foto FC Hermannstadt
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Arrivato a 27 anni Alessandro Murgia sembra aver già vissuto almeno tre vite sportive e probabilmente il suo trasferimento nel campionato rumeno per giocare in prestito all’FC Hermannstadt segna l’inizio della quarta. Nello spazio di sei anni il centrocampista è stato protagonista di una parabola che pochi avrebbero potuto pronosticare nell’estate del 2017, quando tutta l’Italia si accorse di lui per un gol in pieno recupero che mandò a terra la Juventus e portò la Lazio a sollevare un trofeo.

Quel gol decisivo sembrò consacrare un giocatore che già si era messo in mostra nelle giovanili della Lazio, peraltro segnando con buona continuità, e aveva già timbrato un paio di volte in serie A. Quella è stata la prima vita di Murgia. La storia del ragazzo della periferia romana che viene notato dalla Lazio e con talento e dedizione scala i ranghi fino ad affacciarsi alla prima squadra, dimostrando di poterci stare. E dal giorno in cui Simone Inzaghi ha iniziato a coinvolgerlo con buona continuità tra i senior è iniziata la seconda, quella del giovane promettente. Che viene convocato ormai stabilmente con l’Under 21 e diventa l’obiettivo di squadre di serie A che vogliono dargli spazio e farlo crescere col beneplacito della Lazio.

È lì che si inserisce la SPAL già nel corso del 2018, col ds Davide Vagnati che inizia a tenere seriamente a tenere d’occhio Murgia ritenendolo un elemento dotato delle caratteristiche ideali per rafforzare la mediana a cinque di mister Semplici. Il trasferimento arriva solo sei mesi più tardi – nella finestra invernale – ma è comunque proficuo. I primi sei mesi di Murgia in biancazzurro sono di alto livello: titolare nella volata finale in cui la SPAL infila vittorie contro Roma, Lazio e Juventus (tra le altre), applaudito dai tifosi per la sua grinta e la sua energia, convocato per lo stage della Nazionale maggiore. A fine anno il bilancio è di 15 presenze e 3 assist, con le ultime 7 giornate in cui ha giocato tutti i 630 minuti disponibili. Con la SPAL che chiude bene la stagione 2018/2019 c’è una sorta di plebiscito popolare per la sua conferma e anche la società è dell’idea di fare un investimento apparentemente sicuro. Nell’estate in cui Lazzari chiude la valigia e passa alla Lazio, Murgia fa il percorso inverso in una trattativa da 3,5 milioni più 1,5 di bonus. Con un contratto di cinque anni, merce rara soprattutto nella parte destra della classifica.

Il centrocampista romano inizia dunque la stagione 2019-2020 con grandi aspettative, ma viene risucchiato assieme a tutta la squadra nel vortice di negatività che al termine del girone d’andata vede la SPAL in ultima posizione con 12 punti. La pandemia e l’interruzione dei campionati allungano l’agonia che il 20 luglio certifica il ritorno della SPAL in serie B dopo il 2-1 di Brescia. Il primo anno pieno di Murgia alla SPAL porta in dote 25 presenze: il centrocampista delude completamente le attese e si cercano spiegazioni per un’involuzione così pesante. Si sente parlare di delusione per non essere riuscito a convincere la Lazio a trattenerlo, ma anche di difficoltà psicologiche legate a vicende personali piuttosto delicate. La terza vita di Alessandro Murgia inizia qui, è quella del volto triste e indesiderato.

Il clima surreale della stagione 2020/2021 – con gli stadi semichiusi o interamente sbarrati – non aiutano né lui né una SPAL ormai impantanata. “In B uno come Murgia farà bene“, si sente dire. Non è così. Nel 343 di Pasquale Marino Murgia è uno dei due interni di centrocampo, ruolo ben presto messo in discussione da prestazioni completamente sotto il livello della sufficienza. Uno dei primi campanelli d’allarme arriva già alla terza giornata. Pordenone-SPAL del 17 ottobre. I biancazzurri sono avanti 2-3 dopo un inizio con 2 punti in 2 partite. Al 90’, su una palla vagante in area apparentemente innocua, Murgia interviene inspiegabilmente cercando di controllare con il petto, ma finisce per colpire goffamente con il braccio: rigore, 3-3. Due partite dopo segna il gol del momentaneo 1-1 in SPAL-Vicenza, quella del 3-2 finale col cucchiaio di Castro su rigore. È un sussulto che fa ben sperare, ma rimane un’illusione.

