Vincere la gara di domenica contro la Juventus Next Gen (ore 18.30 al Mazza) è tutt’altro che scontato, ma in casa SPAL viene vissuto come un obbligo. L’ha detto a chiare lettere Joe Tacopina, lo pensano per forza di cose anche i tifosi e deve prenderne atto anche Leonardo Colucci, finito al centro delle critiche dopo il brutto scivolone di Perugia.
DISPONIBILI/INDISPONIBILI – Oltre ai lungodegenti Sits, Arena e Siligardi si aggiungono anche Bertini, Breit e lo squalificato Carraro. “Dobbiamo valutare le condizioni di Alfonso. Iglio lo abbiamo mandato con la Primavera per recuperare l’abitudine alla gara. Potrebbero scendere in campo dal 1′ Buchel e Zilli indipendentemente dal minutaggio che hanno. Dipende anche dalla partita: se sei pulito nel palleggio, fai una buona fase di possesso e perdi poche volte la palla puoi durare anche 85 minuti. Parravicini? Se scende in campo lui non gioca gente come Collodel o Puletto. In questi casi quando vinci la partita allora si può dire che avrò fatto la scelta giusta, ma se perdo allora mi chiederanno il perché io non abbia fatto giocare un altro. Parravicini può giocare come possono giocare anche gli altri”.
PARTITA – “È uno scontro diretto per la salvezza e quindi è una partita da vincere. Dobbiamo entrare in questa ottica e non mollare quest’osso. Bisogna stringerlo con forza: i ragazzi stanno dando il massimo, ma questo non basta. Si entra sempre per vincere e questo è sempre stato detto. Nonostante qualche amnesia che succede, io voglio che la squadra sia compatta, determinata e con furore agonistico. Questo è quello che ho chiesto durante la settimana e sarà quello che chiederò domenica prima di entrare in partita. Compattezza, determinazione e quella ferocia che ti porta a fare qualcosa in più. Ai ragazzi dico sempre che vince chi sbaglia meno. Dobbiamo limitare gli errori: quando sono individuali sono difficili da correggere, ma quando sono collettivi puoi metterci mano. L’importante è fare la prestazione, perché potresti essere premiato nel risultato. Io dico sempre: partiamo forti e finiamo fortissimo. Insieme ai tifosi che ci sosterranno dobbiamo gestire i momenti”.
SCONFITTA DI PERUGIA – “In quei casi si va subito alla fonte dell’errore. Nella gestione della palla noi la perdiamo spesso e questo dà fiducia alla squadra avversaria. Se dai fiducia all’avversario può succedere che commetti degli errori individuali e nei casi più sfortunati subisci un gol. Anche nel primo tempo possono esserci stati degli errori di gestione della palla, ma magari non si è visto. Abbiamo valutato la partita insieme ai ragazzi e sappiamo cosa è stato sbagliato. A volte gli errori possono essere anche di principio più che tecnici”.
“Non c’è la preoccupazione di aver cancellato tutto quello che abbiamo fatto finora. Tante volte vedo molte vittorie come una sconfitta e tante sconfitte come una vittoria. È bene che si vinca, ma allo stesso tempo vincere senza fare la prestazione è come mangiare un piatto fuori stagione. Ti sazia, ma non ti dà sapore. Il bello del calcio è che dopo un episodio del genere la settimana successiva ti permette di dimostrare che è stato un passo falso. Al di là dell’allenatore lo spirito agonistico non deve mai venir meno. Questo è stato solo un episodio”.
PANCHINA IN BILICO – “La mia posizione è sempre stata in bilico. Da quando sono arrivato a Ferrara sono sempre stato in discussione”.
TACOPINA – “C’è stata tanta energia positiva dopo l’arrivo del presidente Tacopina. Io però devo avere sempre dell’energia positiva a prescindere dalla presenza del presidente. Chiaro che il suo arrivo ha dato fiducia, energia e voglia di combattere fino all’ultimo momento e questo si avverte come messaggio. È stato bello”.
PORTIERI – “Abbiamo 4 portieri: li ho convocati tutti quanti e ho chiesto alla Lega se posso farli giocare insieme così copriamo bene la porta (ride, ndr.). Domenica faremo delle valutazioni fisiche e psicologiche per capire chi partirà dall’inizio. L’allenatore è pieno di dubbi: sin da piccolino ho sempre evitato di ragionare con il senno di poi. Mio zio dal divano può dire di cambiare qualcuno piuttosto che un altro, ma lui cosa ne può sapere di quello che accade in campo? Detto questo l’allenatore è sempre pieno di dubbi”.
IPOTESI DI FORMAZIONE (433): Alfonso (Galeotti); Fiordaliso, Peda, Bassoli, Tripaldelli; Collodel, Büchel, Contiliano; Edera, Maistro, Zilli (Rabbi).