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Archiviata la lunga fase precampionato la SPAL ha regalato ai propri tifosi un convincente esordio casalingo che ha consolidato l’entusiasmo attorno alla squadra. Di questo e delle altre tematiche di stretta attualità ha parlato il mister Domenico Di Carlo a “Lunedì Sport”, il programma condotto da Alessandro Sovrani su Telestense.

ESORDIO – “Partire con una vittoria era molto importante perché ci permette di lavorare con più tranquillità in vista dei prossimi impegni. Abbiamo giocato un buon primo tempo sotto l’aspetto tecnico e tattico, anche se dovevamo essere più concreti. Nel secondo tempo abbiamo fatto bene, ma dopo aver segnato, soprattutto negli ultimi venti minuti, siamo calati a livello fisico e mentale. Ci sono tanti giocatori con grossi margini di miglioramento che hanno bisogno di tempo per raggiungere maturità nel gestire determinate situazioni. Sto comunque già iniziando a vedere lo spirito battagliero e il carattere di questa squadra che in un campionato come quello di serie C è fondamentale”.

TIFOSI – “Vedere più di 7.000 persone sugli spalti è stata una bellissima sorpresa. Ho parlato con la squadra e tutti i giocatori hanno capito che davanti a questo straordinario pubblico bisogna continuare ad aggredire, soprattutto dopo aver segnato. Il vantaggio deve fornirti energie per fare ancora più male all’avversario. Sono certo che con il tempo miglioreremo anche sotto questo aspetto grazie alla mentalità di giocatori esperti come Antenucci e Siligardi”.

SCELTE – “Al di là delle scelte di formazione noi dobbiamo essere bravi ad esaltarci come squadra. Sabato ha giocato Parravicini che non avevamo provato titolare in alcun allenamento della settimana. I cinque cambi sono una risorsa importante ed è per questo che ho fatto partire Collodel dalla panchina. Sapevo che nel finale ci avrebbe dato l’esperienza necessaria per gestire determinati momenti delicati in cui la Vis Pesaro avrebbe potuto attaccare. Ai ragazzi ho detto di aspettarsi una sorpresa di formazione ogni domenica”.

ROSA – “Fare il giusto mix di esperti e giovani è importante per la società e i tifosi. I giocatori con poca esperienza vanno dosati senza dare loro troppe responsabilità. Non esiste l’io sotto nessun punto di vista, ma solo il noi: è questo l’unico modo per creare mentalità vincente. La differenza viene fatta dai particolari: correre, menare, buttare la palla in tribuna. Gli esperti stanno cercando di trasferire questa mentalità ai più giovani.”

Sollecitato dalle domande di Sovrani e dalle riflessioni di Riccardo Cervellati, il mister ha parlato anche della condizione di qualche singolo: “Contiliano è un giocatore che si è fermato durante il ritiro, ha avuto un importante problema al ginocchio ed è per questo che ha bisogno di lavorare per trovare la forma migliore, così come Rosafio e Dalmonte. Sono molto curioso di vederli tutti in campo e permettetemi di aggiungere anche Bertini. Marco è un ragazzo che mi piace molto: è tecnico, intelligente e gioca sempre a due tocchi perché vede il gioco prima di tutti. Molti non lo conoscono ma è un giocatore forte. Ad inizio estate avevo chiesto espressamente al direttore Fusco due giocatori davanti alla difesa: uno di esperienza e uno giovane. Ho seguito molto la Lazio l’anno scorso e ho chiesto al direttore di prenderlo”.

SITS INFORTUNATO – “Dario è stato preso per fare il doppio ruolo di punta ed esterno. Purtroppo sarà costretto a operarsi al ginocchio. Gli faccio un grosso in bocca al lupo, recupererà presto perché è sempre andato al massimo da quando è arrivato. Ha nella testa la voglia di essere sempre protagonista e vista la sua mentalità sono sicuro che recupererà molto presto. Abbiamo una rosa ampia che ci propone numerose alternative per sostituirlo. Nel ruolo di punta c’è anche Rabbi che è un ragazzo forte”.