Nel corso delle settimane Murgia perde il posto da titolare arrivando a fine campionato con sole 8 presenze da titolare. Il gol alla Juve è sempre più lontano e viene il sospetto che per lui sia l’equivalente di quelle meteore musicali che sfornano un brano di successo e poi finiscono nell’oblio. Il suo linguaggio del corpo, i calci di punizione puntualmente sparati sopra le traverse e un ingaggio fuori dai parametri della serie B ne fanno un simbolo dell’inadeguatezza della SPAL 2020/2021, tanto da essere tra i più beccati durante la contestazione di fine stagione al centro sportivo G.B. Fabbri.

“La squadra, accompagnata da staff tecnico e dirigenza al completo, ha ascoltato gli ovviamente poco lusinghieri cori e ha incassato una buona dose di insulti, anche ad personam. Come quelli riservati ad Alessandro Murgia, scelto a titolo di esempio per rappresentare l’archetipo del giocatore che non si vorrebbe più vedere in campo con i colori della SPAL. ‘Tu la maglia non l’hai mai sudata, – gli ha fatto presente una voce attraverso un megafono – nessuno di voi l’ha mai fatto. […] Murgia, da parte sua, ha fatto qualche passo avanti in direzione delle transenne che lo separavano dalla folla e ha anche provato ad abbozzare una replica, prontamente troncata da altre parole tutt’altro che d’ammirazione”.

Dopo due anni e mezzo a Ferrara Murgia è diventato suo malgrado un vero e proprio nemico pubblico, perché è diventato un simbolo ben riconoscibile di un passaggio storico traumatico.

Al raduno precampionato però il centrocampista è ancora al suo posto, nonostante Giorgio Zamuner cerchi ogni tipo di soluzione per cederlo, sgravando così il bilancio da un contratto che pesa come un macigno. La soluzione – di ripiego – arriva solo il 31 agosto con uno scambio di prestiti col Perugia in cui è coinvolto l’esperto attaccante Melchiorri. La speranza è che il cambio d’aria aiuti il giocatore a rivalutarsi per trovare altre opportunità. Non succede. In Umbria Murgia vive un’annata da 6 presenze per la miseria di 196 minuti di gioco. Gli ultimi 7 di questi sono quasi tragicomici. Viene infatti mandato in campo all’87’ di Perugia-SPAL per contribuire a proteggere l’1-0 che metterebbe nei guai i biancazzurri. Al 94′ Alfonso, Mora e Latte Lath costruiscono l’azione del pareggio che lascia tutti impietriti.

foto Filippo Rubin

Nella carriera di Murgia le cose iniziano a ripetersi, ma non con quel senso di rassicurante routine che contraddistingue certi calciatori dal rendimento sicuro e sono benvo. Nell’estate 2022 rientra di nuovo alla SPAL e torna d’attualità il tema della sua collocazione. In rete però non si parla delle squadre che lo vorrebbero ingaggiare, ma di gossip che lo riguardano per via di una relazione con l’influencer Vittoria Deganello. In via Copparo tutti dicono di vederlo sereno, concentrato, motivato. E in effetti il precampionato con Venturato riserva segnali interessanti, che fanno pensare che stavolta davvero ci possa essere la possibilità di un rilancio.

Al termine dell’amichevole conclusiva del ritiro in Trentino, 0-2 contro la Cremonese a Dimaro, arriva anche il perdono da parte degli ultras, che si rivolgono direttamente al giocatore, riconoscendogli l’impegno fatto vedere in campo. “Da oggi non ti diremo più niente“. Avanti senza rancori e con la fiducia di un nuovo corso. Anche chi sforna memi prende nota dei progressi.

In tre anni e mezzo Murgia non ha mai rilasciato interviste, se non per qualche sporadica battuta in zona mista a margine di alcune partite. E sui social non ha mai esposto troppo i suoi pensieri, se non in maniera un po’ criptica. Fa un’eccezione ad agosto 2022 per la newsletter de LoSpallino. Tra i temi toccati c’è anche l’apparente parabola discendente in cui è finito. Spiega lui: “Come potevo essere quello di un anno e mezzo prima se tutto attorno a me era cambiato? Non credo ci siano i presupposti per fare un confronto serio. Certo, le occasioni vanno sfruttate, ma vanno anche concesse e io in quell’anno ho lavorato per cercarmele. Penso di essermi sempre preso le mie responsabilità e sarà sempre così, perché mi considero un professionista serio”. E in effetti tutti in via Copparo confermano che il comportamento di Murgia è di una professionalità inappuntabile. Solo che poi in partita manca sempre quel qualcosa in grado di far rivedere il giocatore ammirato anni prima.

