foto Filippo Rubin
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Alla vigilia di SPAL-Pescara non c’è stata la tradizionale conferenza stampa dell’allenatore, ma un intervento congiunto del capitano Mirco Antenucci e del direttore dell’area tecnica Filippo Fusco.

Di seguito le parole dell’attaccante, mentre le dichiarazioni di Fusco sono contenute in un altro articolo.

APPELLO – “Ci tengo a dire qualcosa che penso veramente: in questo momento siamo tutti dispiaciuti per i risultati che non arrivano, nonostante l’impegno ci sia, lo posso garantire. Da questo punto di vista possiamo andare a testa alta. Tuttavia l’impegno non sta corrispondendo ai risultati e quindi anche per questo è importante cercare di essere tutti dalla stessa parte. Sono dispiaciuto io e lo è tutto il gruppo ma non bisogna mollare. Io non l’ho mai fatto e non intendo farlo ora, specialmente qui, in una piazza che amo e nella quale sono tornato perché ci ho lasciato il cuore. Però sarebbe fondamentale essere tutti dalla stessa parte come una volta perché la forza di questa città è sempre stata l’unione tra il pubblico e la squadra. Sono consapevole che siamo noi i primi a dover trascinare i tifosi e per farlo servono i risultati. A partire da domani ci sono ancora tante partite e il tempo delle chiacchiere è finito. La SPAL deve dare qualcosa in più non in termini di impegno, ma di punti. Quello che faccio è un appello che include tutti: squadra, tifosi, società. Stiamo uniti il più possibile“.

CAMBIO IN PANCHINA – “Prima di parlare del nuovo allenatore vorrei ringraziare mister Di Carlo. Quando va via un allenatore è una sconfitta prima di tutto per la squadra. Mi dispiace perché si tratta di una grande persona e di un grande professionista, mi sono trovato bene e la squadra era serena. Sono mancati i risultati e quindi la società ha fatto una scelta. Dal mio punto di vista il mister ha dato tutto e mi ha lasciato tanto, perché è stata una persona vera dal primo giorno. Voleva fare di più. Adesso si riparte. Colucci arrivato molto carico, si vede che ha giocato tanto ad alti livelli e sa quali punti toccare. Anche se quando prepari le partite in due giorni non è semplice. C’è la volontà di dare nuovi concetti, ma il tempo per farlo è scarso. Dovremo essere rapidi ad assorbire le sue idee. Non entrerò nel dettaglio di quanto ci ha detto in questi primi giorni perché non voglio dare vantaggi agli avversari (sorride, ndr). Ogni allenatore ha le sue proposte e non riguardano esclusivamente il modulo, nel calcio contemporaneo si ragiona molto di più sulle situazioni di gioco. Vedremo un’altra squadra, quello sì perché qualcosa di diverso c’è“.

LAVORO SUI GIOVANI – “Non c’è la bacchetta magica, però ci può essere un miglioramento. Con i giovani basta una parola detta in modo giusto e ci può essere una reazione e una crescita. Ora la palla passa al mister nella gestione dei ragazzi che sono tanti e sono bravi. Qualcuno avrà bisogno di più tempo e altri di meno, ma non posso che confermare la buonissima impressione che ho avuto già dal primo giorno“.

SFIDA DIFFICILE AL MAZZA – “Se uno guarda le partite giocate e la classifica vede che il Pescara è davanti a noi ma questo non vuol dire niente. Sono forti e li rispettiamo, però c’è da tornare a fare punti e queste sono le partite più belle da giocare perché ti possono dare una spinta extra. Sulla panchina avversaria c’è un allenatore che ha fatto bene ovunque e ha un’impronta molto riconoscibile. Sarà una bella sfida nel momento peggiore. Tanto rispetto per il Pescara però ce la giochiamo“.

ATTACCO CHE NON GIRA – “Abbiamo avuto delle difficoltà in entrambe le fasi di gioco. Bisogna prendere meno gol e farne di più. Davanti è necessario creare più occasioni, ma non dipende solo dalle punte. Si tratta di un aspetto di squadra che va migliorato per mettere tutti nelle condizioni di rendere al massimo“.

PROBLEMI DI CONTINUITÀ – “Ogni partita ha una storia diversa. Partiamo col dire che il Perugia è una squadra forte. Siamo andati in vantaggio subito e poi abbiamo smesso di giocare e non c’è stata la forza di reagire. Ci abbiamo provato, ma senza occasioni. Con la Lucchese, loro si sono rivelati molto preparati, non facciamoci ingannare dai nomi. Il punto è che ogni partita è una battaglia. Con la Recanatese si giocava su un campo piccolo e servivano altre risorse ancora: ciascuna va interpretata al meglio altrimenti prendi gli schiaffi. Però resto convinto che la squadra abbia le energie per tirarsi fuori“.

PREPARAZIONE E DIALOGO – “Con Colucci stiamo in campo a lungo, ma anche prima si lavorava tanto. Questo perché il mister cerca di parlare tanto e le sedute si allungano per quello. Ha tanto da dire, specie ai giovani. Vuole fare capire con la sua esperienza come è arrivato in serie A e stimolare giocatori che sono in C e hanno qualità per stare più in alto. Oltre all’aspetto di campo il mister crede anche nel dialogo e della motivazione. È un aspetto senz’altro fondamentale“.