foto Filippo Rubin
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A margine della chiusura del calciomercato, prevista per le ore 20 di venerdì 1 settembre, il direttore dell’area tecnica della SPAL Filippo Fusco ha tenuto una conferenza per fare il punto sulle diverse operazioni di mercato che hanno caratterizzato il processo di ricostruzione della SPAL dopo la retrocessione. Si è trattato di una buona occasione per capire un po’ di più cosa ha motivato le scelte dell’estate biancazzurra.

MERCATO IN ENTRATA – “Posso dire che con l’ultima operazione (Dalmonte dal Vicenza, ndr.)il mercato in entrata è chiuso. Forse ci saranno alcune operazioni in uscita per definire la rosa, ma senza troppa pressione. Mi sembrava corretto fare oggi la conferenza per dare spazio al prepartita”.

DALMONTE – “La settimana scorsa ho parlato del 95% e il restante 5% è proprio questo. L’allenatore non ha mai fatto richieste specifiche, ma noi abbiamo cercato di dargli giocatori che si adattassero al suo modo di giocare. Dalmonte è un giocatore che in questa categoria è un valore aggiunto, anche perché lo volevano in serie B, e va a completare il pacchetto offensivo della squadra. Se c’è la possibilità di migliorare la rosa un direttore sportivo deve provarci fino in fondo e in questo caso mi sembrava giusto prendere un giocatore come lui. Chiaramente la società mi ha appoggiato perché il suo ingaggio è sicuramente molto rilevante per la categoria. Ma anche Dalmonte ha fatto un sacrificio, come tutti gli altri giocatori. Questo è uno dei segnali per i quali un calciatore vuole venire alla SPAL, cioè quello economico. Ha deciso di venire qui per rimettersi in discussione e dare una mano”.

MERCATO IN USCITA – “Stiamo procedendo alla risoluzione del contratto con Zanellato. Le diverse opzioni che gli abbiamo proposto non erano di suo gradimento e allora abbiamo deciso in questo momento di fare così anche per il calciatore, che negli ultimi giorni di mercato avrà la possibilità di scegliere dove andare. Vedremo se riusciremo ad arrivare al 100% per le operazioni del mercato in uscita: se non sarà così troveremo delle soluzioni gestibili da tutti i punti di vista”.

SODDISFAZIONE – “Più che del mercato sono soddisfatto dall’ambiente che si è creato: tanti ragazzi volevano andare via, ma poi sono rimasti alla SPAL nonostante la retrocessione e questo è un premio al grande lavoro dello staff e del mister. Questa è la mia soddisfazione più grande. Uno dei casi più significativi è quello di Maistro: il giocatore che poteva avere un beneficio personale ed economico importante, ma ha preferito rimanere con noi e di questo sono contento. Anche molti ragazzi che sono andati via negli ultimi giorni hanno avuto qualche ripensamento.

ORGANICO – “Secondo me la SPAL è una squadra competitiva proprio per le diverse alternative: spesso si sottovalutano i giovani e le opzioni che quest’ultimi possono darci. Si è concordato con il mister che un ipotetico undici titolare non c’é, salvo alcuni punti, proprio per via delle alternative non valide, ma di più. Riuscire a creare questa equivalenza resta un valore aggiunto perché con i diversi turni infrasettimanali, il rinvio di alcune partite e la pause per le nazionali si potrebbero accumulare più partite e avere una rosa di 25/26 giocatori rende la squadra competitiva. Io mi sento più che soddisfatto”.

MAISTRO – “La nostra impostazione iniziale è sempre stata la stessa: rimane alla SPAL chi è contento di rimanerci. Ai giocatori richiesti dai piani superiori e che pensavano di ricercare altre aspirazioni abbiamo sempre cercato di dare la possibilità di assecondare le loro richieste. Nei parametri richiesti dalla società ovviamente. Maistro è un giocatore che aveva tanti interessamenti da società di categoria superiore, ma a fine ritiro ha iniziato a dirmi che era contento di rimanere qui e aveva voglia di rivincita. Noi abbiamo assecondato la sua richiesta, rinunciando anche a degli introiti economici importanti per una squadra di serie C. In generale il giocatore ha fatto un sacrificio pur di rimanere qui e contribuire al giusto mix tra giocatori giovani ed esperti. La SPAL è stata felice di accogliere questa sua scelta: anche Tacopina stesso è stato contentissimo perché è il primo tifoso di Maistro. Rimane un valore aggiunto a prescindere dalla categoria e siamo contenti di esser riusciti a diffondere il nostro messaggio di coinvolgimento”.