E sullo sfondo continua a rimanere il problema del contratto fuori misura firmato nel 2019. Il nuovo ds Fabio Lupo arriva all’accordo per la diluizione dell’ingaggio su un anno extra (2025) e la sua speranza è che la mossa possa favorire anche le società fino a quel momento spaventate dall’impegno economico necessario per un trasferimento. “Il suo obiettivo – spiegò Lupo – era quello di meritarsi la SPAL e non semplicemente lavorare per un contratto già esistente”. Il tentativo è meritorio, ma non porta agli effetti sperati. La travagliata stagione 2022/2023 lascia Murgia in quella zona grigia degli elementi schierati saltuariamente e senza momenti degni di nota, malgrado tre cambi d’allenatore. Il bilancio finale dice 18 presenze (11 da titolare), 8 ammonizioni (!) e una media voto di 5.73. Un cambio di campo sbagliato di diversi metri durante gli assalti finali della partita giocata al Mazza contro la Ternana (1-1) ha fatto da bandiera bianca, con relativi fischi dalle tribune. Oddo sceglie di rinunciare anche a lui (tra gli altri) per le sei partite finali, quelle della disperata rincorsa alla salvezza.

foto Filippo Rubin

C’è un ultimo dato, di certo più interessante, per analizzare l’esperienza di Murgia con la SPAL: il tradizionale mega-pagellone di fine stagione. Nel 2019 Murgia chiudeva con un 7 pieno, “ha dimostrato fin da subito di essere prezioso, fino a conquistare un ruolo da titolare fisso […] Prospetto interessante come alternativa davanti alla difesa”. Un solo anno dopo, nessuno peggio di lui: 4.5, “Quello che si rivede a Ferrara sembra il cugino scarso del Murgia visto in precedenza e non si ricorda una singola prestazione ai livelli del 2018-2019, malgrado la fiducia gli venga accordata sia da Semplici che da Di Biagio”. Riesce addirittura a peggiorare nel pagellone 2021: 4, tra gli insufficienti e irritanti (con Di Francesco, che però almeno mezzo voto in più lo ha preso). “Scelto come nemico pubblico a causa di un contratto ricco e interminabile e di un apporto marginale nella stagione precedente, fa nulla per invertire la tendenza. In estate voleva andarsene, a gennaio ha avuto la possibilità e l’ha rifiutata […]. Poteva redimersi grazie alla seconda possibilità offerta da Rastelli, ovviamente non l’ha fatto”. Inutile dire che anche quest’anno nel pagellone di fine stagione, Murgia sia finito nella categoria più bassa: 5, “Poteva essere la stagione del riscatto e non lo è stata […] Quando le prestazioni sembravano essere in crescita la cessione di Esposito lo ha fatto cadere in disgrazia […] È riuscito a collezionare 8 ammonizioni in appena 18 presenze. Un ritmo che nemmeno Everton Luiz era riuscito a tenere ai tempi della sua esperienza a Ferrara”.

foto Filippo Rubin

Ogni nuovo inizio di stagione sembrava essere per Murgia quello della rinascita e invece il suo rapporto con la SPAL è diventato forzato, anche a causa delle tante destinazioni rifiutate nelle varie sessioni di mercato. Fino a ora aveva sempre declinato le proposte provenienti dall’estero. Poi è arrivato l‘Hermannstadt e si è rivelato molto insistente e generoso, presentandolo come un campione. Un dettaglio sottolineato anche da Marco D’Ottavi su L’Ultimo Uomo: “Come ci è finito dalla SPAL all’Hermannstadt, in prestito con diritto di riscatto? Certi misteri è anche inutile provare a risolverli. La squadra rumena lo ha presentato con una breve intro di Più bella cosa di Eros Ramazzotti, quella che dice ‘Com’è cominciata io non saprei. La storia infinita con te’, che è proprio la domanda che ci stiamo facendo qui”.

La quarta vita di Murgia – quella dell’espatriato – riparte da Sibiu, capitale della Transilvania. L’FC Hermannstadt nella scorsa stagione ha lottato per non retrocedere, ma sembra avere delle ambizioni. Le prime quattro partite hanno riservato due vittorie e due sconfitte e il prossimo appuntamento in calendario è fissato per lunedì 21 agosto contro il Sepsi Osk.