio, perché iniziando una stagione si possono fare tante cose in più rispetto a quando subentri. Inevitabilmente quando si subentra lo si fa in una situazione complicata e il più delle volte ti devi adattare a quello che hai e fare quello che più compete ai giocatori e alle loro caratteristiche. Quando non si comincia dall’inizio è complicato soprattutto costruire una mentalità in grado di aiutare tutti nei momenti critici del campionato”.
SERIE B – “Il campionato di serie B è sempre stato questo: nel giro di pochi punti ci si gioca l’accesso ai play-off o ai play-out. È così da tanti anni e questo è un torneo equilibrato in cui a inizio anno non si può mai pronosticare le vincitrici e le retrocesse. Quest’anno sono retrocesse piazze importanti con organici importanti che nessuno si sarebbe aspettato in fondo alla classifica. Al contrario ci sono state squadre che nessuno dava per favorite neanche per entrare ai play-off e invece ci sono, come il Südtirol o il Bari. Questo è un segnale che ci dice che il campionato è equilibrato. I nomi dei giocatori contano poco. Contano invece tanti altri aspetti che permettono a un grande gruppo di fare un bel campionato. Poi ovvio che i singoli possono spostare gli equilibri, ma se alla base non hai una solidità di gruppo si fa fatica”.
DIFESA A TRE – “Ho optato per la difesa a tre perché solo quelli avevo (ride, ndr.). Avevo quattro centrocampisti a disposizione: Murgia e Zanellato non giocavano da tantissimo e Tunjov aveva un problemino al polpaccio, quindi farli giocare insieme sarebbe stato rischioso perché non avrei avuto cambi. Come da quando sono qui, ho avuto poca libertà di scelta per lo più nei cambi, ed è stato così anche stasera. Sono stato costretto a passare a un modulo diverso perché non c’erano tante altre alternative”.