Per rompere il silenzio che ormai durava dal lontano 2021, anno del passaggio di proprietà dalla famiglia Colombarini a Joe Tacopina, ci è voluto un libro. L’ex presidente della SPAL Walter Mattioli ha voluto raccontare nelle oltre trecento pagine di “Dal sogno alla realtà“, scritto assieme a Enrico Menegatti, il suo vissuto nel mondo del calcio dagli inizi con la Giacomense negli anni Ottanta fino agli anni di presidenza della SPAL.
Una storia fatta di passione, lavoro, intuizioni e anche contrasti talvolta duri, perché d’altra parte è impossibile piacere o andare d’accordo con tutti. Nell’affresco Mattioliano ci sono tantissime persone – molte delle quali presenti all’evento del Teatro Nuovo – che hanno contribuito in maniera diversa a costruire e consolidare due realtà calcistiche che a un certo punto si sono incontrate e hanno prodotto il ritorno di Ferrara nel giro della serie A.
La presentazione è stata esattamente quella che ogni tifoso nostalgico poteva aspettarsi: sorrisi e abbracci tra volti legati da memorabili esperienze condivise, cori della delegazione della Ovest, spaccati di vita calcistica di provincia e momenti di commozione. In tutto ciò non sono mancati i tifosi, rimasti in gran parte affezionati a Mattioli, ma anche Oscar Massei, Leonardo Semplici, Davide Vagnati, Ruggero Ludergnani, Mirco Antenucci, Eros Schiavon, Romulo Togni e tantissimi altri.
Hanno fatto rumore anche le assenze. Prime tra tutte quelle di Francesco e Simone Colombarini, ovvero gli imprenditori che hanno sostenuto prima la Giacomense e poi si sono fatti carico delle esigenze di una SPAL in quel momento allo sbaraglio. I rapporti, di fatto interrotti nel 2021, non sono mai stati recuperati. Non a caso nelle gallerie fotografiche condivise col pubblico i Colombarini sono diventati figure quasi marginali, anche se Mattioli non ha mancato di menzionare quelli che per tanti anni sono stati degli amici, sottolineandone la lungimiranza. Mancava anche la SPAL di oggi, che per scelta non ha inviato alcun rappresentante. C’erano sì alcuni dipendenti presenti anche nella società che fu, ma solo a titolo personale.
L’evento ha avuto inizio con la proiezione degli ultimi indimenticabili momenti di Ternana-SPAL del 13 maggio 2017, in cui la telecronaca di Maurizio Compagnoni si è intrecciata alla voce emozionata dello stesso Walter Mattioli che raccontava gli stessi minuti proprio in occasione della stesura del libro. Poi l’omaggio della Curva Ovest, con una rappresentanza che ha esposto lo striscione “Anni di gloria e rispetto. Grazie Pres” e ha intonato uno dei cori (“A sen di grez e di aldamar“) che è finito per essere quello con ha sancito il legame tra il tifo organizzato e il presidente Mattioli. Il successivo “C’è solo un presidente” è stato ulteriormente esplicativo della situazione che vive l’ambiente biancazzurro, tra l’ostilità nei confronti di Tacopina e la voglia di rievocare un passato felice.
La lunga chiacchierata tra il giornalista Davide Bonesi e gli autori, accompagnata dalle letture di Vincenzo Iannuzzo, hanno condotto il pubblico all’interno dei momenti focali della carriera di Mattioli, nelle decisioni più importanti, nelle più grandi emozioni e anche tra gli aneddoti di un percorso lunghissimo e costellato da tanti altri personaggi. Per fare questo sono si sono susseguiti sul palco gli interventi di Roberto Faccini e Riccardo Lazzari, ex giocatori della Giacomense, tra i primi a conoscere il Walter Mattioli nella figura del padre-presidente, di Leonardo Rossi, ex allenatore di Giacomense prima e SPAL poi che ha vissuto in prima persona la transizione da Masi San Giacomo a Ferrara, e l’ex sindaco Tiziano Tagliani che in prima persona si era speso per l’acquisizione della SPAL da parte di Vetroresina. Tra i valori aggiunti del libro sicuramente quello di costituire probabilmente l’unica ricostruzione documentale dei 25 anni di storia della Giacomense, dalle categorie provinciali alla C2, anche grazie ai numerosi articoli e reperti storici conservati dalla moglie dello stesso Mattioli e dagli archivi de La Nuova Ferrara.