GIOCATORI D’ESPERIENZA – “Antenucci è la storia della SPAL: è un esempio tecnico e umano. Mirco rappresenta società, tifosi e squadra ed è stato infatti il primo sforzo importante che ha effettuato la dirigenza. Il campionato è lungo, difficile e duro, per questo servono cinque o sei giocatori d’esperienza per gestire determinate situazioni. Siligardi l’ho avuto a Livorno in serie A. Ha trovato un equilibrio eccezionale: si gestisce bene e ha mentalità vincente. Non vuole perdere le partitine ed è sempre il primo che aiuta i compagni più giovani così come Antenucci, Valentini e Bruscagin. Bruscagin è duttile: può fare il terzino destro e il centrale di difesa. Può giocare da braccetto nella difesa a tre e anche da terzino sinistro. Un altro nome che desidero citare è Fabio Maistro che poteva andare alla Sampdoria o al Bari, ma alla fine ha deciso di rimanere per provare a vincere il campionato di C con la SPAL”.

RETROCESSIONE – “Quando si retrocede ci sono due strade da prendere: o si fa una squadra esperta in cui ci sono tanti capitani di personalità, come ho fatto a Vicenza nel 2019, oppure si riparte da un mix di giovani ed esperti con mentalità vincente, che hanno vinto campionati (Bruscagin, Valentini, Antenucci, Dalmonte, Rosafio). Questi giocatori hanno una mentalità di lavoro diversa: vanno al campo prima e sono gli ultimi a lasciarlo, lavorando sempre al massimo. Dopo una retrocessione serve lavorare duro senza sottovalutare nessuno. Le sorprese negative in questi campionati ci sono sempre basti pensare che il Cesena ha perso ad Olbia”.

MERCATO – “Tutti i giocatori a inizio ritiro erano sfiduciati e la società mi aveva avvisato che prima di comprare bisognava vendere. Innanzitutto abbiamo deciso di ripartire dai giovani e solo successivamente abbiamo iniziato a sviluppare la squadra. La parte difficile non è stata portare i giocatori a Ferrara, ma farli attendere: molti hanno aspettato, si sono fidati e sono arrivati. La prima settimana è stata difficilissima poi ho coinvolto un po’ tutti e si è creato un grande spirito di gruppo”.

PRATI – “Prati  doveva andare a giocare in serie B o in serie A. La società ha fatto la scelta giusta e ha ricavato il massimo. Non so dire se il giocatore ha fatto bene a preferire il Cagliari al Palermo: in serie A deve sicuramente aspettare il suo momento perché è un campionato diverso in cui bisogna abituarsi ad una categoria dove c’è più tecnica e velocità, mentre in serie B magari avrebbe giocato fin da subito. Inoltre sono convinto che il Palermo tra tre anni sarà tra le squadre della parte sinistra della serie A vista la potenza della proprietà straniera”.

DEL FAVERO – “Volevamo un portiere giovane perché l’obiettivo era avere un profilo futuribile e quindi rivendibile. Il direttore aveva proposto due profili nel giro della Juventus Under 23 e altri due profili esterni. Del Favero è stata una scelta intermedia tra un giovane e uno esperto. Scalabrelli (il preparatore dei portieri, ndr) sta facendo un gran lavoro e devo dire che si è creata grande affinità tra i portieri che abbiamo”.

FASCE – “Tripaldelli ha fatto un ritiro bellissimo, è sempre stato propositivo, ma deve migliorare nella gestione dei cartellini. Lui e Carraro hanno rischiato l’espulsione nella gara di sabato. Fiordaliso da inizio ritiro ha sempre lavorato: è un bravissimo ragazzo. Iglio dopo la partita contro l’Atalanta Under 23 non l’ho più visto tranquillo. Nelle amichevoli precampionato ha sempre fatto bene e forse sentiva particolarmente la partita. Ho preferito Fiordaliso perché è più difensore rispetto a Iglio. Celia invece l’ho provato spesso a centrocampo perché è un ragazzo tecnico, rapido, che gioca sempre a testa alta”.