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C’erano sia il direttore generale Corrado Di Taranto sia quello dell’area tecnica Filippo Fusco a fianco di Leonardo Colucci in occasione della sua presentazione ufficiale. I dirigenti della SPAL – compreso il ds Emanuele Righi, presente in platea – hanno quindi voluto dare un altro segnale di compattezza dell’ambiente in seguito alla difficile decisione di separarsi da Domenico Di Carlo dopo appena cinque gare di campionato.

Le prime parole sono state affidate a Di Taranto, che in assenza di Tacopina (al momento negli Stati Uniti) ha il compito di sovrintendere la quotidianità societaria: “Credo sia doveroso ringraziare Mimmo Di Carlo per la professionalità che ha dimostrato nel lavoro che ha svolto, ma anche per la sua umanità. Oggi presentiamo Leonardo Colucci e siamo particolarmente contenti di averlo con noi. Così come siamo lieti che abbia accettato con entusiasmo questa proposta. Assieme al direttore Fusco abbiamo scelto l’allenatore e la persona e siamo convinti che col suo entusiasmo darà la spinta che mancava e che servirà per il futuro“.

Quindi la parola è passata a Fusco, che ha risposto a diversi quesiti dei cronisti presenti: “Cambiare allenatore è sempre una cosa difficile, soprattutto se l’esonerato è uno come Di Carlo che aveva accettato con grande entusiasmo e voglia e soprattutto in ritiro aveva creato l’ambiente giusto per lavorare. Però a volte il nostro ruolo è ingrato perché abbiamo delle responsabilità. Il cambio in panchina è una sconfitta soprattutto per me, perché Mimmo l’avevo individuato io. Purtroppo vedevamo una situazione difficile dalla quale poter uscire. Dal nostro punto di vista stavamo andando in impasse“.

Abbiamo scelto Leo perché è un lavoratore e conosce la categoria. Ha fatto bene e dato sempre un’impronta chiara alle sue squadre. È un malato di calcio come lo siamo noi. Il suo entusiasmo e le sue conoscenze possono dare quel tipo di gioco che ci aspettiamo, perché la squadra ha qualità. La base lasciata da Mimmo non deve essere dispersa. Soprattutto in termini di rapporti umani e coesione. I risultati ci hanno dato torto e quindi è arrivata questa scelta. Ma non c’erano solo i risultati. La direzione presa non era quella che ci auguravamo all’inizio. Il mister non è l’unico responsabile, prima vengo io che ho fatto le scelte. Ringrazio comunque Tacopina per la fiducia che sta dando a me e Corrado perché ci ha lasciato autonomia. Quindi le responsabilità sono nostre a ogni livello“.

Dal primo tempo con la Vis Pesaro alla partita contro la Recanatese non abbiamo visto la crescita che ci aspettavamo nel gioco. Per una serie di ragioni, analizzate col mister, si andava in regressione. Quindi abbiamo fatto un’analisi con lo spogliatoio, con Emanuele Righi e Corrado Di Taranto. Perché prima di prendere decisioni così forti bisogna interrogarsi. Per me la squadra è di qualità e deve giocare in un certo modo. Con Di Carlo ci siamo riusciti a tratti, ma è mancata la costanza e questo l’abbiamo pagato con risultati“.

Con Leo ci siamo incrociati a Bologna nel 2014, ma ricordo anche quando giocava visto che sono nell’ambiente da trent’anni. Io arrivai che lui era già allenatore della Primavera. C’era anche Tacopina che lo ricorda soprattutto per l’attenzione allo sviluppo dei ragazzi. In occasione di una vittoria sulla Juventus Tacopina fu impressionato perché era sugli spalti“.

Tanti allenatori avevano ambizione e disponibilità di venire alla SPAL. Siamo andati in maniera decisa su Colucci nonostante altri contatti. Con Leonardo crediamo che la sua conoscenza e la sua competenza si sposino con ciò che abbiamo in mente. Che comprende migliorare i giovani che sono un patrimonio della SPAL. Sarà fondamentale infondere una mentalità di un certo tipo in una squadra che il talento ce l’ha e deve cercare il risultato attraverso un certo approccio alla gara, seppure in un girone che vede tante avversarie con elevati valori tecnici. Continuiamo a pensare di poter fare un campionato da protagonisti attraverso il gioco, con i risultati che ne sono conseguenza“.