foto ufficio stampa Calcio Padova
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Non è un mistero che tra gli obiettivi del mercato di gennaio della SPAL ci sia anche un intervento nel reparto dei portieri. Di certo però non ci si aspettava che tra i potenziali candidati alla maglia biancazzurra potesse rientrare un nome del calibro di Antonio Donnarumma (1990), fratello maggiore del ben più noto Gianluigi, che da ormai due anni è tra gli interpreti del ruolo tra i più solidi e apprezzati della serie C.

Come al solito sono gli eventi imprevedibili del mercato a creare delle opportunità inaspettate. Donnarumma è titolare inamovibile del Padova secondo nel girone A di serie C, è il capitano della formazione veneta e anche in questo campionato sta esprimendo un rendimento di alto livello. C’è un solo inghippo: il suo contratto scadrà a giugno 2024 e il procuratore Enzo Raiola ha iniziato a mettere pressione al Padova per un’estensione, di fatto prospettando un trasferimento altrove nel caso i colloqui non dovessero essere avviati in tempi brevi. Raiola ha deciso di rendere pubblico il problema con un intervento piuttosto esplicito su “La Casa di C“, una testata legata al giornalista Gianluca Di Marzio, parlando di un’offerta da parte di un altro club di serie C che sarebbe appunto la SPAL.

La forzatura sembra evidente e da Padova fanno sapere che il malumore sulla scadenza del contratto era già emerso sotterraneamente già a settembre, ma venne poi accantonato in attesa di sviluppi. Il ds del Padova Massimiliano Mirabelli aveva impostato fin dal principio della stagione una linea generale che prevedeva gli eventuali colloqui per i rinnovi contrattuali solo da febbraio 2024 in poi. Una posizione ribadita anche in un’intervista concessa a Padovasport.tv proprio sull’argomento Donnarumma-Raiola: “Ci siamo tutti stupiti di queste dichiarazioni. A inizio stagione abbiamo dato una linea precisa alla squadra sulla questione rinnovi. Alla presenza di tutti, dall’ad Bianchi al presidente Peghin, passando per il sottoscritto, l’allenatore e la squadra. Abbiamo fatto un patto tra uomini. Abbiamo detto che volevamo mettere davanti a tutto il bene del Padova. Se a qualcuno non andava bene poteva trovare un’altra squadra nel mercato estivo. Abbiamo incassato l’okay da parte di tutti, compreso il capitano Donnarumma. Non credo che questa uscita del procuratore sia partita da Antonio, che conosco bene. Sono la persona che gli ha voluto più bene nella sua carriera calcistica, mentre al procuratore dico che ha sbagliato modi, tempi e parrocchia. Ne renderà conto in un momento così delicato. Mi auguro che Antonio possa dissociarsi da queste dichiarazioni. Il suo procuratore ha detto che il giocatore deve pensare al suo futuro e via dicendo. Ricordiamogli che lui lo usava come pacco postale, mandandolo un anno in Grecia non so a fare cosa. Mentre il sottoscritto lo ha portato al Milan con un contratto di quattro anni, sistemando la sua famiglia e le sue prossime generazioni“.

Non proprio le parole di un direttore sportivo disposto a sedersi al tavolo per trattare la cessione a metà stagione di un giocatore considerato importante, e quindi difficile da rimpiazzare. La SPAL da parte sua osserva la situazione, pronta ad approfittare dell’opportunità. Perché tale è in questo momento. Viene spontaneo pensare che Raiola abbia bussato a tutte le porte di club potenzialmente interessati al portiere e abbia ricevuto una risposta positiva dal dt Fusco. Quantomeno la disponibilità a ragionare sulla questione. Ma senza un’apertura della dirigenza padovana rimarrebbe solo una suggestione.

Con Mattia Del Favero (1998) che ha perso la titolarità dopo una serie di errori decisivi l’intenzione iniziale del dt Fusco era quella di trovare una sistemazione in prestito per l’ex bianconero, in modo da fargli ritrovare la giusta serenità. La sua partenza avrebbe lasciato libero il posto per un elemento in grado di farsi trovare pronto in caso di assenza di Enrico Alfonso (1988), che peraltro nell’ultima gara è uscito dal campo un po’ dolorante. Nel frattempo è rientrato Cesare Galeotti (2002) dalla deludente esperienza al Lumezzane e questo ha rappresentato un ulteriore imprevisto, perché a inizio stagione si contava sulla sua maturazione in prestito per un altro campionato. I portieri attualmente a disposizione di Colucci sono ben quattro (c’è anche il 2001 Marco Meneghetti) e ovviamente senza un’uscita sarebbe estremamente complicato fare ulteriori aggiunte. A maggior ragione una di rilievo come quella che coinvolgerebbe Donnarumma.

Al momento le richieste di altri club per Del Favero sono poche. O meglio: non ci sono proposte che prevedano un minutaggio da titolare, ossia il requisito considerato indispensabile per il completo recupero del giocatore da qui a giugno. Al tempo stesso non sembrano esserci grosse opportunità all’orizzonte nemmeno per Galeotti e Meneghetti. Se però dovesse materializzarsi un’offerta giusta per Del Favero e in contemporanea arrivasse l’apertura del Padova per un trasferimento di Donnarumma ecco che lo scenario cambierebbe e verrebbe presa in serie considerazione l’idea di fare uno sforzo economico per dotarsi di un nuovo portiere titolare. Ma si tratta di uno scenario complesso. Solo le prossime puntate della vicenda padovana potranno dare un’indicazione chiara sulla direzione che prenderà questa ipotetica trattativa.