Domenico Di Carlo è tornato alla SPAL dopo 4 mesi e sa che per tirare fuori la squadra dalla zona playout ci sarà parecchio lavoro da fare. Nella prima conferenza stampa di questa sua seconda parentesi ferrarese il tecnico ha insistito molto sull’importanza di trasmettere ai giocatori coraggio e fiducia nei propri mezzi, a partire dallo scontro diretto di venerdì contro la Recanatese.
DISPONIBILI / INDISPONIBILI – Non arrivano buone nuove dall’infermeria. Bassoli ha rimediato una lesione meniscale del ginocchio sinistro e verrà quindi sottoposto a intervento chirurgico nel corso della prossima settimana. Potrebbe averne come minimo per un mese e mezzo. Medesima sorte per Bertini che dovrà andare sotto ai ferri per risolvere la frattura del malleolo mediale della caviglia sinistra. Per lui la stagione si può considerare conclusa. Per capire se Tripaldelli sarà della partita bisognerà attendere venerdì, anche se Di Carlo è sembrato cautamente ottimista. Rimangono fuori i lungodegenti Arena, Sits e Siligardi, mentre Fiordaliso deve scontare una giornata di squalifica.
SPIRITO – “Da parte mia c’è uno spirito molto positivo. Ringrazio la società che mi ha ridato fiducia e la possibilità di riscattarmi, così come l’ha data ai giocatori. Oggi la rosa ha molta più qualità grazie al mercato. Vorrei finire un percorso che avevo iniziato. Sono motivatissimo e fiducioso. Ora c’è da lavorare sul campo forte per cercare di fare più punti possibili per arrivare all’obiettivo“.
IMPRESSIONI – “Ho ritrovato un gruppo sano, che lavora bene, con più qualità, ma assieme alla qualità bisogna metterci anche vittorie nei duelli, determinazione, coraggio e gioco. Il nostro percorso inizia da domani e dobbiamo far vedere subito in campo cosa abbiamo provato“.
TENUTA MENTALE – “Sono io il primo che deve trasferire un atteggiamento propositivo. Sta a noi trascinare i tifosi e far vedere che la squadra ha le qualità per stare più in alto in classifica. Sta solo a noi dimostrarlo. Da venerdì voglio vedere una SPAL che gioca di più, che ha più coraggio e va a prendersi la partita. Però capendo bene i momenti. Perché nel girone d’andata tutti se la giocano e nel ritorno tutti guardano ai punti ed è importante stare sempre nella gara“.
ERRORI DEL PASSATO – “Tornando indietro ci faremmo del male tutti. Volevamo le cose andassero diversamente. C’è stato un cambiamento totale, tanti giovani, una squadra nuova per tanti versi. C’era bisogno di tempo e infatti chiedevo pazienza. Poi i risultati sono quelli e fanno parte del gioco. Ma il passato è passato. Ora sono tornato con la voglia di riprendere il percorso e dimostrare a me stesso e a tutti che la SPAL è migliore di prima. Al passato non ci penso più. So benissimo che ci voleva del tempo, qualche volta qualcuno non te lo dà, ma non significa che ha sbagliato una persona in particolare. Ora contano i giocatori, le vittorie, come si va in campo, possibilmente con vigore e determinazione“.
“In quella fase la società ha deciso così. Per me c’era bisogno di tempo per fare quello che avevamo in mente. Poi c’è chi decide e bisogna rispettare le scelte. Mentre ero a casa ho visto tutte le partite, perché ero arrivato qui con entusiasmo, voglia di costruire e di provare a fare qualcosa di importante. In quanto tempo non lo so perché noi allenatori siamo figli dei risultati e dobbiamo essere realisti. Non lo nascondo, il mio sogno è ancora quello. Quello di portare la SPAL a un livello adeguato perché quelli che sono il blasone, la società e i tifosi“.
“Qui speravo di non dover rientrare per il semplice fatto che mi auguravo che la SPAL andasse meglio. Non è stato così e ora la classifica questa. Leo Colucci ha dato il massimo e purtroppo risultati non l’hanno premiato, ma fa parte del nostro mondo. Ora sono qui per mettere a posto quello che c’è da mettere a posto, ma serve unità di intenti. Me l’aspetto per arrivare all’obiettivo, ma sono consapevole del fatto che tutto parte da noi“.
“Quando si è sotto contratto si può decidere di tornare o di non tornare: io alla SPAL ci credo, ci credevo prima e lo faccio anche ora. Per me è un’opportunità e un motivo d’orgoglio per rifarmi di quello che non sono riuscito a fare nelle prime cinque giornate“.
“All’inizio c’erano tanti giovani e diversi giocatori arrivati alla fine del mercato. Poi l’infortunio di Sits ci ha scombussolati. Avevamo bisogno di una punta fisica e ci eravamo detti che sarebbe potuto essere lui, sia da centravanti sia da esterno. Resto dell’idea che la squadra dovesse giocare di più per avere il tempo di conoscersi, posto che con tanti giovani si può incappare in qualche errore“.
ALTERNATIVE – “In questi mesi ho avuto degli interessamenti da parte di due società, una di B e una di C, ma poi hanno preso quelli più bravi (ride, ndr)”.