Inevitabile poi un ampio spazio dedicato agli otto eccezionali anni in biancazzurro, iniziati dalla zona playout della serie C e conclusi con un ritorno in serie B dopo due salvezze consecutive nel massimo campionato. In mezzo soddisfazioni sul campo e fuori. Per rivivere al meglio quegli anni sono saliti sul palco Leonardo Semplici e Davide Vagnati, le cui considerazioni sono contenute in un approfondimento a parte.
Per omaggiare il ruolo fondamentale del tifo spallino, Mattioli ha speso parole al miele per la Ovest: “Appena insediato alla SPAL, grazie alla mediazione di Roberto Zardi, ho voluto organizzare una riunione al Mazza con una rappresentanza della Curva Ovest. Ci fu una bella chiacchierata in cui i ragazzi dissero che sarebbero stati al fianco della squadra chiedendo in cambio di un rapporto di fiducia e onestà sulla programmazione societaria, senza sorprese su fallimenti o abbandoni improvvisi. Io mi sono messo a disposizione per cercare di tenerli vicini a squadra e società e sono stati anni importantissimi: uno da solo non vince nulla, quindi vi ringrazio. Spero di aver dato qualcosa anch’io per la passione che nutro verso questa società e questi colori, di aver dato esempio con il mio lavoro. La cosa più importante nel mondo del calcio sono i tifosi”.
In chiusura di serata una sorpresa per il presidente Mattioli con un video di saluti e congratulazioni del presidente del CONI Giovanni Malagò, autore della prefazione del libro, il quale ha sottolineato l’importanza di figure come quella di Mattioli nel mondo dello sport grazie alla sua passione e dedizione alla causa e l’importante contributo nel trasformare una realtà sì storica, ma provinciale, in una realtà calcistica nazionale con importanti risultati sportivi.
Inevitabile una battuta sull’epilogo dei suoi giorni da presidente e sul futuro: “Non lo so cosa riserverà il futuro. Ho finito la mia avventura alla SPAL non come avrei voluto. Il terzo anno di serie A fu qualcosa di tremendo: Lazzari che volle andare alla Lazio, il sequestro dello stadio, Fares che si ruppe un ginocchio, D’Alessandro che fece altrettanto poco dopo e poi il Covid. Secondo me quest’ultimo è stato il problema più grande per la SPAL della famiglia Colombarini. Senza questa tragedia che ha colpito il mondo intero penso che la proprietà sarebbe ancora oggi la stessa. Sono stati due anni terribili, perché è mancato il sostegno dello stadio, ma non solo. Restituimmo i soldi degli abbonamenti ai tifosi e vennero a mancare gli sponsor che sempre avevano allungato la mano per sostenerci. I conti hanno finito per gravare in maniera insostenibile sulle spalle della famiglia Colombarini”.
“Però non è vero che la SPAL fosse sull’orlo del fallimento. Ve lo posso assicurare perché ero anche l’amministratore delegato della società. La SPAL aveva delle ingenti perdite dovute all’insieme delle circostanze elencate prima. Il paracadute della retrocessione limitò in parte i danni, ma ad aggravare la situazione ci fu una politica che avevamo intrapreso con Davide Vagnati di acquisire i calciatore per creare valore societario e poterli poi eventualmente rivendere in caso di necessità. Un altro effetto del Covid fu quello di bloccare le acquisizioni di calciatori sul mercato, perché nessuno aveva più modo di sostenere certe spese. Personalmente sono uscito di scena in un modo che non avrei voluto, ho lasciato la società di cui sono sempre stato innamorato e in cui avevo trascorso gli otto anni più belli della mia vita. Ho lasciato da perdente e mi hanno lasciato a casa perché non avevano più bisogno di me. Su quello che sarà il mio futuro, ma se la società SPAL dovesse chiamarmi vorrei prima di tutto sapere chi mi chiama e che progetti ha per il futuro“.
Il libro “Dal sogno alla realtà“, edito da Minerva Edizioni, è disponibile già da mercoledì 27 settembre nelle librerie e nei negozi online specializzati.