foto Filippo Rubin
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Nel corso del girone d’andata della SPAL uno dei temi dominanti è stato senz’altro quello dell’attacco poco produttivo. I 15 gol in 19 partite collocano la squadra di Colucci (e prima di Di Carlo) al terzultimo posto di questa categoria statistica, ma come ha spesso sottolineato il tecnico – e come amano fare gli allenatori in generale – sarebbe piuttosto superficiale additare i soli attaccanti per numeri così deludenti. “Si difende e si attacca in undici” viene spesso detto tra conferenze stampa e interviste, e per arrivare nell’area avversaria serve davvero l’apporto di tutti.

In genere vincere i duelli individuali dà la possibilità di creare delle opportunità ed è in questo fondamentale – tra i tanti – che la SPAL sta facendo una certa fatica. Lo ha sottolineato spesso anche lo stesso Colucci, dichiarando che nei 25 metri finali sono i singoli a dover trovare delle soluzioni. I gravi infortuni a Siligardi e Dalmonte, due specialisti del dribbling, senz’altro hanno inciso, ma è altrettanto palese che la loro assenza non ha indotto i compagni ad alzare il proprio livello di rendimento. Da Maistro, Rosafio, Orfei, Rao, Bertini e Rabbi non sono praticamente mai arrivate quelle invenzioni determinanti che avrebbero potuto rappresentare delle soluzioni per certe partite inchiodate sul pareggio.

La SPAL infatti è terzultima nel girone B anche per 1vs1 tentati a partita (20) e peggio fanno solo Olbia (19.6) e Vis Pesaro (17.4). Dall’altro lato della classifica si trovano la Lucchese (32.7) e il Rimini (27.1).

Non solo: secondo i dati della piattaforma WyScout il pallone arriva con una rarità da passaggio di cometa nell’area di rigore. La SPAL ha il quarto peggior dato di tutta la serie C (60 squadre) con appena 9.6 tocchi di palla a partita nelle aree avversarie. Sotto ai biancazzurri ci sono solo Pro Vercelli, Pro Sesto e Alessandria, tutte formazioni del girone A. La SPAL arriva nell’area opposta lo stesso numero di volte della Fermana che è sul fondo del girone B e per trovare un riferimento più vicino bisogno arrivare alle 11.5 di media dell’Arezzo. Le migliori della categoria sono Pescara (19.5), Triestina (17.6) e Mantova (17.5), tutte formazioni di vertice.

I migliori dieci giocatori del girone B per 1vs1 tentati ogni 90 minuti, con relativa percentuale di successo

  • Lamesta (Rimini) 9.92 – 57.3%
  • Gala (Sestri Levante) 9.11 – 54.2%
  • Capanni (Rimini) 8.95 – 71.2%
  • Yildiz (Juventus Next Gen) 8.46 – 64.4%
  • Guadagni (Lucchese) 8.45 – 51.5%
  • Pattarello (Arezzo) 8.12 – 58.5%
  • Senigagliesi (Recanatese) 7.94 – 59.4%
  • Kargbo (Cesena) 7.57 – 49.3%
  • Cioffi (Ancona) 7.52 – 48.1%
  • Cavuoti (Olbia) 7.22 – 50%
Per citare il primo nome che appare, Davide Lamesta, del non sorprendente Rimini, tenta in media dieci uno contro uno a partita, vincendone più della la metà. Alto 170 centimetri, gioca come ala destra o alle volte trequartista e in campionato ha già sfornato 4 gol e 4 assist vincenti, di cui uno proprio contro la SPAL. Ha contribuito al 36% dei gol dei biancorossi. Sono più del doppio del migliore degli spallini in questa classifica, Orfei, che tenta 4.19 duelli a partita con il 45.5% di successo.

Se guardiamo la top-10, su dieci giocatori ben otto appartengono a squadre della parte destra della classifica (Lamesta, Gala, Capanni, Yildiz, Pattarello, Senigagliesi, Cioffi e Cavuoti). Domanda: non è che senza l’organizzazione collettiva, la profondità della rosa e la sicurezza nel reparto avanzato che devono avere squadre di vertice come Cesena o Pescara faccia comodo qualche giocatore capace di inventarsi la giocata e saltare l’uomo, magari nelle poche occasioni che si possono avere a partita? Se la risposta è sì probabilmente non ci resta che sperare che Dalmonte e Siligardi rientrino presto, che Edera non disdegni qualche dribbling e che gli altri giocatori della rosa alzino un po’ le proprie percentuali, magari col coraggio infuso dalla Ovest, che negli ultimi anni ha spinto i vari Lazzari, Fares e Antenucci a puntare il difensore di turno e lasciarlo secco.
I migliori undici per 1vs1 tentati ogni 90 minuti con relativa percentuale di successo (solo SPAL, almeno dieci presenze)
  • Orfei 4,19 – 45.5%
  • Rao 4,14 – 48.4%
  • Maistro 4,09 – 67.8%
  • Celia 3,40 – 57.5%
  • Tripaldelli 3,00 – 60%
  • Rabbi 2,72 – 60%
  • Antenucci 1,81 – 64.2%
  • Bertini 1,33 – 33.3%
  • Collodel 0,73 – 22.2%
  • Bruscagin 0,62 – 75%
  • Carraro 0,59 – 50%
Il confronto con la top-10 generale parla da sé. L’undicesimo della classifica, Carraro, tenta un duello individuale una volta ogni due partite (e lo vince la metà delle volte) e dietro di lui ci sono almeno altri dieci giocatori di movimento. Bertini, altro centrocampista, tenta l’uno contro uno massimo una volta a partita e lo vince una volta su tre. Detta in altri termini significa saltare un uomo una volta ogni tre partite. I primatisti Orfei e Rao ci provano poco e ci riescono ancora meno. Uno è nato nel 2003 e l’altro nel 2006: forse chiedere a loro le giocate risolutive è un po’ troppo.

Sul lato opposto salta invece all’occhio la percentuale di vittorie nei duelli di Maistro, a testimonianza della sua qualità individuale. Il trequartista polesano, quest’anno schierato mezz’ala, ala, seconda punta, punta centrale, vince il 67.8% dei dribbling che tenta. Davanti a lui ci sono solo sei giocatori per efficacia: Bozzolan (Perugia) 78.4%, Cicconi (Carrarese) 71.2%, Capanni (Rimini) 71.2%, Teraschi (Pineto) 70%, Rizzo Pinna (Lucchese) 69.4%. Questo significa che Maistro è potenzialmente tra i top di categoria perché pochi difensori riescono a fermarlo.
Altra domanda: forse avrebbe bisogno di tentare qualche uno contro uno in più? Perché se mantenesse queste percentuali con il doppio dei tentativi sarebbe tra i cinque giocatori più influenti a livello individuale del girone. Discorso simile per Antenucci: anche lui vince 2/3 degli 1vs1 coi difensori che affronta (a ridosso della top-10, chiusa da Coccia dell’Arezzo con 64.5%) ma i suoi tentativi sono pochi. Numeri su cui forse dovrebbe riflettere Colucci: forse la qualità non manca, si tratta solo di metterla in condizione di farla fruttare. Aggiungere un attaccante nel mercato di gennaio potrà senz’altro fare comodo per avere qualche opzione in più a livello tecnico-tattico ed evitare che Antenucci debba fare sempre gli straordinari, ma verosimilmente non risolverà i problemi senza un miglioramento di rendimento degli interpreti maggiormente dotati di talento.