COMPONENTE MENTALE – “L’aspetto mentale è importantissimo. In questi giorni ho lavorato sulla testa, sul coraggio e sul gioco. Quello che è successo fino a ieri non deve intaccarci. Dobbiamo rivolgere le nostre attenzioni sulla Recanatese per sapere quando pressarla, attaccarla, attenderla, sapere dove colpirla. Sarà fondamentale vincere i duelli. Con più determinazione e più coraggio. Questa SPAL ha qualità ma a volte non la mette sempre in campo. Ora c’è da insistere e dare fiducia ai giocatori perché possono portarci alla vittoria. Va dato un segnale per trascinare tutti. Nelle difficoltà bisogna trovare le opportunità, perché tutto può succedere in ogni gara. La partita di venerdì è da provare a vincere in tutti i modi. Soprattutto far vedere una SPAL diversa: aggressiva e di qualità. E saper difendere con l’osso. Qualche volta non è successo. La principale discontinuità sta in questo“.
ULTIMI ARRIVATI – “Vanno inseriti e bisogna farli giocare, il problema è che arrivano da realtà diverse, con allenamenti diversi. Servirà quella conoscenza che ci mancava all’inizio. Ora però c’è bisogno di chi sta bene. Quindi se i nuovi stanno bene giocano. Guardando a questi tre giorni di lavoro mi viene da dire che la formazione domani non è facile da fare perché c’è molta scelta“.
CONFRONTI – “Ho parlato con tutti, dal presidente in giù, anche troppo forse. L’ho voluto io espressamente, perché quando ti lasci può rimanere un po’ di strascico da parte dell’allenatore o della società. Io non lo volevo. Ho trovato grande disponibilità da parte di tutti. Ho ricevuto supporto dal presidente e dai dirigenti. Penso si sia ricreato quello che volevo all’inizio. Ora la mia mente è libera e le decisioni saranno autonome. Ora devo vincere le partite insieme alla squadra“.
CONDIZIONE FISICA – “I giocatori stanno bene. Penso siano stati allenati bene e di questo devo ringraziare chi mi ha preceduto. Ora bisogna lavorare sulla testa, sbloccarsi lì. In questi giorni mi hanno dimostrato che vogliono ribaltare la situazione. Non la vivono bene. Sta a me metterli nelle condizioni a livello mentale di essere protagonisti. Non è facile, ma io ci credo e devono farlo anche loro. Gli conviene, perché ora la squadra è molto più tecnica e di struttura. Si possono fare varie cose che prima non erano possibili. C’è un parco attaccanti importante che va messo nelle condizioni di farci vincere qualche partita“.
RECANATESE – “La gara di venerdì l’abbiamo preparata con due possibili moduli, ma sempre con due attaccanti perché ce li abbiamo. Ci tengo anche a dare un input a Mirco (Antenucci, ndr) che è il nostro capitano e penso che con un altro attaccante vicino a lui possa rendere molto di più. Mirco è forte, ma giocando da solo non è riuscito a esprimersi al meglio. Mettendogli accanto un altro elemento può valorizzare al meglio la sua intelligenza e la sua esperienza, che sono le qualità che lo hanno portato a fare tantissimi gol“.
MAISTRO – “Il suo ruolo dipende da come giochiamo. Lo considero un elemento di qualità che deve giocare da trequarti in su e quando è stato bene ha sempre fatto la prestazione. Gli è mancato un po’ il gol come ad altri giocatori, ma se sono tornato con un atteggiamento positivo è anche perché ci sono tanti elementi bravi come lui e ora devo aiutarli a convincerli che le loro qualità vanno espresse al massimo. La capacità di tiro che ha Maistro ce l’hanno in pochi e lui in questo è un po’ mancato dopo le prime partite. Quindi lo staff deve essere bravo a dargli fiducia. Maistro sfruttiamolo per le qualità che ha. Può fare il trequartista, può fare l’esterno che viene dentro, può fare la punta se si vuole fare partita difensiva in cui è importante tenere più palla con un gioco diverso“.
GIOVANI – “I giovani se son bravi giocano. Sono contento di ritrovare Contiliano visto ogni volta che volevo farlo giocare non stava bene per un motivo o per un altro. Lo considero un ottimo professionista e un buon giocatore. Ma sono contento anche di Saiani, Rao e Orfei che sono gli altri giovani che abbiamo ora. A prescindere dall’età chiunque gioca deve farlo al massimo per far vincere la SPAL. Il gruppo viene prima, ci tengo all’aggregazione. Voglio uno spirito di squadra elevato. Con quello te la giochi con chiunque. Che giochi Contiliano, Collodel, Carraro o Nador non deve cambiar nulla. Lo spirito generale non deve mai cambiare“.
BUCHEL – “Marcel non si discute: ha esperienza, personalità, deve prendere in mano il gioco perché è un riferimento di qualità superiore. Lo vedremo in campo perché ha bisogno di giocare per recuperare in fretta la condizione migliore. Può giocare sia con uno a fianco sia con altri due, dipende sempre da che tipo di partita vogliamo fare“.
PORTIERI – “La maglia da titolare se la giocano Galeotti e Alfonso“.
IPOTESI DI FORMAZIONE (4312): Alfonso; Ghiringhelli, Peda, Valentini, Saiani (Tripaldelli); Contiliano, Carraro, Büchel; Maistro; Antenucci, Petrovic.