ALFONSO – “Anche lui è partito per il ritiro a Mezzana con tanti dubbi, un po’ per i risultati della passata stagione sia per l’ambiente che si è creato. Anche se dubito che su un giocatore di 35 anni possa incidere più di tanto l’ambiente intorno a sé. Anche lui ha manifestato l’intenzione di voler continuare perché gli è piaciuto il clima che si è creato. Aveva questa voglia di rivincita e di dimostrare che la scorsa stagione è stata solo sfortunata. Io sono stato chiaro: ho detto che volevamo un portiere giovane da valorizzare (Del Favero a titolo definitivo dalla Juventus, ndr) ma l’esperienza di Enrico faceva sicuramente comodo. Quando un giocatore come lui ha voglia di rimanere e di far ricredere i tifosi bisogna solo fargli un applauso. L’impegno mostrato negli allenamenti, ma anche nell’atteggiamento verso il gruppo e i più giovani è stato il valore che mi hanno fatto decidere di tenere Alfonso con noi”.

CELIA – “Per Celia c’è più di una opzione aperta, ma c’è da capire se si formalizzeranno o meno. La soluzione di partenza era di decidere di tenere uno fra Tripaldelli o Celia per avere Saiani come alternativa. Bisogna decidere insieme al mister il modo per valorizzare al massimo Saiani che rimane un patrimonio importante della SPAL e su cui si vuole puntare. Riuscire a creare il giusto mix serve anche per dare lo spazio adeguato ai giovani”.

GIOVANI – “Portare 10-12 ragazzi in ritiro credo sia stato un segnale positivo: alcune uscite sono state più dolorose, altre più stimolanti e altre ancora più semplici perché magari un giocatore è partito in prestito per giocare nella Primavera 1 come nei casi di Boccia e Tosi. Abbiamo sempre cercato di trovare la soluzione migliore per ogni calciatore per poterlo valorizzare, seguendo sempre gli interessi della SPAL dal punto di vista economico. Non potevamo rischiare di perdere alcuni ragazzi a zero a giugno 2024: avrebbe significato depauperare un lavoro fatto nel corso degli anni. La SPAL ha comunque mantenuto quote e percentuali sui trasferimenti futuri dei ragazzi che sono andati via e questo permetterà di mitigare il danno delle partenze”.

SITS- “Non ci crederete, ma Sits era il mio primo obiettivo da giugno. Il Parma non voleva darcelo e alcuni club stranieri facevano gola al ragazzo, ma alla fine ha scelto noi. È un giocatore giovane che ci serviva per dare riposo anche a Antenucci e Rabbi. Il primo è un falso giovane e il secondo ha qualità, quindi era il nostro obiettivo trovare una punta centrale forte e con determinate caratteristiche che a noi mancavano. Parliamo di un 2004 e non dobbiamo caricarlo di pressione. Ci siamo imposti dei paletti e li abbiamo rispettati in maniera ottima, senza mai intaccarli. Non c’è un giocatore che abbiamo preso su cui non abbiamo il controllo, sia in uscita e in entrata”.

SQUADRA – “Siamo convinti di aver fatto una squadra competitiva per la categoria. Poi parlerà il campo. La retrocessione è un dramma non solo sportivo, ma anche economico, di portata importante. Io guardo ai numeri e cerco di capire la situazione. Chiedo quali sono gli obiettivi del club, cerco di dare delle ottime uscite per creare delle plusvalenze e tutelare il patrimonio tecnico del club. Sono un’ottimista per natura: spero che la società sia soddisfatta dal mio lavoro. Con l’uscita di Gazzoli è arrivato Corrado Di Taranto che mi ha aiutato tantissimo e di questo lo ringrazio. La SPAL parte come una squadra che vuole dire la sua. Vedremo alla fine chi avrà saputo esprimere i propri valori tecnici e chi avrà la meglio rispetto alle altre. Molte squadre partono al nostro stesso livello, come Cesena, Pescara, Carrarese o la Virtus Entella. Tutte queste rivali deve essere uno stimolo in più: più è alto il livello degli avversari più dovremmo fare del nostro meglio”.

DIFENSORI – “Non siamo l’unica squadra che avrà due centrali destri, ma abbiamo concluso il pacchetto difensivo, di cui siamo soddisfatti a pieno. Non era una priorità avere un centrale mancino: abbiamo visto contro l’Atalanta come i nostri difensori hanno retto bene la loro fisicità e la loro tecnica. Peda è un giovane di grande valore, Arena aveva richieste e puntiamo su di lui. Abbiamo giocatori esperti come Bruscagin e Valentini”.

MURGIA – Murgia ha fatto una scelta coraggiosa andando in un campionato serio e importante come quello rumeno. Se farà bene sarà positivo per tutti e due, sia per il ragazzo che inizierà una nuova storia della sua carriera e per la SPAL che avrà un introito positivo”.

TIFOSI – “Ci tengo a ringraziare i tifosi per la loro volontà di sostenere la squadra. Sono stati straordinari e si è visto anche domenica sera. Questa vicinanza deve darci ancora di più la voglia di lavorare seriamente per i tifosi che credono in noi. Il loro umore può mutare a seconda del risultato della partita e quindi dobbiamo lavorare soprattutto per quello. Spesso si dice che la tifoseria è il 12esimo uomo in campo, ma per me la tifoseria biancazzurra può essere anche il 13esimo”.