Alla vigilia di SPAL-Ancona, partita numero 15 di questo disgraziato campionato, ci sono una buona notizia e una cattiva. Quella buona è che rispetto alla trasferta di Carrara Leonardo Colucci almeno avrà parzialmente a disposizione Peda e Rabbi. Quella cattiva è che Contiliano rimarrà fuori perché ancora alle prese con l’influenza. Un’assenza che mantiene mediamente lunga una lista di infortunati che continua a comprendere Arena, Iglio, Siligardi, Dalmonte e Sits.
Nella conferenza stampa della vigilia l’allenatore ha preso ancora una volta le difese del gruppo, pur ammettendo che prestazioni e risultati dipendono in parte da una carenza di personalità.
APPROCCIO – “Continuo a pensare che dalla nostra situazione si esca attraverso al lavoro e coltivando l’entusiasmo che può derivare da un risultato positivo. Dobbiamo fare qualche errore in meno e migliorare nelle cose in cui siamo già bravi. Personalmente non vedo rassegnazione. Alleno questa squadra ogni giorno e credo che nelle valutazioni sia necessario tenere conto anche della forza e dei meriti degli avversari. Se provi a fare qualcosa e l’avversario non te lo concede bisogna riconoscerne i meriti. Parlo ogni giorno coi ragazzi, anche per capire se ci possono essere problematiche tattiche o di ruolo in campo. Ma la volontà è sempre quella di vincere le partite“.
IMPEGNO – “Quando dico che i ragazzi danno tutto dico la verità. Dobbiamo però cercare di portare gli episodi dalla nostra parte, facendo almeno una cosa fatta bene in più. Se in una partita sbagli tre volte anziché cinque ne esce una prestazione più pulita. Lo so bene che il tempo passa, ma non sono qui per prendere in giro la gente. La voglia di vincere le partite c’è e io chiedo sempre ai ragazzi di onorare la maglia. Si può riuscirci anche perdendo, perché se si è dato tutto non si ha molto da rimproverarsi. Ora quello che ci serve è arrivare meglio negli ultimi venti metri e tirare di più in porta. Ma non solo: anche imparare a leggere i momenti delle gare per fare la scelta più giusta“.
PERSONALITÀ – “Probabilmente ci manca un pizzico di personalità in certi ruoli. Un po’ di carisma, quello sì. Soprattutto per avere il coraggio di fare una giocata. Il giocatore deve capire se sbaglia una prima volta in quella successiva può riuscirci. Per quanto riguarda l’attacco è chiaro che l’ultimo passaggio è determinante, ma si può anche calciare da fuori area ed è un aspetto che sottolineo coi ragazzi. Spesso arriviamo là davanti e manca la soluzione. Ma anche questo è un aspetto sul quale lavoriamo in allenamento“.
MODULI E SCELTE – “Non è un discorso di modulo, ma di atteggiamento. Se si perde una partita con la difesa a tre ci sarà qualcuno che dirà che sarebbe stato meglio mettersi a quattro. Se un allenatore instaura una clima militaresco in settimana e vince allora si sentirà dire che il pugno duro ha funzionato. Tutto passa dal risultato. L’atteggiamento di Carrara non era certo quello voluto. Avevo chiesto di andare sempre in avanti, ma siamo finiti col tenere poco la palla per via della bravura degli avversari. Ma non l’avevamo certo preparata per stare dietro. Quando siamo arrivati in zona offensiva abbiamo sbagliato tanto e di conseguenza ci siamo ritrovati a indietreggiare. Ma l’offensività di una squadra non dipende certo dal modulo che usa. A fare la differenza è l’interpretazione delle situazioni di gioco“.
SERENITÀ – “Certe mancanze derivano anche dalla situazione complessivamente non idilliaca. Però chi fa questa professione sa che è così e si deve sopperire non mollando mai. Magari aumentare l’autostima con una giocata riuscita. Questo poi aiuta anche a capire quando fare determinate scelte all’interno della partita. Per il resto credo ci siano tanti luoghi comuni sulle squadre che non rendono e magari viene spontaneo dire che se i calciatori fossero trattati un po’ meno bene allora renderebbero di più. Qui non ci sono problemi di stipendi e la società non ci fa mancare niente. Ma questo è un aspetto che non c’entra perché abbiamo tutti professionisti seri. Bisogna invece considerare le situazioni in cui gli altri sono più bravi e portano a soffrire un po’ di più“.
MANCATE REAZIONI – “Questo è un cruccio che mi porto dietro e che sto affrontando coi ragazzi. Ci stiamo lavorando coi ragazzi. Bisogna avere quella reazione al gol preso, anche solo per cinque minuti. Non dobbiamo aspettare di andare sotto, ma colpire noi per primi“.
ARIA DI MERCATO – “Mancano ancora cinque partite prima del mercato. Meglio stare concentrati di settimana in settimana“.
ANCONA – “L’Ancona è in fiducia, quando arrivano i risultati positivi è normale. Mi aspetto una partita difficile, come sempre. Non dobbiamo vincerla nei primi minuti e avere la fretta di andare all’arma bianca. Dobbiamo stare dentro alla gara e capire cosa c’è da fare nei determinati momenti, fino al 97′. Non possiamo regalare vantaggi per mancanza di serenità, soprattutto perché in questo momento paghiamo caro ogni singolo errore, anche il più piccolo“.
IPOTESI DI FORMAZIONE (343): Alfonso; Bruscagin, Valentini, Bassoli; Fiordaliso, Collodel, Carraro, Celia (Tripaldelli); Rao, Maistro, Antenucci.